L'omaggio a Giovanni Palatucci, il questore che salvò 5mila ebrei dai campi di concentramento

Commemorazione Giovanni Palatucci, Pisa

Si è tenuto oggi nelle questure della Toscana l'omaggio a Giovanni Palatucci, il questore di Fiume che salvò 5mila ebrei e morì nel 1945 nel campo di concentramento di Dachau.

La commemorazione a Pisa

Commemorazione Giovanni Palatucci, Pisa

La Questura di Pisa ha reso omaggio a Giovanni Palatucci, questore di Fiume morto a Dachau il 10 febbraio 1945, con una commemorazione che si è svolta presso l’Aula Magna della Scuola Superiore Sant’Anna. Palatucci è stato reggente della Questura di Fiume fino al 13 settembre 1944, giorno dell’arresto da parte dei tedeschi delle Ss, a cui seguì il trasferimento al campo di concentramento di Dachau. Prima di essere arrestato, Giovanni Palatucci aveva contribuito a salvare almeno 5mila persone di religione ebraica dai campi di concentramento. Per queste azioni, dal 1990 lo stato di Israele lo ha inserito tra i "Giusti tra le Nazioni".

La commemorazione ha visto la partecipazione delle classi terze medie A, C e Cs dell'Istituto Comprensivo Fibonacci di Pisa. Sono intervenuti la rettrice Sabina Nuti, il questore Gaetano Bonaccorso, il rappresentante della Comunità ebraica Servi Shay, la Provveditrice agli Studi di Pisa Lorenza Lorenzini, l’assessora di Pisa Giovanna Bonanno, il rappresentante degli Allievi della Scuola Sant’Anna Valerio Cancian. La cerimonia si è conclusa con la deposizione di una corona di fiori ai piedi dell’olivo piantato in memoria di Palatucci nel giardino della Scuola Sant’Anna.

"La memoria ha un senso solo se si trasmette di generazione in generazione. Ricordare figure come Palatucci, davanti a così tanti giovani, è un modo attraverso cui la Scuola Superiore Sant’Anna mantiene vivo questo filo che unisce passato, presente e futuro" commenta Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna.

"Palatucci è l’esempio del senso etico che deve essere presente non solo nei funzionari di polizia, ma in ogni persona. La vicenda di Palatucci ci insegna anche la centralità della memoria e della storia. Ne dobbiamo fare tesoro anche nel tempo presente" commenta Gaetano Bonaccorso, Questore di Pisa.

"La Shoah è una tragedia dell’intera umanità. È fondamentale ricordare coloro i quali, come Palatucci, non rimasero indifferenti a questa disumanità e misero a repentaglio la propria vita per salvarne altre. Palatucci ha scelto di difendere i più deboli, i perseguitati, i discriminati. Il suo testamento morale deve essere un monito per le future generazioni" spiega Servi Shay, rappresentante della comunità ebraica di Pisa.

La commemorazione a Firenze

Commemorazione Giovanni Palatucci, Firenze

La Polizia di Stato fiorentina ricorda il Questore Reggente di Fiume Giovanni Palatucci, Medaglia d’Oro al Merito Civile, Giusto tra le nazioni, nel giorno del 78° Anniversario della sua scomparsa. Nel 1944, dopo aver aiutato numerose persone a sottrarsi al destino riservato loro dalle leggi razziali dell’epoca, Giovanni Palatucci venne arrestato dalla Gestapo e deportato al campo di sterminio di Dachau, dove morì 78 anni fa.

Prima di venir arrestato dai militari tedeschi, con l’accusa di cospirazione con il nemico, Palatucci riuscì con la sua posizione a salvare molte vite dalle barbarie naziste come la famiglia della signora Renata Conforty arrivata questa mattina, insieme al marito Natan Orvieto, per portare la sua preziosa testimonianza sulla vicenda: "Se oggi sono qui lo devo a Giovanni Palatucci che non posso che definire come un gentiluomo… un anno prima che io nascessi salvò la vita ai miei genitori, fornendo loro rifugio in una soffitta dove trascorrere la notte e i documenti necessari per sfuggire l’indomani ai nazisti".

Questa mattina, in occasione della ricorrenza, alle ore 12.00, nel piazzale della Caserma della Polizia di Stato Fausto Dionisi in Lungarno della Zecca Vecchia, il Questore Maurizio Auriemma ha ripercorso, insieme alle Autorità cittadine e a rappresentanti della Comunità Ebraica, una tradizione millenaria di questo popolo fortemente segnato nel corso della storia.

Per mantenere vivo il segno lasciato da Giovanni Palatucci tutte le Autorità civili e militari presenti hanno infatti deposto simbolicamente una pietra sul terreno interno alla struttura, dove cresce l’ulivo già precedentemente dedicato al nostro martire.

Commemorazione Giovanni Palatucci, Firenze

"Il gesto, carico di significato - ha spiegato il Questore Maurizio Auriemma - ripercorre proprio un’antica usanza ebraica che ci riporta indietro nel tempo, a quando questo popolo errante era costretto a seppellire i propri morti nel deserto. In tale circostanza gli ebrei erano soliti lasciare dei sassi sulle tombe dei loro cari per lasciare un segno nel tempo che altrimenti il vento avrebbe finito per spazzar via insieme alla sabbia. Quest’anno, d’intesa con la Comunità Ebraica abbiamo cercato di fondere le tradizioni dei nostri popoli per ricordare la grande umanità e il profondo senso del dovere verso il valore della vita di un poliziotto eroe del suo e del nostro tempo. Le sue azioni salvarono la vita a moltissimi ebrei ed oggi tutti noi gli rendiamo omaggio con una delle più antiche tradizioni di questo popolo. Ogni solida pietra posata sulla lapide a lui dedicata tra le mura della nostra caserma, rappresenta la volontà di ogni generazione, passata, presente e futura, di non far mai disperdere il ricordo di Giovanni Palatucci e delle sue gesta, come sabbia nel vento".

Tra le Autorità e gli ospiti che hanno seguito l’iniziativa, presente il Prefetto Francesca Ferrandino, il Presidente del Consiglio Comunale fiorentino Luca Milani (in rappresentanza del Sindaco), il Presidente della Comunità ebraica cittadina Enrico Fink, il Cappellano Provinciale della Polizia di Stato Monsignor Luigi Innocenti e i rappresentanti della locale Sezione A.N.P.S.

Giovanni Palatucci è stato riconosciuto nel 1990 dallo Yad Vashem di Gerusalemme "Giusto tra le nazioni" e nel 1995 è stato insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: «Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l'arresto e la deportazione. Fedele all'impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l'occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all'arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita».



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