Una manifestazione mai vista prima, in attesa di martedì

La partenza della manifestazione da piazza Don Minzoni

“Ma è il primo maggio?”. La battuta di uno dei presenti alla manifestazione di sabato contro il gassificatore ha in fin dei conti centrato il punto. Diciamolo subito: nella storia della nostra città, certe adunate si erano viste solo in particolari circostanze e, soprattutto, mai per una questione prettamente locale come quelle dell’impianto Alia la cui costruzione è ancora in una fase iniziale. C’è sempre una prima volta, si dirà, e il famoso detto si è puntualmente confermato anche stavolta. E’ stata una manifestazione molto ma molto partecipata, corretta, senza una parola fuori posto, senza vessilli politici e fatta da gente la cui maggioranza non era probabilmente mai scesa in piazza. Sì perché, come si suol spesso dire, Empoli in fin dei conti è un paesone dove tutti conoscono tutti e dove, bene o male, quando c’è una manifestazione si sa chi poi si trova in strada. Stavolta no, non è stato così. In piazza c’era la gente comune, i cittadini, le famiglie, i bambini, tutti a far capire, se mai ce n’era bisogno, che questo impianto loro non lo vogliono. Né ora né mai.

Lasciando l’inutile polemica sul numero dei partecipanti a chi guarda il dito e non la luna, cosa ha detto la manifestazione di sabato? Ha detto che la gente vuol essere coinvolta in scelte che riguardano concretamente la propria vita, che nessuno ha intenzione di indietreggiare di un centimetro, che la strada di questo impianto sarà, se possibile, sempre più in salita. La gente, infatti, non ci sta. Vuol capire, vuol essere informata, vuole garanzie sulla salute da chi in questo gigantesco affare non ha niente da guadagnare né in termini di soldi, né di potere, né di poltrone. Si obietterà: eppure ci sono stati passaggi in consiglio comunale che è la sede più pubblica che possa esistere, eppure i consigli si vedono in diretta streaming e quindi anche sul proprio smartphone, eppure i giornali riportarono la notizia, eppure ci sono i social, eppure ci sono stati incontri al palazzo delle esposizioni (forse su questi, in particolare il terzo, meglio sorvolare), eppure chiunque voglia avere chiarimenti basta salga le scale del comune o faccia un giro d’Empoli dove trovare esponenti politici non è difficile, eppure c’è stato proprio venerdì un comunicato congiunto di tutti i sindaci (a proposito, ad alcuni di loro buongiorno per essersi finalmente fatti sentire su una vicenda che non riguarda Empoli ma tutto il territorio) che rappresenta l’ultima tappa in ordine di tempo di una comunicazione sulla vicenda che ha lasciato a dir poco a desiderare e che, di sicuro, non ha centrato l’obiettivo che si era prefissata: fugare i dubbi ed assicurare trasparenza. Ecco, messi insieme tutti gli eppure, resta l’ultimo che poi è uno dei messaggi politici, forse il più importante, della manifestazione di sabato: eppure la gente non si fida. Non si fida di chi deve controllare perché è di nomina politica (vicenda Keu insegna), non si fida di chi è calato ad Empoli con sigle roboanti ed erre moscia a spiegare un impianto nel quale ha interessi legittimi e ben precisi, non si fida della frase ripetuta ovunque che ancora niente è deciso e non si fida nemmeno di chi ha un ruolo istituzionale e incontra il sabato sera a fare un giro d’Empoli. E con tutto questo si dovrà comunque fare i conti perché le persone scese sabato per le strade cittadine hanno lanciato un segnale ben preciso. Come direbbe Tom Hanks: Houston, abbiamo un problema. Anche perché nel 2024 è gente che vota.

E ora la vicenda si appresta a vivere un altro passaggio importante, la serata di martedì a Marcignana (Qui la notizia). Il comune di Empoli, in un comunicato stampa, ha annunciato la presenza dell’assessora regionale all’ambiente Monia Monni invitata dalla sindaca Brenda Barnini. Assieme a loro rappresentanti dei Comuni dell’Empolese Valdelsa, Alia ed Alleanza Circolare, per “un aggiornamento sullo stato della progettazione, le scadenze e le ulteriori iniziative di informazione e confronto con la cittadinanza”. Nel comunicato non si accenna più al Rab le cui modalità di costituzione dovevano essere l’oggetto della serata. Se ne parlerà? O gli eventi consiglieranno qualcosa di diverso? Cosa avrà da dire di più  di diverso l'assessora regionale? Domande a cui presto avremo risposta. L’unica certezza è che anche martedì sera ci sarà tanta, ma tanta gente che, come ha detto sabato scendendo in piazza, vuol capire e dire la sua. Civilmente come accaduto fino ad oggi, ma con fermezza. Perché, come recitava una maglietta nel ricordo di Giorgio Gaber, democrazia è partecipazione.

Marco Mainardi

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