Ristrutturazione servizi Vinci, Pandolfi (In Comune): "La delibera è una delega in bianco"

Giuseppe Pandolfi

Il PD di Vinci per bocca del suo segretario, della sua capogruppo, dichiara che le opposizioni partono da preconcetti per boicottare a priori un progetto di miglioramento che ha riscosso il plauso degli elettori PD durante la campagna elettorale. Andando oltre, accusa anche le opposizioni di fare polemiche senza entrare nel merito. Peccato che il merito non esista: la protesta delle opposizioni nasce proprio dal fatto che la delibera in voto il 29 gennaio non diceva assolutamente NIENTE sui contenuti mirabolanti della ristrutturazione di uffici e servizi: non spiegava al consiglio comunale quali servizi si intende potenziare, quali rendere più efficienti, quali eventualmente esternalizzare (come prevede la legge nazionale, il TUEL). La delibera passata con il solo voto PD è praticamente una delega in bianco che trasferisce il potere di indirizzo dalla sede propria (il Consiglio Comunale, assemblea elettiva) alla giunta comunale, organismo esecutivo.

I cosiddetti “principi” della ristrutturazione citati nella delibera sono quei criteri generali che già la legge nazionale (testo unico lavori pubblici) prescrive alle amministrazioni pubbliche: miglioramento efficienza, valorizzazione competenze, capacità di perseguire gli obbiettivi programmati. Criteri così generici e banalmente incontrovertibili che non ci fanno neanche capire se verranno prese direzioni da noi condivisibili. L’efficienza di una macchina comunale si misura anche dalla capacità di dare risposte ai cittadini, che si tratti di gestione del territorio o di servizi per l’infanzia, o di manutenzione degli spazi pubblici, non solo dal fatto di risparmiare soldi accorpando due uffici o appaltando all’esterno.

Può darsi che gli scriventi siano in buona fede, o forse abbiano dato una lettura superficiale agli atti in votazione, ma dire che si è scelto di “…dare questo progetto alla ditta DASEIN, che ha esperienza trentennale nella riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni “ è una pura falsità: la relazione consegnataci NON è UN PROGETTO, è uno studio che enuncia in fondo diverse ipotesi di riorganizzazione delle competenze interne (7 sono le ipotesi enunciate) e indica anche alcuni criteri di razionalizzazione (tipo fare un solo ufficio anagrafe riducendo i servizi per risparmiare…) ma la scelta viene demandata alla amministrazione. In Consiglio abbiamo già polemizzato sul “pasticciaccio” combinato con questa delibera, che richiama esplicitamente l’incarico alla Dasein il cui rapporto finale viene prima negato alle opposizioni in quanto “non va votato” (come se i consiglieri comunali dovessero leggere solo le delibere preparate dalla giunta e dagli uffici….), poi viene dichiarato “ancora in bozza”, poi viene dichiarato agli atti ma disponibile solo con accesso agli atti dei consiglieri, poi negato alla consegna in quanto “pieno di errori” riscontrati dagli uffici, infine consegnato per mail ai consiglieri di opposizione alle 16 del giorno del Consiglio con obbligo di riservatezza: dire che alla mancanza di trasparenza si aggiunge una certa dose di approssimazione ci sembra il minimo.

Far votare una delibera che richiama un incarico che non ha prodotto atti pubblici consultabili da cittadini o eletti denota una cultura politica insofferente dei controlli, della partecipazione e della democrazia stessa, e la messa a disposizione all’ultimo tuffo di una relazione di 120 pagine (sarà quella ufficiale? quando è stata protocollata?), ovviamente fuori tempo massimo per poter essere davvero letta e capita dai consiglieri di opposizione, è solo una toppa tardiva. Una brutta giornata per il Consiglio Comunale, che si cerca ora di far passare per una aurea vittoria di una “riformissima” della macchina comunale della quale NESSUNO ha potuto sapere (e votare) nulla il 29 gennaio.

Giuseppe Pandolfi - In Comune per Vinci

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