Maxi frode fiscale da 100 milioni, operazione anche in Toscana

Le operazioni, che interessano tutto il territorio nazionale, si stanno svolgendo in coordinamento con 39 reparti del Corpo in 28 province italiane. Tra queste anche Firenze e Pisa


Maxi operazione 'Ombromanto' della Guardia di Finanza di Reggio Emilia. Scoperta un'importante frode fiscale da oltre 100milioni di euro che ha coinvolto 400 aziende, di cui 40 fittizie utilizzate come 'cartiere' per emettere fatture false e 369 beneficiarie di compensazioni indebite. Le operazioni in corso sono coordinate con 38 reparti del Corpo su tutto il territorio nazionale in 28 province, tra cui Pisa e Firenze.

Il Comando Provinciale di Reggio Emilia e altri reparti della Guardia di Finanza, sotto la direzione del Procuratore Capo, dott. Calogero Gaetano Paci, stanno conducendo un'importante operazione su scala nazionale per fermare un'associazione criminale che organizzava frodi fiscali su larga scala.

Sono in corso perquisizioni e sequestri di beni, tra cui denaro, immobili e crediti, per un valore complessivo di quasi 70 milioni di euro. Gli indagati, 179 in totale, sono stati notificati con un provvedimento del GIP che ha disposto il sequestro preventivo dei beni. Di questi, 87 sono persone fisiche, di cui 40 residenti in Emilia Romagna (21 nella provincia di Reggio Emilia), insieme a 4 aziende coinvolte nell'organizzazione.

Le indagini hanno rivelato che il gruppo criminale, con base a Reggio Emilia, utilizzava società fittizie (le cosiddette 'cartiere') e fatture false per creare crediti inesistenti. Questi crediti venivano poi ceduti a imprese con debiti reali nei confronti del fisco, che anziché saldarli direttamente accettavano i crediti falsi, pagando una percentuale all'organizzazione, senza che lo Stato ricevesse nulla. Complessivamente, 400 aziende sono state coinvolte, di cui 40 fittizie e 369 beneficiarie delle indebite compensazioni. I guadagni illeciti, pari a 70 milioni di euro, venivano prelevati in parte in contante (tramite 'prelevatori') e trasferiti su conti esteri.

La truffa ha visto il coinvolgimento di professionisti, tra cui commercialisti e notai, ma al momento non sono state adottate misure nei loro confronti. Tra gli indagati figurano anche persone già coinvolte in operazioni precedenti, tra cui una sottoposta a misura cautelare nell’ambito di un’indagine sul narcotraffico internazionale.

L'operazione si sta svolgendo in coordinamento con 38 reparti del Corpo in 28 province italiane, tra cui Reggio Emilia, Bologna, Firenze e Pisa. Le indagini sono supportate da un'accurata analisi documentale e dei movimenti bancari, oltre che da intercettazioni telefoniche, che hanno permesso di ricostruire le connessioni tra i membri dell'organizzazione.

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