Governo impugna la legge sul fine vita della Regione Toscana

Il governo avrebbe deciso in Consiglio dei ministri di impugnare la legge Toscana sul fine vita. Le disposizioni della regione, la prima a disciplinare a materia, era stata approvata a metà marzo.

 

Giani: "Difenderemo la Legge"

“Come presidente della Regione Toscana, esprimo profonda delusione per la decisione del Governo di impugnare la nostra legge sul fine vita. Questa legge rappresenta un atto di responsabilità istituzionale e di rispetto verso le persone che affrontano sofferenze insopportabili”. Lo afferma il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani in seguito alla decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge toscana sul fine vita, approvata nel marzo scorso.

“La nostra normativa - aggiunge il presidente Giani - è stata elaborata in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019, che ha indicato la necessità di colmare un vuoto legislativo in materia di suicidio medicalmente assistito. In assenza di una legge nazionale, la Toscana ha scelto di dare risposte concrete ai cittadini, nel pieno rispetto dei principi costituzionali”.

“È paradossale che, invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni, il Governo scelga di ostacolare chi si è impegnato per attuare quanto stabilito dalla Corte", conclude Giani. "Difenderemo con determinazione la nostra legge, certi di aver agito nel rispetto della legalità, della Costituzione e, soprattutto, delle persone”.

 

Sostegni e Ceccarelli (Pd): “Il governo preferisce porre questioni di competenza legislativa invece di affrontare il tema”

«Non siamo sorpresi: il governo, ancora una volta, sceglie di impugnare una norma regionale di buon senso e di estremo valore per la dignità delle persone, approvata per dare attuazione proprio a una sentenza della Consulta. Sarebbe stato più saggio e corretto assumersi le proprie responsabilità, indicando un percorso legislativo. Cosa di cui ci siamo fatti carico come Regione Toscana per dare concreta attuazione a una sentenza della Corte costituzionale senza con questo aver invaso competenze di altri. Il governo preferisce quindi porre questioni di competenza legislativa, secondo noi non fondate, invece di affrontare il tema del fine vita che la Corte ha ben riconosciuto e delineato. Se le motivazioni di questa impugnativa risiedono nella contrarietà a discipline regionali differenti, lo avevamo detto e ribadito, allora si faccia un legge nazionale, perché non è possibile ignorare il pronunciamento della Consulta. Se invece, con questa decisione, il governo ha voluto assecondare e cavalcare lo spirito di opposizione di alcune associazioni, che hanno svolto in questi mesi una campagna ideologica con tratti di pesante disinformazione, allora sarà finalmente la Corte costituzionale a fare chiarezza definitivamente. Rimane il rammarico, non per la Toscana ma per gli italiani, che ancora oggi si sia persa l’occasione di fare la cosa giusta», così Enrico Sostegni, presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale e Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd, commentano la decisione del CdM di impugnare la legge toscana sul fine vita.

 

Fossi (Pd): "Scelta codarda e di deresponsabilizzazione"

“L’impugnazione della legge sul fine vita da parte del governo è una scelta codarda e di deresponsabilizzazione fatta sulla pelle di tante persone che stanno male e che con questo provvedimento avrebbero potuto esercitare un proprio diritto fondamentale: quello all’autodeterminazione nella fase più difficile del loro drammatico calvario di dolore. Lo scorso marzo la Regione Toscana aveva fatto quello che il legislatore nazionale non ha avuto il coraggio ancora di fare, cioè di dare seguito alla sentenza della Corte Costituzionale del 2019, ma il governo e la destra se ne lavano le mani e anzi attaccano in maniera ideologica la scelta di quella regione che ha fatto ciò che loro non hanno avuto il coraggio di fare. La loro è una mossa vigliacca verso la quale reagiremo con tutto l'impegno possibile, utilizzando tutti gli strumenti che il sistema democratico ci dà. Non rinneghiamo quanto fatto sul fine vita, ma anzi la rilanciamo, perché noi abbiamo avuto la forza e anche la grande capacità di arrivare ad un risultato importantissimo con l'impegno del Pd, delle forze politiche che l'hanno votata in Consiglio regionale e soprattutto dei consiglieri regionali che hanno fatto una scelta anche talvolta travagliata, ma di livello personale, facendo prima di tutto un esame delle proprie coscienze e prendendo poi questa direzione” dichiara il deputato dem e segretario del Pd Toscana Emiliano Fossi.

 

Stella (FI): "Bene Governo che impugna legge Toscana. Su questi temi competenza è nazionale"

"Come avevamo detto a febbraio, la Toscana, approvando la legge sul suicidio medicalmente assistito, ha aperto un grave scontro istituzionale e costituzionale. Bene ha fatto il governo a impugnare questa norma a nostro giudizio illegittima, di cui Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle hanno voluto fare una legge bandiera, ideologica, priva di appigli giuridici. Ora staremo a vedere come si pronunceranno i giudici competenti". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.

"Noi - ricorda Stella - a suo tempo abbiamo votato 'no' con convinzione, certi che le sentenze della Corte Costituzionale e il pronunciamento dell'Avvocatura dello Stato hanno stabilito chiaramente che la legislazione sulla vita è di competenza del Parlamento nazionale, un'esclusiva che non può essere derogata da interventi normativi degli enti locali. È evidente che spetta al Parlamento italiano intervenire su questi temi e legiferare in materia. Da parte nostra, rivendichiamo la battaglia fatta, abbiamo cercato di migliorare il testo con 23 emendamenti e 14 sub-emendamenti, ma la sinistra ce li ha bocciati quasi tutti".

 

Melio (Pd): "Il Governo calpesta la dignità delle persone"

“Il Governo Meloni non perde occasione per calpestare i diritti delle persone, a partire da quelle più fragili, e il loro diritto all’autodeterminazione. La Legge sul Fine Vita, nata su iniziativa popolare con oltre 10.000 firme raccolte, sottolinea una questione fondamentale che con la morale cattolica di cui il Governo si fa promotore non ha niente a che vedere: l’ultima consapevole parola su come vivere fino alla fine deve spettare solo e soltanto alle persone interessate, a prescindere da qualunque ideologia e credo", ha commentato Iacopo Melio, consigliere regionale PD e responsabile nazionale del dipartimento inclusione.

“Garantire questo diritto alla dignità non vuol dire imporre obblighi a qualcuna o qualcuno, ma semplicemente dare un’opzione aggiuntiva laddove le sofferenze siano diventate insopportabili. Personalmente continuerò a stare al fianco all’Associazione Coscioni, come faccio da anni, e a battermi affinché questo tema, che ho fortemente voluto portare in Consiglio regionale, non venga ulteriormente infangato da del populismo strumentale”, conclude.

Notizie correlate



Tutte le notizie di Toscana

<< Indietro

ISCRIVITI alla newsletter quotidiana di gonews.it

Ogni giorno alle 19 le notizie più importanti

torna a inizio pagina