Referendum, il segretario CGIL Toscana: "Lavoro e cittadinanza, cambiare si può e si deve"

Un momento dell'intervista

Rossano Rossi intervistato a Radio Lady dal direttore di gonews.it Giovanni Mennillo espone la posizione del sindacato sulle tematiche poste nei quesiti


“Vogliamo dare un futuro migliore ai nostri figli, perché questo mondo del lavoro è diventata una sorta di schiavitù”.

Non usa mezze parole Rossano Rossi, segretario CGIL Toscana, intervistato ai microfoni di Radio Lady dal direttore di gonews.it Giovanni Mennillo, per spiegare la posizione della Confederazione sui cinque quesiti posti dal referendum che si terrà l'8 e il 9 giugno.

“Con i quattro referendum dedicati alle tematiche occupazionali vogliamo imprimere un cambio di rotta ormai non più rimandabile – afferma Rossi –. In ufficio come in cantiere, si respira una brutta aria: sia per i salari esigui (tra i più bassi d’Europa) che per la precarietà devastante, nonché per una deregolamentazione che ha reso tante situazioni troppo arbitrarie e sempre sbilanciate dalla parte del titolare. Esempio massimo è il Jobs Act, di cui un quesito chiede l’abrogazione: con esso il datore di lavoro può licenziare il dipendente anche senza giusta causa, pagandogli un indennizzo irrisorio”.

Indennizzi adeguati, secondo Rossi, dovrebbero ricevere anche i dipendenti di aziende con meno di 15 dipendenti, che non erano soggetti originariamente all’art. 18 e che rappresentano una quota importante della realtà produttiva dell’Empolese Valdelsa e della Toscana.

Altro tema molto sentito dalla CGIL e compreso nei quesiti referendari è l’abolizione della legge sugli appalti a cascata. “Questa legge va eliminata – tuona il segretario della Confederazione – o almeno va definita come responsabile l’impresa committente dei lavori. Oggi è possibile ricorrere a una catena di appalti e subappalti che, come l’unica ratio, ha la speculazione sulle spalle dei lavori, peggiorando a le condizioni dei lavoratori, in particolare sulle questioni di sicurezza. Basti pensare – prosegue – che nel cantiere dell’Esselunga di Firenze, in cui si è verificato un terribile incidente che ha ucciso cinque operai, erano impegnate ben 62 aziende. Ci sono voluti sette giorni per individuare a quale ditta facesse riferimento uno degli operai deceduti”.

Sulla cittadinanza, tema del quinto quesito referendario, il segretario illustra chiaramente l’orientamento della CGIL. “Abbiamo abbracciato questa battaglia con decisione, avendo visto quanti giovani partecipano ai nostri eventi, sia italiani che quelli ancora considerati stranieri dallo Stato. Tutti loro, insieme, chiedono che vengano abbassati da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza”.

 

Notizie correlate



Tutte le notizie di Toscana

<< Indietro

ISCRIVITI alla newsletter quotidiana di gonews.it

Ogni giorno alle 19 le notizie più importanti

torna a inizio pagina