
L'attacco dell'opposizione di centrosinistra: "Non solo errore politico, ma affronto alla memoria". La replica del sindaco: "Condividiamo i valori dell'associazione, usciamo per mancanza di attività sul territorio"
L'opposizione di centrosinistra di Castelfranco si scaglia contro la decisione della giunta, guidata dal centrodestra, di uscire dall'associazione "Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione", di cui il Comune faceva parte dal 2007. A renderlo noto è il consigliere Federico Grossi che oggi, su Il Tirreno a nome del gruppo consiliare Castelfranco Unita, commenta l'uscita ratificata da un voto di giunta dello scorso 22 aprile.
"Non sarà un risparmio di 850 euro a cambiare le sorti di questo Comune" scrive Grossi sulla propria pagina Facebook parlando di "ennesima decisione isolazionista dell'amministrazione comunale di Castelfranco di Sotto" riferendosi alla recente uscita dalla Rete Ready che si occupa di prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Una scelta che nel mese di aprile provocò reazioni da sinistra, come la nuova uscita dall'associazione "che ad oggi riunisce ben 601 tra enti locali e regioni italiane di schieramenti politici diversi, che operano per prevenire e contrastare mafie e corruzione" scrive Grossi, "non è solo un errore politico, ma un affronto alla memoria di tutti quegli italiani e patrioti che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla mafia e per la giustizia sociale". Al momento aderiscono ad Avviso Pubblico, solo nel comprensorio del Cuoio, i comuni di San Miniato, Fucecchio, Santa Croce e Montopoli.
Per il consigliere "motivare l'uscita adducendo una presunta inattività dell'associazione sul territorio è un pretesto offensivo e smentito dai fatti. La presenza accertata di infiltrazioni mafiose nella nostra area, culminata nella confisca dell'immobile a Villa Campanile – un bene che, grazie al nostro impegno, è tornato nel 2023 alla comunità per fini sociali – dimostra quanto sia vitale mantenere alta la guardia. Castelfranco sta diventando sempre più isolata. Aderire ad Avviso Pubblico è un atto dovuto verso la storia del nostro paese, verso i sacrifici di chi ha lottato contro le mafie e verso la costruzione di una comunità più forte, trasparente e libera da ogni condizionamento criminale. Da oggi sappiamo che per questa amministrazione, lotta alla mafia e corruzione, non sono una priorità".
La replica del sindaco Mini
"Condividiamo i valori dell'associazione, usciamo perché non ha mai fatto niente sul nostro territorio. Siamo a favore della mafia per questo? Siete ridicoli"
Non tarda ad arrivare, nella stessa mattinata, la replica dal sindaco Fabio Mini: "L’opposizione guidata dal consigliere Grossi continua a far sorridere il mondo. Ogni volta che questa amministrazione fa scelte opposte a quella precedente grida allo scandalo". Così Mini risponde alle accuse sollevate dall'opposizione: "Noi siamo stati votati proprio perché i cittadini erano stufi di come veniva gestito il comune prima. Per far parte delle associazioni bisogna condividerne i valori e sapere che la spesa a carico del cittadino abbia un senso. Siamo usciti da Avviso Pubblico, di cui condividiamo i valori, per il semplice motivo che aveva un costo e che la stessa associazione non ha mai fatto niente sul nostro territorio. Siamo a favore della mafia per questo? Siete ridicoli. In Avviso Pubblico – continua Mini - sono iscritti 601 enti locali come dichiara Grossi, dimenticandosi di dire che solo Comuni, Province e Regioni in Italia sono più di 8000, allora gli altri 7400 sono tutti mafiosi secondo Grossi? Siamo usciti da Ready perché non ne condividiamo i valori. Ne fanno parte circa 300 enti. Gli altri 7700 sono allora omofobi e razzisti?". E ancora, "non siamo entrati nell’Anagrafe di Sant’Anna di Stazzema (cosa mai fatta nemmeno dalle vecchie amministrazioni) dove sono iscritte qualche centinaio di persone e decine di enti. Gli altri 60 milioni di italiani e gli altri migliaia di enti? Tutti fascisti? Ma da uno che si fa fare i post sulle passeggiate del Primo Maggio, quindici giorni dopo dal presidente della Regione perché almeno va sui social, ma cosa ci dobbiamo aspettare…".
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