Guerra al punteruolo nero che 'fa secco' il fico di Carmignano

Il Comune con l’Associazione Fichi Secchi di Carmignano e le Università di Firenze e Pisa scendono in guerra contro il punteruolo nero, un insetto non meglio identificato di origine orientale che da anni attacca gli albero di fico, uccidendoli.
Si tratta di un progetto finanziato per adesso dal Comune con 14mila euro, ma che è stato selezionato dall’Università pisana per partecipare anche a un bando della Regione che, se vinto, garantirebbe un’equipe di ricercatori per due anni. E questo vorrebbe dire la svolta.

Finora, infatti, poco o niente si sa di questo insetto nero della grandezza di uno scarafaggio, con lunghe ali affusolate e un punteruolo duro e aguzzo, se non che è la condanna di tutti i ficheti carmignanesi. E soltanto studiandolo si potrebbe arrivare a distruggerlo senza usare prodotti chimici e comprometterne i frutti.

“Siamo qui per iniziare questo percorso di studio, unica via verso la salvezza dei ficheti – ha spiegato la professoressa Francesca Dani, del dipartimento di Biologia dell’ateneo fiorentino, referente del progetto assieme a Barbara Conti, sua omologa pisana -. Il problema finora sono sempre stati i fondi. Per uno studio approfondito sono necessarie risorse e strumentazioni, per questo speriamo di vincere il bando regionale. Nel frattempo ringraziamo il Comune per l’impegno profuso e l’Associazione Fichi Secchi per averci coinvolti. È una bella sfida. Di questo insetto non sappiamo nulla e lo scopo è testare attrattori per catturarlo”.

Come ha spiegato l’assessore all’agricoltura Dario Di Giacomo, è impellente trovare una soluzione a questa piaga che mette in ginocchio una delle produzioni tipiche della tradizione carmignanese, il fico secco, per tutelare il quale è nata anche un’associazione presieduta ora da Azzurra Del Lucchese, una delle produttrici della prelibatezza locale.

“Oggi abbiamo iniziato un percorso importante – aggiunge il sindaco, Edoardo Prestanti -. Dopo questo sopralluogo, il prossimo step è un nuovo ficheto con 50 piante trattate con prodotti non chimici quale tentativo di selezionarne uno che salvi gli alberi dal punteruolo. E nel frattempo dita incrociate per il bando regionale. Abbiamo bisogno di un aiuto sostanzioso perché da soli sarà difficile vincere la battaglia”.



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