Bruno Beatrice, il Consiglio regionale a fianco della famiglia per chiedere giustizia

 Sono passati ormai quasi quarant’anni dalla morte di Bruno Beatrice, centrocampista della Fiorentina a metà degli anni Settanta. Fu stroncato nel 1987 a 39 anni da una leucemia. La famiglia è ancora impegnata nella ricerca di verità e giustizia per far luce su quella morte prematura, sulle circostanze e le cause che la determinarono. Il Consiglio regionale ha confermato il proprio sostegno, accogliendo oggi il figlio Alessandro Beatrice ed esponendo, al suo fianco, lo striscione che chiede ‘Giustizia per Bruno Beatrice’ nella sala Fanfani del palazzo del Pegaso. I consiglieri Marco Casucci, vicepresidente dell’Assemblea toscana, Vincenzo CeccarelliAndrea Vannucci e Massimiliano Baldini hanno voluto rappresentare personalmente la vicinanza della massima istituzione toscana a una famiglia che si è sempre mossa unita e determinata – con il figlio Alessandro, la moglie di Bruno, Gabriella Bernardini, e la figlia Claudia – in tutti questi anni.

“Nonostante le difficoltà e le delusioni incontrate, la famiglia Beatrice ha intrapreso una lunga e coraggiosa battaglia, non ha mai smesso di cercare la verità. Credo che uno dei compiti principali delle istituzioni sia stare al fianco di chi chiede trasparenza, verità, giustizia. Lo dobbiamo ai cittadini, in questo caso a sportivi, affinché venga fatta piena luce sul suo caso, come su quello di altri giocatori”, ha dichiarato Marco Casucci, che ha ricordato il “trattamento radioterapico” al quale fu sottoposto Bruno Beatrice. “Prevedeva un uso massiccio di raggi x e durò circa tre mesi, per curare una pubalgia cronica che l’aveva costretto a sospendere l’attività agonistica”.

Vincenzo Ceccarelli ha ricordato la mozione approvata nel 2023 dal Consiglio regionale della Toscana, per chiedere la costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta, “per cercare di venire a capo di ciò che fino ad ora la giustizia non è riuscita ad appurare. Oggi siamo di nuovo qui, per dare forza a questa famiglia e a tutti coloro che chiedono chiarezza e trasparenza. È una questione di civiltà, non solo di vicinanza umana”.

“Quella di oggi è una giornata importante – ha detto Alessandro Beatrice –, più unica che rara. Si celebra una unione con le istituzioni che per noi rimarrà per sempre. La nostra ricerca della verità e della giustizia non si ferma, noi abbiamo davanti questa esigenza tutte le mattine quando ci alziamo. È giusto farlo anche per tantissimi altri sportivi che se ne sono andati per morti misteriose. Non possiamo lasciare che il dolore inflitto dalla perdita di un babbo, di un marito, di un nonno rimanga senza verità e senza giustizia”.

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