Il Tar riconosce il “lavoro in ambiente ostile” in carcere e chiede risarcimento per un'agente in pensione

“La sentenza della prima sezione del Tar della Toscana a favore di una nostra collega agente di polizia penitenzia, ora in pensione, che riconosce “il lavoro in ambiente ostile” ed impone al Ministero della Giustizia un risarcimento, è un segnale importante per tutti quelli che lavorano in carcere”.

E’ il commento del segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo che sottolinea che il richiamo è all’articolo 2087 del codice civile (“adottare nell’esercizio dell’impresa le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore”) che rappresenta un generale obbligo di sicurezza nei confronti dei prestatori di lavoro e costituisce il principale riferimento in tema di tutela dell’integrità fisica e morale del lavoratore in qualsiasi ambiente di lavoro si svolga.

Nello specifico il Tar ha riconosciuto un danno biologico-psichico per l’agente pari al 14% legato allo stress dell’ambiente di lavoro e al di là dell’entità del risarcimento che sarà deciso è un fatto significativo non solo in materia di giurisprudenza.

"E’ piuttosto il riconoscimento – afferma Di Giacomo – di quanto sosteniamo da sempre: le condizioni di lavoro nelle carceri, dove lo Stato ha perso ogni controllo, non rispettano sempre prima di tutto la sicurezza del personale e producono il rischio quotidiano degli agenti per la propria incolumità personale (2000 casi di aggressioni e violenze di detenuti da gennaio a settembre), oltre ad incrementare le condizioni di stress che producono un numero alto di malattie professionali e giorni di malattia. Non trova per noi alcun alibi la mancata osservanza di obblighi minimi di sicurezza a differenza di quanto accade in una fabbrica o in un cantiere. Per questo – dice Di Giacomo - non smetteremo di rivendicare la dignità dei servitori dello Stato che nello svolgere il proprio dovere quotidianamente oltre a rischiare la propria incolumità fisica, lavorano ormai da sempre con turni di 12-14 ore, accumulando decine di ore di straordinario e soprattutto decine di giorni di ferie non godute”.

Fonte: Ufficio Stampa

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