Elezioni Siena, volti nuovi tra i candidati. Terzo Polo 'sfasciato'

(foto gonews.it)

Elezioni Siena, i candidati sindaco

Siena è uno dei tre capoluoghi chiamati al voto il 14 e 15 maggio assieme a Pisa e Massa e anche per la città del Palio si è a un punto di svolta. Luigi De Mossi, primo sindaco di centrodestra eletto nel 2018, non si è ricandidato e nessuno dei protagonisti tra i candidati sindaco ha scelto di concorrere per la carica. Volti nuovi, con anche retromarce e colpi di scena, come Siena ci ha abituato.

La coalizione di governo uscente, orfana di De Mossi più per scelta dei partiti che del sindaco, aveva prima scelto l'appoggio per il civico Emanuele Montomoli, e in seguito ha ritrattato preferendo la candidatura di Nicoletta Fabio. Cinque le liste a suo sostegno: Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia-Udc-Liberali e Riformisti, oltre alle civiche Siena, in tutti i sensi e Movimento Civico Senese.

Il centrosinistra, dopo la cocente sconfitta al ballottaggio 5 anni fa, tenta di tornare in gara con Anna Ferretti. Tre le liste in sostegno: PD, Indipendentisti e progressisti-Sinistra Italiana, Con Anna Ferretti Sindaca.

Non avrà l'appoggio del M5S, che si presenta in autonomia con Elena Boldrini candidata sindaco.

Il variegato mondo civico si è coalizzato con Fabio Pacciani. Ben 6 le liste in suo sostegno: Sena Civitas, Per Siena, Sì Patto dei Cittadini, Civici in Comune, Siena Sostenibile, In Campo, Riscrivere Siena.

Il già citato Montomoli ha una sua lista in appoggio alla candidatura di sindaco, così come Alessandro Bisogni ha il sostegno di Siena Popolare.

Il Terzo Polo segue le vicende nazionali, con Italia Viva in appoggio a Massimo Castagnini con il sostegno del sindaco uscente De Mossi, che ha una sua lista. Oltre a questa troviamo anche Castagnini Sindaco, Destinazione Terzopolo, Siamo Siena.

Siena in Azione è la lista in appoggio a Roberto Bozzi, sostenuto dal partito di Carlo Calenda.

Nel 2018 l'avvocato Luigi De Mossi vinse al ballottaggio contro Bruno Valentini, allora sindaco uscente.
De Mossi partì con un 24,24%, più che raddoppiando i voti (da 5.800 a 12.000) e la percentuale senza apparentamenti. Bruno Valentini era invece in vantaggio al primo turno con il 27,41% e nonostante l'apparentamento di Pierluigi Piccini la sconfitta arrivò per poco più di 400 voti.



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