
Sono quindici le persone indagate per l'alluvione di novembre 2023 in Toscana. Otto le persone decedute nella nostra regione, due quelle nel Pratese: la procura di Prato ha chiuso le indagini.
Sono stati notificati gli avvisi di conclusione indagine a amministratori in carica all'epoca dei fatti, tra questi il sindaco di Montemurlo Simone Calamai (ancora in carica) e l'ex primo cittadino di Prato Matteo Biffoni.
Oltre all’accusa di omicidio colposo, è contestata anche quella di disastro colposo. Indagati anche dirigenti della protezione civile locale e dipendenti di Autostrade, questi ultimi per il crollo del manto all'altezza del casello di Prato Est, e del Consorzio di Bonifica, oltre all'assessore alla protezione civile, Valentina Vespi ed alcuni tecnici del Comune di Montemurlo.
"Questa mattina mi hanno notificato un avviso di garanzia in relazione all'alluvione del 2 novembre 2023. Non entro nel merito, quello lo farò nei luoghi deputati. Quello che voglio ribadire è il massimo sforzo possibile, continuo, senza sosta, con un impegno costante nella gestione delle emergenze e in generale sul piano di protezione civile". Queste le parole dell'ex sindaco di Prato Matteo Biffoni sui suoi profili social. "Sapete bene cosa sono stati quei giorni. 155 mm di acqua venuti giù in 4 ore. Una tragedia che ha colpito la nostra città con una violenza imprevedibile, in zone mai colpite prima da fenomeni del genere", aggiunge l'esponente del Partito democratico che, tornando a ricordare quei giorni, ringrazia "ancora una volta tutti. I colleghi di giunta, i sindaci della provincia, tutto il sistema di protezione civile. Con l'impegno, il cuore e l'anima che ci abbiamo messo sempre per la nostra comunità, per il nostro territorio".
"Siamo dispiaciuti, ma allo stesso tempo siamo tranquilli e fiduciosi, in quanto siamo assolutamente consapevoli dell'operato svolto dal Comune di Montemurlo nella terribile circostanza dell'alluvione del 2 novembre e precedentemente - dicono Calamai e Vespi - Un lavoro che abbiamo sempre portato avanti nell'interesse massimo per tutta la collettività. Il Comune Montemurlo ha fatto tutto quello che poteva mettere in atto a tutela della sicurezza dei cittadini di fronte ad un evento di portata eccezionale, la cui evidenza è chiara a tutti. L'amministrazione comunale ha sempre svolto un lavoro puntuale e totalizzante, senza mai risparmiare un briciolo di energia di fronte alle esigenze dei nostri cittadini e del territorio. Anche in quell'occasione abbiamo fatto tutto ciò che operativamente era possibile, di fronte ad un fenomeno straordinario, come d'altronde dimostrano le ripercussioni che ha avuto e che sono andate ben al di là delle zone sotto indagine. Per questo attendiamo con fiducia l'operato della magistratura".
Antonio Tumolo, 84enne, morì nella frazione di Figline dopo esser stato travolto dalla piena del Bardena. Alfio Ciolini, 85enne, venne trovato a Montemurlo senza vita nella casa invasa dall'acqua. Intorno ai loro decessi avvenuti a novembre 2023 ruotano le accuse.
I Commenti
"Voglio esprimere la massima fiducia nel lavoro che gli amministratori di Prato e Montemurlo hanno effettuato durante la dolorosa alluvione del novembre 2023. Sono persuaso che da parte di tutti ci sarà la possibilità di chiarire i fatti e l’operato. Come sempre, confido nel buon lavoro della magistratura. E, come il segretario del Pd Biagioni, mi auguro che tutto ciò avvenga in tempi ragionevoli", Così Marco Martini, consigliere regionale PD, a proposito della notizia sulle indagini post alluvione 2023.
"Giusto appurare responsabilità, ma il vero risarcimento è un cambio di passo nella gestione del territorio. Gli indagati, innocenti fino a prova contraria, spiegheranno le loro ragioni nelle dovute sedi. Sicuramente, nella gestione dell'emergenza, alcuni sindaci, molte imprese locali, la protezione civile hanno fatto il massimo; purtroppo, è mancata la prevenzione. È evidente che qualcosa non ha funzionato ed è altrettanto evidente che la Regione, dopo oltre 15 mesi dalla drammatica alluvione, ha fatto troppo poco. È fondamentale fare luce su tutte le responsabilità e capire come siano o non siano spesi i finanziamenti dati dallo Stato, ammesso che si siano tradotti in opere e manutenzione - prosegue Mazzetti - Ciò che più preoccupa, infatti, è che non c'è stato, da allora, un cambio di passo nella prevenzione e nel contrasto al rischio idrogeologico, con la compartecipazione dei consorzi di bonifica nella manutenzione degli argini. L'alluvione è una ferita aperta, bisogna cambiare approccio. Bene la giustizia, con i suoi tempi, ma è prioritario il cambio di strategia". Così Erica Mazzetti, deputata e responsabile dipartimento lavori pubblici di Forza Italia e membro della Commissione ambiente alla Camera.
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