"La poetica del colore", inaugurata la mostra di Mira Maodus a palazzo del Pegaso

Si è inaugurata oggi, negli spazi del Centro Expo di palazzo del Pegaso, la mostra “Mira Maodus, la poetica del colore” dedicata alla artista francese, di origine serba, Mira Maodus. La mostra, curata da Silvia Pampaloni, proseguirà fino al 16 marzo 2024. Alla presentazione sono intervenuti il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, il consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza, Francesco Gazzetti, la storica dell’arte Veronica Carpita, la curatrice e l’artista.

Dagli esordi figurativi ispirati all’espressionismo tedesco fino all’approdo all’astrattismo a Parigi, Mira Maodus ha concentrato la sua ricerca pittorica verso l’armonia della composizione. A partire dalla metà degli anni ’80, l’artista comincia a indagare la poetica della scrittura. Poche frasi, parole, lettere, segni svelati attraverso l’assemblaggio di colori che rimandano ai suoi artisti preferiti, precursori dell’Espressionismo e del Fauvismo. Approfondendo il suo incontro con la calligrafia giapponese, studiata in Giappone per sette anni, e associandola al rigore dell’alfabeto cirillico come tributo alle sue origini, Mira dedica il suo processo artistico all’esplorazione dell’universale sinfonia del segno.

Ispirata da sempre dalla grande poesia mondiale (Arthur Rimbaud, Aleksandr Puškin, Salvatore Quasimodo, Jovan Dučić, Sergej Esenin, Gabriele D’Annunzio, Paul Verlaine) Mira Maodus esprime le sue emozioni in sovrapposizioni complesse di colore, attraverso l’utilizzo delle antiche tecniche della realizzazione degli sfondi bizantini. Sintesi di questa ricerca di universalità è il polittico “Omaggio a Dante Alighieri” realizzato appositamente in onore della città di Firenze.

Questa mostra rappresenta anche la preziosa occasione di accostarsi per la prima volta in Italia ai versi del più noto poeta serbo, Jovan Dučić (1871 Trebinje, Bosnia - 1943 Gary, Stati Uniti), alla cui poetica Mira Maodus ha dedicato un’intera serie di quadri oggi ospitata nella collezione permanente del Museo Hercegovine a Trebinje (Bosnia Herzegovina). Diplomatico, scrittore e saggista, Jovan Dučić come poeta non è stato ancora pubblicato Italia, mentre da anni è ampiamente tradotto in Gran Bretagna e in Francia. Grazie alla presenza del quadro “Flying” gentilmente concesso dal Museo Hercegovine sarà possibile per la prima volta leggere la poesia in italiano, nella versione inedita della traduttrice Ana Ilic.

Di una “mostra stupenda e che sa arrivare dritta al cuore” ha parlato il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, che ha aggiunto: “Siamo davanti ad opere dove poesia e arte si fondono e dove i segni primordiali e le lettere raccontano la possibilità, attraverso idiomi e alfabeti differenti, che è possibile costruire un mondo di pace. È veramente qualcosa di stupendo e ringrazio Mira Maodus di averci voluto regalare questa bellezza e questo messaggio di speranza”.

“E’ un onore ospitare la mostra di un’artista di livello internazionale e profondamente legata al territorio livornese e toscano”, ha detto il consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza, Francesco Gazzetti. “E’ un allestimento bellissimo, dove emergono il colore, l’idea e il messaggio che sostengono le opere realizzate da Mira Maodus, dove si riconoscono le individualità e al tempo stesso la coralità degli individui. In questo momento storico è un messaggio straordinario, che ci invita a trovare i punti di incontro e non quelli di divisione”.

E proprio Mira Maodus ha sottolineato che il “messaggio che voglio mandare con queste opere è un messaggio di pace. Vorrei che tutto il mondo possa viveve all’insegna della dignità e che si arricchisca leggendo poesie e godendo la visione delle opere d’arte”. “Io – ha aggiunto – nell’arte cerco la spiritualità e mentre dipingo mi chiedo sempre cosa potrebbero dire Masaccio o Pietro della Francesca, perché questi pittori, in passato, hanno portato e donato la bellezza al mondo”.

La curatrice, Silvia Pampaloni, spiega che le opere in mostra propongono “una relazione che sta molto a cuore all’artista, la relazione tra arte, poesia e colore. In quest’occasione, per il luogo in cui sarebbe stata ospitata questa mostra, Mira ha realizzato un polittico dedicato a Dante Alighieri

La mostra “Mira Maodus e la poetica del colore” sarà visitabile fino al 16 marzo dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19; la domenica dalle 15 alle 19.

BIOGRAFIA. Mira Maodus è un’artista francese di origini serbe che vive e lavora tra Parigi, Belgrado, Trieste e Tokyo.
Nasce il 14 ottobre 1942 in un campo militare italiano a Medak, nei Balcani, dove la madre Sofija Tesla, nipote dello scienziato Nikola Tesla, si era rifugiata per sfuggire alla fucilazione.

Dopo la guerra la famiglia si trasferisce nella città di Belgrado. Sin da piccola Mira sviluppa una potente propensione per l’arte. Decide da ragazza di lasciare la Jugoslavia per seguire la sua vocazione, studiando prima alla Werkkunstschule di Francoforte (1965-1968), all’Accademia delle Belle Arti di Venezia (1969-1972) ed a l’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-arts a Parigi (1972-1975). Nel 1978 consegue un Master all’Università di Milano. Dopo un primo periodo più figurativo, ispirato all’espressionismo tedesco ed al fauvisme, Mira Maodus riesce a Parigi a esprimere con forza il suo talento di artista astratta, contrapponendo nelle sue composizioni cromatismi, simboli, parole e versi poetici in un vortice espressivo intenso. Grazie alla sua permanenza in Giappone, dove ha vissuto per sette anni, l’artista approfondisce lo studio della calligrafia come forma d’arte.

Dal 1973 espone in mostre personali e collettive in Francia, Serbia, Giappone, Italia, Belgio, Russia, Svizzera, Gran Bretagna, Cina, Stati Uniti, Canada. L’UNESCO ha scelto per 15 anni le sue tele come immagini delle carte augurali del nuovo anno. In occasione del 150 esimo anniversario, il Comune di Parigi (Mairie du 15ème) ha selezionato un’opera di Mira Maodus come simbolo delle celebrazioni.

I suoi quadri figurano nelle collezioni permanenti del National Museum e del Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado (Serbia), del Museum of Modern Art Banja Luka (Bosnia), dell’ Herzegovine Museum Trebinje (Bosnia Erzegovina), del National Museum Arad (Romania) e del Miyagi Museum of Art a Sendai (Giappone).

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa

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