Giro di vite sullo sfruttamento dei rider: a Firenze trovati 2 'caporali digitali' e 2 clandestini

Una maxi operazione ha coinvolto tutto il territorio nazionale: controllati oltre 1500 rider, sequestri e denunce


Ieri sera, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro (101 Nuclei Ispettorato del Lavoro e 5 Nuclei Operativi) unitamente a tutti i Comandi Provinciali Carabinieri dell’Arma territoriale e con il concorso di diverse polizie locali, hanno effettuato un controllo straordinario in tutte le principali città d'Italia per individuare forme di sfruttamento lavorativo di rider, ovvero i fattorini che consegnano cibo a domicilio.

Per quanto riguarda Firenze sono stati controllati complessivamente 41 riders tutti stranieri, di cui 2 clandestini, quattro con account ceduto da caporali, accertata trattenuta sulla retribuzione del 20%, o addirittura soltanto dazione in cibo. Uno straniero denunciato per sostituzione di persona, ma non sfruttato. 10 hot spots sottoposti a controllo

A Prato sono stati controllati 23 rider, di cui 16 stranieri e 7 italiani, impiegati in due aziende leader nel settore. Durante l'attività, sono state rilevate due cessioni di account e un lavoratore è stato sanzionato per aver utilizzato un ciclomotore non revisionato.

La campagna di controlli ha interessato anche Livorno dove i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e della Compagnia di Livorno hanno proceduto al controllo di 26 riders risultati essere tutti in regola, anche in relazione ai mezzi di trasporto (auto, ciclomotori, biciclette e motocicli).

Il nuovo 'caporalato digitale'

Questo controllo fa seguito ad attività di verifica avviate nel 2019 a Milano in seguito a incidenti stradali che coinvolgevano i rider e alla mancanza di qualsiasi tutela applicata a loro e alla non riconosciuta riconducibilità dell'incidente a "infortunio sul lavoro". In seguito ai controlli, sono emerse nuove forme di "caporalato digitale" attraverso l'illecita cessione di account di accesso alle piattaforme di delivery.

Il fenomeno era in precedenza dovuto alla volontaria e provvisoria messa a disposizione di terzi delle credenziali di login da parte del rider che prestava volontariamente il proprio account senza pretendere alcun beneficio economico. Tuttavia, con l'avvento della pandemia, la situazione è cambiata e le piattaforme hanno proceduto a reclutare telematicamente un numero considerevole di nuovi rider.

I carabinieri hanno scoperto numerosi casi di cessione di account per la consegna di cibo attraverso piattaforme online, tra il proprietario dell'account e il lavoratore effettivo, con l'intermediazione di caporali. Gli account sono registrati con documenti falsi e poi ceduti al rider che effettua la consegna, con una quota percentuale trattenuta dal caporale. Questa pratica consente al proprietario dell'account di ottenere ingenti profitti.

Numerose problematiche sono poi connesse ai veicoli utilizzati per il trasporto qualora gli stessi non siano conformi alla normativa di riferimento o non abbiano le caratteristiche per l’espletamento del servizio in argomento (problematiche legate, ad esempio, alla mancanza di assicurazione, casco, targa ecc). Si pensi, ad esempio, all’utilizzo di un velocipede a pedalata assistita difforme.

Il bilancio dei controlli

Durante i controlli, sono stati individuati 1609 lavoratori che operavano come ciclofattorini, oltre a diverse situazioni di cessione di account e irregolarità riguardanti la normativa di soggiorno sul territorio nazionale. Inoltre, sono stati controllati oltre 1500 rider per assicurare il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Sono stati sequestrati 22 mezzi non idonei alla circolazione stradale e sono stati interessati 36 Procure della Repubblica per l'ipotesi di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Gli account utilizzati in modo fraudolento sono stati eliminati con la collaborazione delle società di food delivery. Complessivamente sono stati impiegati 845 Carabinieri e agenti delle Polizie Locali.



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