La commissione d’inchiesta sugli eventi alluvionali del 29 e 30 ottobre e del 2 e 4 novembre 2023 in Toscana presieduta da Elisa Tozzi, (Fratelli d’Italia) ha tenuto, questo pomeriggio, lunedì 11 novembre 2024, le audizioni del direttore generale Anbi Toscana, Fabio Zappalorti, del presidente del Consorzio 3 Medio Valdarno, Marco Bottino, e del direttore generale Jacopo Manetti.
Il presidente Bottino, ormai in carica per pochi giorni ancora, dopo aver guidato il Consorzio per quindici anni, ha illustrato la situazione che ha interessato il territorio del Consorzio. “Quello che è accaduto a novembre è qualcosa di mai visto prima per termini di dimensioni dell’acqua e di proporzione di territori interessati. Una dimensione apocalittica delle precipitazioni che è andata a colpire una zona ad alta urbanizzazione, fatta quasi esclusivamente a danno dei fiumi. La maggior parte di quello che è accaduto è stato per il ‘sormonto’ degli argini da parte dell’acqua, che si è verificato in più casi, in numero superiore rispetto alle rotture arginali, che pure sono quelle che causano i maggiori danni”. Con la consapevolezza, ora basata sugli accadimenti, “che non c’è solo il rischio dell’Arno, ma abbiamo anche il rischio sui reticoli minori”.
Il Consorzio ha stilato “un elenco delle necessità per interventi sul nostro territorio: l’abbiamo quantificato in 356milioni di euro: di questi, avevamo già segnalato le necessità per 140milioni, le successive segnalazioni sono arrivate a seguito di ulteriori approfondimenti". “Il paradosso – ha proseguito Bottino – è quello di aver costruito moltissime casse di espansione, ma di aver trascurato l’adeguamento di argini fragili e desueti che sono rimasti più o meno quelli presenti quando in quelle stesse aree c’erano comunità agricole (come a Campi Bisenzio). Abbiamo enti in grado di assorbire le risorse e rimetterle sul territorio”. C’è però “l’altra faccia della medaglia, che ci può confortare, dove molto si è lavorato, molti sono stati i risultati: Poggio a Caiano, ad esempio, così come in intere zone di Prato dove l’acqua era di casa e ogni evento meteorico portava allagamenti diffusi. Abbiamo la prova provata che investire sul territorio serve molto”. E la Toscana, “ha la capacità ed enti in grado di assorbire le risorse e rimetterle sul territorio con la realizzazione dei necessari interventi”.
Il vicepresidente Francesco Gazzetti (Partito democratico) ha chiesto approfondimenti “sul Piano di interventi, avanzato anche grazie al rapporto col livello europeo, che quota oltre un miliardo e cento milioni di euro: interessante sapere a che punto siamo”. “Quando i soldi arrivano in Toscana – ha risposto Bottino –, la prospettiva di spenderli in tempi abbastanza rapidi è molto alta. A due condizioni: che arrivino con una certa celerità e che arrivino dal territorio nazionale al Consorzio. Noi siamo in grado di ottemperare alle nostre richieste di 356milioni”.
“Il commissario per l’emergenza Giani – ha spiegato Manetti – aveva tra i propri compiti quello di gestire le somme urgenze. In parallelo a questa attività, era stato richiesto anche un censimento delle attività di tipo D del codice di protezione civile volte al contenimento del rischio idraulico residuo. È stato sconsigliato di inserire in queste previsioni le casse di espansione, che non rientrerebbero in questa linea di finanziamento, riservata al ripristino delle opere e al loro miglioramento funzionale”. Si tratta comunque, è stato spiegato, “di una parte delle effettive esigenze a livello territoriale. Quando si dice un miliardo, che è una cifra corretta, si deve leggere come una parte connessa all’evento, non sostitutiva della programmazione ordinaria”. Per la manutenzione ordinaria, “sul Piano nazionale 2024 dovrebbero esserci 90milioni di euro”.
“Mi pare evidente che questa richiesta che la Toscana ha avanzato al Governo è indispensabile e di assoluta importanza. È assolutamente fondamentale ricevere una risposta quanto più celere a livello nazionale per poter dare le risposte attese ai territori”, ha osservato Gazzetti.
Il consigliere Marco Martini (Pd) ha ribadito “l’importanza del Consorzio di bonifica, che ha contribuito a dare sicurezza idraulica sul territorio. È importante investire bene prima. Il mio Comune (Martini è stato sindaco di Poggio a Caiano, ndr) ebbe la tragica alluvione nel 1992: opere necessarie completate nel 2014”.
La presidente Elisa Tozzi ha chiesto chiarimenti rispetto a valutazioni già espresse dal presidente Bottino, “quando ha detto che sul reticolo minore è stato fatto pochissimo” e riguardo “alla possibilità consentita dalla legge che i presidenti di Regione agiscano come commissari del Governo: se si ricordano opere in Toscana connotate con quel tipo di potere riconosciuto dalla legge”. Bottino ha puntualizzato il contenuto delle sue dichiarazioni, spiegandone il senso. “Si è fatto poco sul reticolo minore, perché in termini di manutenzione strutturale non costituiva pericolo. Si è fatto moltissimo dal punto di vista della manutenzione ordinaria. Il commissario – ha proseguito Bottino – è uno strumento a nostro giudizio di grande validità, perché uno dei nostri peggiori nemici sono i tempi tecnici di attesa tra la progettazione che siamo in grado di svolgere in tempi abbastanza rapidi e la successiva vidimazione e trasformazione in risorse. Con il commissario, grazie a un rapporto diretto. Noi abbiamo agito sul Mensola in un anno e mezzo sulla base di un provvedimento del Governo Renzi sulle città green. Ricordo un'altra esperienza a Grosseto e poco più. E ricordo che ad oggi non abbiamo un commissario alla ricostruzione”.
“Il tema delle arginature è emerso con chiarezza in questa occasione – ha commentato la presidente –, insieme all’aspetto di uno scarso utilizzo dei poteri commissariali riconosciuti dalla legge, almeno sulle opere di competenza del Consorzio che abbiamo sentito in questa occasione”.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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