Suicidio assistito, Felicetta da Firenze raccoglie l'appello di Massimiliano

Felicetta Maltese

Poco fa ha accompagnato un 82enne in Svizzera. Ora la 71enne attivista dell'associazione Luca Coscioni raccoglie il nuovo appello: "Ci hanno impedito il referendum ma non possono impedire di aiutare chi soffre"


Felicetta Maltese, una signora di 71 anni di Firenze, ha deciso di raccogliere l’appello di Massimiliano, 44 anni, toscano, affetto da sclerosi multipla da 6 anni, che il 5 dicembre ha lanciato un video appello in cui chiede di poter accedere al suicidio assistito.

Vorrebbe farlo in Italia, esercitando la sua libera scelta di porre fine alle sofferenze a casa sua, nel suo Paese, e vicino ai suoi cari. Non può farlo però perché non è "tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale", quindi, non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Consulta sul caso Cappato\Dj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia. Nel nostro paese, proprio grazie alla disobbedienza civile di Cappato per l’aiuto fornito a Fabiano Antoniani e quindi grazie alla sentenza 242 della Corte costituzionale che ha valore di legge il suicidio assistito è possibile e legale quando la persona malata che ne fa richiesta è affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e queste condizioni siano state verificate dal SSN. Requisiti sussistenti e verificati per Federico Carboni che lo scorso giugno ha invece potuto accedere al suicidio assistito senza che l’aiuto fornito configurasse reato.

Felicetta Maltese, pensionata, sposata con una figlia, è stata in prima linea la scorsa estate per la raccolta delle firme per il Referendum Eutanasia Legale poi ritenuto inammissibile dalla Corte costituzionale. Non è nuova nell’azione di soccorso civile, in questo video spiega le sue motivazioni per aver dato la sua disponibilità, pochi giorni fa, ad aiutare insieme al tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni Marco Cappato il signor Romano, affetto da una forma di Parkinson, a raggiungere la Svizzera. In quell'occasione Felicetta ha guidato il veicolo speciale necessario per accompagnare Romano da Reggio Emilia a Milano per portarlo a Marco Cappato. Ora anche lei, se realizzasse gli atti di aiuto al suicidio anche per Massimiliano, potrebbe rischiare fino a 12 anni di carcere per il reato di aiuto al suicidio.

"Ci hanno impedito di votare un referendum ma non mi possono impedire di aiutare chi soffre", spiega Felicetta Maltese, "Ritengo che di fronte alla paralisi istituzionale non si possa più aspettare, aspettare il Parlamento, aspettare il Governo ma soprattutto aspettare che migliaia di persone non possano essere libere di decidere come porre fine a sofferenze di malattie degenerative e incurabili che rovinano le fasi finali della loro vita e di chi le convive con loro. Sono convinta che molte altre persone come me sono pronte a seguire l'esempio di Marco Cappato, Mina Welby e assumersi (a vario titolo) la responsabilità politica e penale di rimediare alle conseguenze provocate da uno Stato che impone trattamenti inumani e degradanti e aiutare chi chiede aiuto".

Sono in costante aumento le richieste di aiuto, in tema di fine vita, che ogni giorno arrivano all’Associazione Luca Coscioni, via mail o al Numero Bianco, la infoline gratuita che dà informazioni ai cittadini su testamento biologico, sulle cure palliative, suicidio assistito e le normative che prevedono l’eutanasia. Negli ultimi 12 mesi sono oltre 9700 le persone che hanno chiesto informazioni sul fine vita. In particolare, più di 20 persone al mese (quasi una persona al giorno) hanno chiesto informazioni e il modulo per accedere al suicidio medicalmente assistito in Italia o contatti con le associazioni Svizzere.

Fonte: Associazione Luca Coscioni



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