
Ringraziamo il Sindaco per l’attenzione prestata alle 10 questioni che abbiamo ritenuto opportuno porre per sollecitare un necessario approfondimento delle problematiche relative al Project Financing inerente l’ammodernamento e la messa in sicurezza dello Stadio Carlo Castellani.
Siamo un po’ dispiaciuti che, invece, non abbia ritenuto necessario soffermarsi sulla pacata segnalazione al riguardo e della mancata risposta ai nostri accessi agli atti. Laddove si rivendica una condotta trasparente, venire meno agli obblighi di trasparenza imposti alla Pubblica Amministrazione, rappresenta una palese contraddizione. Sarebbe stato sufficiente che, dalle sue parole, fosse emerso un sincero dispiacere per quanto accaduto, assieme alla promessa di un suo intervento personale per snellire le procedure burocratiche.
Tutto questo, invece, non è avvenuto. Inoltre, ricordiamo che, stando alla normativa adottata come riferimento e cioè il D.Lgs. 38/2021 (la cd legge Stadi), “il soggetto che intende realizzare l’intervento presenta al Comune … , un documento di fattibilità delle alternative progettuali… corredato di un piano economico-finanziario”. Di tale documento di fattibilità e dell’allegato piano economico-finanziario abbiamo potuto prendere visione solo dei dettagli descritti e trattati durante il percorso partecipativo. Ma di tali documenti non hanno potuto prendere visione neppure i Consiglieri comunali, come ci hanno specificato tutti coloro che abbiamo incontrato tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio. Neppure a questo è stato dato riscontro. Registriamo e sottolineiamo, perché la forma è sostanza.
Nel merito delle 10 domande (che non sono le uniche che ci siamo posti, ma solo – forse – le più rilevanti), il Sindaco, in un intervento consegnato alla stampa, ha inteso rispondere rimandando più volte a quanto emerso durante il percorso partecipativo, aspetti che la Giunta Comunale, con la delibera di indirizzo amministrativo n. 4 del 15/01, ha voluto recepire; contestualmente, nel suo intervento, il Sindaco ha anche rimandato molte delle questioni alle due Conferenze dei Servizi, preliminare e decisoria, che si svolgeranno nelle prossime settimane. Le risposte giungono da voce autorevole, la più autorevole in seno all’Amministrazione Comunale di Empoli, ma esse, ben lungi dall’essere risolutive, lasciano comunque tutte le questioni ancora sospese sul tavolo. Non possiamo comunque non sottolineare con rammarico che, al momento, tutto sembra essere ricondotto ad una questione meramente amministrativa.
C’è un Decreto Legge, il 38/2021, che parla di “procedimento amministrativo” e che certamente è uno strumento che offre delle opportunità, ma difficilmente può essere considerato impositivo. C’è una delibera della Giunta Comunale di “Indirizzo politico amministrativo” e c’è un “procedimento amministrativo” da avviare mediante indizione di una Conferenza dei Servizi Preliminare. In questa vicenda la parola “politica” compare per la prima volta proprio in una Delibera, appunto, di indirizzo politico amministrativo della Giunta. Tutto pare ridotto a pratiche burocratiche, leggi da rispettare, iter da seguire, delibere da assumere. Tutte cose giuste e doverose, ma alle quali a nostro avviso manca un “prima” e un “durante”: il “prima” è una visione della città dalla quale emerga che, proprio in quel quartiere, si ritiene strategico realizzare uno stadio modernissimo con annesso centro commerciale, altri servizi e una modifica sostanziale della viabilità; il “durante” è il dibattito in Consiglio Comunale, oltre che in un necessariamente parziale, ancorché meritorio, percorso partecipativo, nel quale si discuta della visione suddetta e della proposta dell’Empoli Calcio, che la dovrebbe incontrare e su di essa convergere.
Da quanto emerge dai documenti pubblici a nostra disposizione, è invece il Comune di Empoli a convergere su una proposta dell’Empoli FC, che “il Sindaco ha manifestato la propria disponibilità a valutare favorevolmente” e che anche la Giunta Comunale ha deliberato “di valutare positivamente”. La questione non è il metodo seguito, che immaginiamo essere scrupoloso, come nella migliore tradizione delle amministrazioni empolesi, ma il merito delle decisioni.
