
Mattina di protesta a Firenze, dove i precari e le precarie dell’università sono scesi in piazza per una giornata di mobilitazione. Il presidio, indetto dall’Assemblea Precaria Firenze, ha preso il via da piazza San Marco con l’occupazione simbolica del Rettorato dell’Università. Da lì, il corteo ha sfilato nel centro storico fino a piazza Brunelleschi, nel chiostro della Biblioteca di Lettere e Filosofia, trasformata per l’occasione in un’agorà della protesta.
Nel pomeriggio, la mobilitazione è proseguita con un pranzo sociale e un “gioco dell’oca precario”, ideato per condividere in forma collettiva e ludica le difficoltà materiali di chi vive condizioni lavorative instabili. Alle 15 si è tenuta una lezione pubblica di Eloisa Betti, autrice del libro Precari e precarie: una storia della repubblica italiana, che ha affrontato il tema della precarietà lavorativa dentro e fuori dall’università. La giornata si è conclusa con un’assemblea interdipartimentale per la Palestina, con l’obiettivo di rilanciare la mobilitazione contro il genocidio in corso, promuovendo il boicottaggio accademico delle università israeliane.
“Oggi in oltre venti città in tutta Italia ci sono manifestazioni, cortei e assemblee in occasione dello sciopero dei lavoratori precari e lavoratrici precarie dell’università e dei centri di ricerca - afferma l’Assemblea Precaria Firenze -. “La giornata di sciopero di oggi arriva dopo un autunno e un inverno di mobilitazione dei precari e delle precarie della ricerca. Scioperiamo contro la riforma del preruolo, che peggiora ulteriormente le nostre condizioni di lavoro già precarie, già sottopagate. Scioperiamo contro il taglio del Fondo per il Finanziamento Ordinario, denunciando come il governo decide di tagliare 1,2 miliardi di euro alla ricerca e alla formazione, per finanziare il settore della difesa e la filiera industriale bellica (la previsione è di 32 miliardi in cinque anni). Scioperiamo contro una università sempre più al soldo degli interessi bellici, rivendicando una università che si sleghi dalla guerra, dalla produzione industriale, e che sia davvero strumento di ricerca critica e libera, e formazione giusta e accessibile a tutte e tutti. Riteniamo infatti che il peggioramento delle nostre condizioni di lavoro si leghi anche a una riduzione dell’offerta formativa, in un contesto di forte attacco al diritto allo studio che rischia di rendere sempre meno accessibile l’istruzione universitaria a persone che vengono da contesti socio-familiari non facoltosi. Tagli significano lavoro precario più sfruttato ma anche tasse universitarie più alte per le e gli studenti”.
La mobilitazione è stata sostenuta anche dalla Flc Cgil, che ha raccolto l’appello della rete dei precari. “Oggi abbiamo ribadito la necessità di fermare qualsiasi provvedimento che moltiplichi le forme di lavoro precario” si legge in una nota del sindacato. “Serve un piano straordinario di allargamento degli organici e di stabilizzazioni, estendendo i meccanismi già presenti negli enti di ricerca. È necessario rifinanziare il sistema con almeno 5 miliardi in cinque anni. Questa giornata assume anche un significato politico più ampio: siamo contro la deriva di tagli alla spesa sociale e al riarmo, contro una politica che riduce i diritti, spegne la partecipazione e svuota la democrazia. La mobilitazione deve continuare e trovare espressione anche alle urne, partecipando ai referendum dell’8 e 9 giugno, per dire chiaramente che queste politiche non hanno più il consenso sociale”.
“Rivendichiamo - conclude Assemblea Precaria Firenze - un piano strutturale di finanziamenti pubblici, che stabilizzi il lavoro precario non solo del personale di ricerca e docente, ma anche dei servizi esternalizzati, e che sia in grado di slegare le nostre università da interessi privati sempre più invasivi. Riteniamo necessario garantire davvero il diritto allo studio, finanziando borse di studio e alloggi per la componente studentesca. La mobilitazione dei precari e delle precarie non si fermerà dopo lo sciopero di oggi, ma continuerà cercando di allargare la partecipazione tra la componente studentesca, i lavoratori e le lavoratrici dei servizi esternalizzati, e la componente strutturata”.
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