Bimba scomparsa, secondo gli inquirenti è per il racket degli affitti

La pista principale seguita al momento dagli inquirenti, secondo quanto spiegato dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli, per la scomparsa della piccola Kata riguarda il racket degli affitti all'interno dell'ex hotel Astor tra via Maragliano e via Monteverdi.

Sarebbero tre gruppi in competizione, due composti da cittadini peruviani, uno dei quali vicino alla famiglia della piccola scomparsa, un terzo di romeni.

Una 'camera d'albergo' in affitto, anche se lo stabile è occupato, va dagli 800 euro se senza bagno fino ai 1.500 con servizi.

Gli inquirenti, guidati da Tescaroli e dalla pm della Dda Christine von Borries e il sostituto Giuseppe Ledda, stanno continuando a ricevere le testimonianze degli occupanti dell'ex Astor al comando dei carabinieri come persone informate dai fatti.

La seconda pista, meno convincente ma non per questo scartata, è quella della pedofilia.

"Noi non c'entriamo niente"

Una donna di origine romena, che vive nel palazzo occupato, ha dichiarato alla stampa che "i romeni non c'entrano nulla, è tutto tra di loro. I peruviani lo sanno dov'è la bambina, i bambini giocano qua fuori, perché hanno preso la loro bambina e non una nostra? Perché si sono picchiati 10 giorni fa".

Il rifeerimento è all'episodio del 10 maggio, quando dopo un'aggressione un peruviano è finito in strada caduto da un piano dell'edificio. "Si sono picchiati per le stanze", afferma ancora la donna romena, convalidando in un certo qual modo la pista principale seguita per la sparizione.

Intanto si continuano a seguire anche le segnalazioni come quella di una bambina su una persona che avrebbe afferrato la piccola per portarla via. 



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