Le nostre domande intendevano tenere desta l’attenzione su alcuni aspetti controversi del progetto, nonostante l’entusiasmo che può nascere in qualcuno alla sola idea che a Empoli, cittadina di neanche 50.000 abitanti, venga costruito uno stadio avveniristico come l’Allianz Arena di Monaco di Baviera, che di abitanti ne ha un milione e mezzo con un rapporto tra abitanti e capienza dello stadio di 1/20, contro 1/3 del futuro Castellani. Perché l’entusiasmo poi negli anni svanisce, ma gli effetti di eventuali decisioni sbagliate si ripercuotono all’infinito. Ben venga, quindi, la calma auspicata dal Sindaco La cosiddetta Legge Stadi è uno strumento molto controverso che rende possibili le peggiori speculazioni finanziarie e urbanistiche, come stiamo vedendo da qualche anno in tutta Italia. Il nodo centrale è l’interesse pubblico e rimandare la definizione alla Conferenza dei Servizi preliminare è una scelta formalmente corretta ma politicamente discutibile.
Dal comunicato del Sindaco prendiamo atto del fatto che il piano economico-finanziario esiste (anche se nessuno dei Consiglieri Comunali, come detto, sembra averlo letto fino a non molto tempo fa) ma che da questo non si possa ancora capire in quale misura il Comune dovrà contribuire al rientro economico dell’investitore. Non è esattamente una questione da poco: se non si conosce il valore del bene, non si può calcolare l’impegno per acquisirlo o contribuire alla spesa. I 55 milioni di costo previsti, allo stato attuale, sono solo un numero da verificare. Dovremo quindi aspettare l’asseverazione.
Peraltro, il Sindaco ha dichiarato che non sono state valutate proposte alternative meno impattanti e quindi meno costose e non è stato neppure richiesto al proponente di valutarle. Il progetto è quello, prendere o lasciare. Sul fatto che “il comune non può certo investire decine di milioni di euro per rifare curve, maratona, tribuna e campo” si potrebbe aprire un altro argomento, che riguarda il canone risibile che attualmente l’Empoli Calcio sta versando al Comune di Empoli per l’utilizzo pressoché esclusivo dello Stadio Castellani, soprattutto se confrontato con cosa avviene a pochi chilometri di distanza, pur con le ovvie e dovute proporzioni.
Di fronte ad ipotetico costo dell’operazione di 55 milioni, si ritiene percorribile la strada di cedere la proprietà “ove necessario” di immobili pubblici, si ritengono eticamente corretti l’esenzione del gestore dal pagamento della TARIC (il fatto che il tributo sia versato a ALIA non ne cambia la natura, in quanto ALIA è SpA di cui il Comune di Empoli possiede quasi il 4% delle azioni) e l’eventuale alienazione dello stadio per 73 anni. E’ chiaro che “diritto di superficie” è cosa diversa dalla “cessione del diritto di proprietà”, ma il risultato è di fatto lo stesso e i cittadini empolesi, e neppure tutti, potranno usufruire dello stadio solo sporadicamente per le prossime tre generazioni. Il sussidiario non resterà pubblico, perché semplicemente, non esisterà più, in quanto trasformato in parcheggi e aiuole (“attività collettive e/o a verde pubblico”), perdendo quindi la sua attuale funzione sportiva. Dalla risposta del Sindaco intuiamo che l’impatto commerciale e sociale del progetto sul tessuto commerciale e urbano del quartiere e della città causato dall’apertura di un nuovo centro commerciale delle dimensioni di poco inferiore del Centro Coop di via Sanzio non è stato ancora valutato. Il fatto che per legge non si possa parlare di centro commerciale non ne cambia la sostanza e tale, di fatto, rimane.
Appare abbastanza chiaro che, a operazione ultimata, Empoli sarà sicuramente meno verde e più cementificata e, almeno al momento, non si sono fatti studi sul possibile impatto sulle falde idriche sotto lo stadio, che saranno interessate certamente dai lavori di scavo. La famigerata Legge Stadi prevede certamente tutta una serie di agevolazioni e di corsie preferenziali per lo snellimento delle procedure burocratiche, a patto che, oltre al “raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario” si presti attenzione alla “valorizzazione del territorio in termini sociali, occupazionali, economici, ambientali e di efficienza energetica”.
Ebbene, da quanto sinora emerso, pare che quasi tutta l’attenzione sia concentrata sul primo obiettivo, mentre il secondo è ancora circondato da molti grandi punti interrogativi. In attesa che la Conferenza dei Servizi Preliminare, come la panacea di tutti i mali, esprima il suo (forse) definitivo verdetto. Attendiamo fiduciosi e attenti!
Comitato Stadio Sì ma non così
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