Psichiatra aggredita a Pisa, fermato un uomo dalla polizia

In stato di fermo un 35enne italiano, che nel 2019 era stato in cura dalla dottoressa. L'accusa è di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e lesioni gravissime. Opposta resistenza alla polizia durante la perquisizione


Dalle 4 di questa notte un uomo di 35 anni, italiano, è in stato di fermo con l'accusa di essere il presunto autore del tentato omicidio premeditato nei confronti della psichiatra Barbara Capovani, aggredita venerdì 21 fuori dall'ospedale Santa Chiara di Pisa e ricoverata in fin di vita.

Il fermo è stato eseguito dalla polizia di Stato e disposto dalla procura di Pisa, in seguito alle indagini condotte dalla squadra mobile. Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa in questura, saranno forniti i dettagli.

La ricostruzione delle indagini

A seguito delle serratissime indagini iniziate alle 18 di venerdì 21 aprile 2023, dopo l'aggressione alla psichiatra, responsabile dell'unità funzionale Salute mentale adulti e Spdc del Santa Chiara di Pisa, la polizia di Stato di Pisa alle ore 4.10 di oggi 23 aprile, ha dato esecuzione al decreto di fermo emesso dal Procuratore della Repubblica f.f. presso il Tribunale di Pisa, Dr. Giovanni Porpora e dal Sostituto Procuratore Dr.ssa Lydia Pagnini, nei confronti di un italiano di 35 anni residente a Viareggio, pregiudicato per reati di indole violenta, con l’accusa di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e lesioni gravissime.

Il presunto autore dell'aggressione era un ex paziente. Individuato con telecamere e testimone

Il presunto autore, che era stato collocato in cura presso l’SPDC di Pisa nel 2019, secondo quanto emerso dagli approfondimenti investigativi tutt’ora in corso, nutriva forti rancori nei confronti della dottoressa, che lo aveva avuto in cura in quell’anno, elementi riconducibili anche dall’analisi dei social media dell’indagato. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura, diretti dal vice Questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita, l’uomo avrebbe tentato l’agguato già dal giorno antecedente alla brutale aggressione, presentandosi presso il reparto presso l’Ospedale Santa Chiara vestito con abiti scuri, coperto in parte da cappello e mascherina chirurgica con in spalla uno zaino. Tuttavia, l’intento criminale non sarebbe poi giunto a consumazione, poiché il primario, al momento del suo arrivo, non era presente in struttura.

Il 21 aprile, giorno dell’aggressione, il presunto autore si è presentato nuovamente in reparto, questa volta portando a compimento il proprio intento criminale, colpendo con un oggetto contundente ripetutamente al cranio la vittima, cogliendola di sorpresa alle spalle, mentre era chinata sulla propria bicicletta per rimuoverne il lucchetto e andare via alla fine del proprio turno di lavoro. L’azione è stata ripresa da una telecamera che ha cristallizzato a distanza i momenti dell’agguato e, partendo dalla scena del crimine e dalle caratteristiche fisiche e di abbigliamento dell’aggressore, è iniziata un’opera di ricostruzione a ritroso di tutti i movimenti compiuti dall’autore prima della commissione del delitto, che ha consentito, attraverso l’analisi di un numero ingente di telecamere acquisite degli investigatori intorno a tutta l’area oggetto di interesse e anche altrove, di risalire all’identità dell’autore.

Decisiva, oltre a quest’opera di capillare analisi e cristallizzazione di fonti di prova, è stata anche la testimonianza resa da una persona che, il giorno prima dell’aggressione, avrebbe interloquito con il presunto autore all’interno della struttura ospedaliera. Sottoposto ad individuazione fotografica, il testimone ha riconosciuto con certezza l’indagato. L’aggravante della premeditazione viene contestata non solo in ragione del fatto che, il giorno prima, l’autore avesse tentato di rintracciare la vittima indossando un abbigliamento indossato allo scopo di celare la propria identità, ma dal fatto che lo stesso, avesse portato anche dei diversi capi di abbigliamento, indossati nella fase antecedente e successiva al fatto, contenuti verosimilmente all’interno di uno zaino che portava in spalla, così come l’arma del delitto, allo scopo di garantirsi la fuga senza destare sospetti. Le precauzioni adottate non sono state tuttavia sufficienti: infatti dall’accurata analisi delle telecamere è stato possibile individuare la figura dell’indagato mentre, a volto scoperto, pochi minuti dopo la commissione del delitto viene immortalata mentre si allontanava a passo svelto in un punto distante circa 250 metri dalla scena del crimine.

L'esecuzione del fermo, il 35enne oppone resistenza. Trovate armi in casa

Nella tarda serata di ieri, gli investigatori della Squadra Mobile, su disposizione della Procura della Repubblica di Pisa, hanno acceduto all’interno dell’appartamento ove dimorava l’indagato in Torre del Lago allo scopo di eseguire la perquisizione. L’uomo si è opposto all’atto barricandosi in casa. Tale circostanza ha reso necessario lo sfondamento della porta. A seguito dell’irruzione l’uomo ha, dapprima, cercato di aggredire i poliziotti con dello spray urticante ma è stato immediatamente immobilizzato. Sotto il letto, nella camera, aveva anche occultata una balestra munita di diversi dardi. La perquisizione, eseguita successivamente con l’ausilio del personale del Centro Provinciale di Polizia Scientifica, ha fornito ulteriori elementi a riscontro di quanto sino a questo momento accertato, sono state effettuate diverse repertazioni e sono stati sequestrati anche il pc ed il cellulare in uso all’indagato.

A seguito di tutti gli accertamenti svolti l’uomo è stato sottoposto a fermo disposto dall’Autorità Giudiziaria. Dopo gli adempimenti di rito, i poliziotti lo hanno associato alla vicina Casa circondariale Don Bosco di Pisa. Si presume la non colpevolezza dell’indagato sino a condanna definitiva.


Coisp: "Eccellente lavoro d'indagine"

Il COISP, Sindacato Indipendente della Polizia di Stato rivolge un plauso al Questore di Pisa dottor Gaetano Bonaccorso e al personale della locale Squadra Mobile per l’eccellente lavoro di serrate indagini volte ad individuare l’aggressore della psichiatra dottoressa Barbara Capovani colpita con una spranga all’uscita del reparto di psichiatria dell’Ospedale di Pisa.

"A tutti coloro che sono stati coinvolti nel complesso sistema di indagini messo in campo va dunque un sincero ringraziamento per la grande prova di professionalità, l’intuito investigativo e attenzione dimostrata". Lo dichiara il Segretario Provinciale del Sindacato di Polizia Coisp di Pisa Simone Carnasciali.



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