Cardiopatico deve rinnovare la patente ogni anno, ma la prima visita è dopo la scadenza. Il caso finisce in Regione

Cardiopatico, con una valvola meccanica installata e un defibrillatore, è obbligato per legge a rinnovare ogni anno la patente dopo una visita della commissione medica locale. Purtroppo, però, i tempi della sanità, come al solito, sono lunghi, troppo lunghi. A tre mesi dalla scadenza, lo scorso dicembre, ha fatto richiesta per la visita medica, ma l'appuntamento era disponibile non prima del 24 aprile, quando la patente sarebbe risultata scaduta da due mesi. La soluzione proposta era quella di un permesso provvisorio, ma da costo di 50 euro. L'uomo, Franco Pistolesi, 73 anni, di Castelfiorentino, si trova davanti ad un bivio: restare senza patente o pagare un ulteriore tassa per continuare a guidare.

Il caso è approdato anche in Regione. Enrico Sostegni, consigliere regionale Pd e presidente della commissione Sanità, ha infatti presentato un’interrogazione alla giunta toscana per conoscere “quali siano le tempistiche medie di esecuzione delle ‘visite speciali’ per ciascuna Azienda unità sanitaria locale toscana; se tali tempistiche evidenziano la necessità di apportare, per quanto di competenza regionale e delle rispettive Ausl, eventuali interventi migliorativi per rendere il servizio sempre più efficiente e tempestivo, tenuto conto delle esigenze specifiche dei cittadini con condizioni di salute particolari”.

«La vicenda che ha interessato il pensionato di Castelfiorentino – spiega Sostegni – venuta alla ribalta delle cronache locali recentemente, non è da sottovalutare, perché coinvolge un cittadino affetto da patologia cardiaca che a causa dei ritardi dell’appuntamento per la visita medica per il rinnovo della patente di guida è costretto a sostenere disagi logistici e oneri economici. Da quanto si apprende dagli organi d’informazione, nonostante la prenotazione della visita per il rinnovo sia avvenuta con largo anticipo – quasi tre mesi – rispetto alla scadenza della patente, sembrerebbe che sia stato programmato un appuntamento due mesi dopo tale scadenza, comportando, anche l’onere di sostenere uno specifico pagamento per poter guidare durante il periodo intercorrente tra la scadenza e l’effettuazione della visita. Viene quindi alla luce – prosegue Sostegni – una potenziale problematica “generale” per la quale si rende opportuno effettuare specifiche verifiche ed intraprendere, eventualmente, iniziative per rendere sempre più efficace e tempestiva l’espletazione delle visite. Per questi motivi ho pensato di investire del caso la giunta regionale e sarà mia cura informare sulle risposte che verranno».



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