
Dopo il rinvio a causa delle Amministrative 2024, il referendum di Empoli sulla Multiutility è stato messo a tutti gli effetti nel congelatore. Nonostante si tratti di un oggetto 'ingombrante', furono raccolte oltre 4mila firme, oggi non c'è una data e oggettivamente nemmeno troppa fretta di trovarla.
Ad aprire il freezer è il Comitato Trasparenza per Empoli che mira al 'disgelo' dell'istituto in occasione delle Regionali 2025. Oggi è stato presentato infatti il Comitato per il Sì al referendum che mira in questa fase a fare pressioni sul consiglio comunale per apportare le modifiche necessarie al regolamento sugli istituti di partecipazione e permettere l'accorpamento del referendum con le Regionali 2025 che verosimilmente saranno ad ottobre.
Il Comitato Trasparenza per Empoli parla senza mezzi termini di "schiaffo alla democrazia": "Dopo il rinnovo del consiglio comunale - spiega Marco Cardone - era possibile trovare una data, siamo a maggio e quasi non se ne sente parlare. Oltre 4000 cittadini hanno chiesto il referendum, ma l'Amministrazione tace. Poteva essere accorpato ai referendum nazionali di giugno con una piccola modifica al regolamento, risparmiando soldi pubblici e incentivando alla partecipazione, era la scelta più logica, ma così non è stato. Adesso chiediamo di accorpare il referendum alle Regionali, lo Statuto comunale e le leggi nazionali lo permettono, serve solo la volontà politica"
La "volontà politica" del consiglio comunale
Il congelatore, però, va aperto in due, a partire proprio dalla "volontà politica" del consiglio comunale: l'attuale 'regolamento degli istituti di partecipazione', infatti, non permette di accorpare il referendum a nessuna elezione; quel regolamento, però, è da mesi in discussione in consiglio comunale per adeguarlo al nuovo Statuto comunale, che peraltro proprio in tema di referendum modifica alcuni parametri non proprio secondari, come il numero di firme necessarie per avviare l'iter, e consiglia l'accorpamento con altre elezioni ad esclusione di quelle comunali o circoscrizionali.
Insomma quel regolamento 's'ha da modificare' in ogni caso, come peraltro ha riconosciuto anche l'Amministrazione che da tempo si è impegnata alla modifica, ma senza fretta. Una Commissione speciale è stata incaricata di rivedere il regolamento e solo lo scorso 15 aprile fu approvata all'unanimità in consiglio comunale che prevedeva appunto la 'stesura e l'approvazione' del regolamento. La mozione, presentata dai gruppi BE - Siamo Empoli e M5S chiedeva l’approvazione, entro 90 giorni, dei regolamenti attuativi per gli istituti di partecipazione, ma la maggioranza ha modificato con un emendamento la proposta lasciando sine die l'attuazione togliendo appunto l'indicazione dei tempi. La volontà di attuare la modifica c'è, ma non si dice quando. BE-M5S propose un emendamento all'emendamento per allungare i termini fino ad un anno, ma è stato bocciato.
A seguito della successiva polemica la consigliera Viola Rovai (PD) aveva puntualizzato che "non capisco perché ogni volta si presuppone che togliere i termini significhi non voler fare qualcosa". I tempi però sono importanti: se il regolamento non ci sarà entro 60 giorni dalle elezioni regionali l'accorpamento è impossibile e quindi 'salterebbe' la finestra delle elezioni regionali di ottobre.
La possibilità di indire il referendum in altra data resterebbe invece improbabile, almeno nel breve periodo, in quanto alcuni punti del regolamento sono in contrasto con lo Statuto, alcuni di essi andrebbero rivisti come quelli del voto agli extracomunitari residenti, e una data diversa richiederebbe maggior impiego di risorse pubbliche comunali per allestire i seggi, oltre a produrre una fisiologica minore partecipazione.
La celebre frase di un noto politico, 'A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina', risuona nella testa del Comitato che non nasconde il timore che si tratti di una strategia politica. "Dopo il cambio dello Statuto - spiega Tiberio Tanzini - è praticamente obbligatorio cambiare il regolamento perché cambiano i parametri. Si creerebbe un conflitto per cui chiedersi: vale lo Statuto o il regolamento? Noi abbiamo elaborato un progetto già pronto, basta discuterne in consiglio ed essere pronti per giungo-luglio ad approvarlo. Ci sono i tempi, bisogna vedere se c'è la volontà politica"
"No Borsa, ma si va verso quotazione. Referendum per riprendersi quote"
Uno dei motivi per cui il referendum è stato 'congelato' potrebbe essere legato all'iter stesso intorno alla nuova Multiutility e ai ripensamenti e modifiche al progetto iniziale. Nei mesi scorsi, come è noto, è arrivato il "no" alla quotazione in Borsa dall'Assemblea dei soci di Alia e il sindaco di Empoli Alessio Mantellassi aveva ribadito in più occasioni la sua contrarietà, anche se ad oggi la conseguente modifica della famosa delibera non è stata ancora portata sui banchi del consiglio comunale. Senza quotazione, secondo alcuni, il referendum non avrebbe più senso di essere indetto e in attesa della modifica della delibera resterebbe in attesa anche il referendum.
Per il Comitato Trasparenza per Empoli, però, non è così: "Ci teniamo a precisare - spiega Cardone - che la questione non è solo l'eliminazione della frase 'e la quotazione in Borsa', ma il conferimento delle quote ad Alia a cui noi ci opponiamo. Il referendum serve a riprendere possesso delle quote".
Ma anche la quotazione in Borsa, secondo il Comitato, sarebbe di fatto solo rimandata: "Nell'ultima assemblea Alia si è approvato l'indirizzo di 'proseguire l'attività di rafforzamento e sviluppo delal Multiutility nel solco del percorso autorizzato in Statuto e Consigli Comunali' e 'esplicitare le diverse opzioni di finanziamento alternative alla Borsa'; questo conferma che il percorso verso la quotazione in Borsa resta attivo nonostante le dichiarazioni elettorali ambigue. Unico modo per uscire da quella via è togliere le delibere e le schede annesse, ma anche lo Statuto della società. Lo Statuto prevede la creazione di una holding di secondo livello, la cessione di quote e tutte le iniziative per preparare la quotazione. Si maschera la realtà di una scelta compiuta: l'azienda viene preparata, resa appetibile per il mercato e pronta ad essere quotata, in attesa che i tempi siano politicamente più favorevoli".
Un'altra astuta strategia politica? "C'è chi non se ne rende conto - spiega Cardone - chi ha fatto promesse elettorali e probabilmente le manterrà, ma darà la possibilità a chi viene dopo di lui di trovare tutto apparecchiato per fare la quotazione. La mia è una lettura 'stando agli atti', non solo politica".
Il Comitato propone quindi la sua ricetta, la 'gestione in-house' dei servizi pubblici essenziali (acqua, rifiuti ed energia), che permetterebbe di affidare direttamente il servizio. Secondo il comitato ciò garantirebbe "il controllo diretto da parte dei cittadini e dei Comuni, nessun obbligo di gare d'appalto con rischio di perdere la gestione, nessun obiettivo di lucro e reinvestimento degli utili nel servizio stesso e tariffe più eque"
Il neonato Comitato per il Sì ha quindi annunciato una serie di iniziative per "difendere la gestione pubblica dei servizi essenziali" e fa appello alla cittadinanza per aderire: "Facciamo appello a tutta la cittadinanza empolese: questo referendum è la nostra occasione per far sentire la voce del popolo e compiere un passo importante per riprenderci il controllo sui servizi pubblici. Diciamo Si a un'Empoli più trasparente, democratica e attenta al bene comune che segni una svolta importante nella gestione dei servizi essenziali. Il futuro dell'acqua, dell'ambiente e dell'energia nei nostri territori dipende da noi. Non lasciamo che altri decidano al nostro posto in stanze chiuse: partecipiamo e difendiamo il nostro diritto di scegliere!"
Giovanni Mennillo
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