Mostra del Chianti, Amici di Israele contro Comune: "Ceduto a propaganda che attacca ebrei"

L’Associazione Fiorentina Amici di Israele ha inviato una lettera al Sindaco di Montespertoli per esprimere la propria contrarietà rispetto alla decisione dell’Amministrazione comunale di annullare l’evento previsto per il 1° giugno nell’ambito della Mostra del Chianti, che avrebbe dovuto ospitare un confronto enogastronomico con produttori di vino israeliani provenienti da Ramat HaNegev.

Nella lettera si denuncia il 'cedimento a pressioni ideologiche esterne' e si contestano le motivazioni ufficiali fornite dal Comune, ritenute 'contraddittorie e lesive dei principi di dialogo, inclusività e rispetto democratico'.

Il testo:

Gent.mo Sig. Sindaco,

Ci troviamo nuovamente obbligati a scriverLe, come Associazione Fiorentina Amici di Israele, per constatare con rammarico che, nonostante ogni richiesta – la nostra peraltro andata completamente inevasa – il Comune di Montespertoli ha deciso di annullare l’evento previsto per il 1 Giugno prossimo, nel quale, all’interno della Mostra del Chianti, si sarebbe dovuto svolgere un confronto enogastronomico con i produttori di vino israeliano, provenienti da Ramat HaNagev.

Alcuni soggetti non ben identificati ne contestavano la presenza con le consuete ricostruzioni ideologiche e faziose a favore dei soli palestinesi ignorando la complessità del tema, e formulavano la richiesta di cancellazione dell’evento; richiesta alla quale speravamo l’Amministrazione Comunale non desse seguito. Purtroppo ci siamo sbagliati!

Ma, vede, Sig. Sindaco, è scorrendo le motivazioni che stanno alla base della scelta del Comune che si rimane allibiti. Le parole usate si appalesano assai contraddittorie rispetto alla decisione presa, in un ossimoro logico che diventa, alla fine inaccettabile dal punto di vista morale della difesa della verità.

Nel comunicato diffuso dalla stampa, si legge che la decisione di annullare l’evento sarebbe stata presa “per evitare che l’evento potesse essere percepito come divisivo in un momento storico particolarmente delicato, segnato da crescenti tensioni e conflitti in Medio Oriente” ma, al contempo, si apprende che la Mostra del Chianti nasce come iniziativa non politica ma solo di natura enogastronomica per offrire uno spazio di scambio culturale e di valorizzazione delle buone pratiche enologiche, con particolare riguardo per un possibile dialogo a livello di tecnologia applicato alla produzione.

E allora ci si domanda per quale motivo il Comune ha deciso di conferire esso stesso valenza politica alla manifestazione assecondando le richieste di una sparuta minoranza (nemmeno di Montespertoli) che ha portato, a sostegno, solo argomentazioni ideologiche. Le esigenze culturali e tecnologiche che tanto fanno bene al territorio e di cui Lei giustamente parla, possono impunemente cedere il passo all’ideologia pro-palestinese?

La S.V. riconosce anche che la zona del Ramat Ha Negev è singolare e positiva, non solo per la capacità di “trarre frutti dal deserto” ma anche perché è esempio di come si possa cooperare fra arabi ed ebrei in armonia nella fattorie e nelle vigne.

Perché dunque non valorizzare quell’esempio positivo attraverso la sua pubblicizzazione, invece di annullare tutto quanto , dando così soddisfazione a chi evidentemente teme il dialogo e il confronto? Perché utilizzare il concetto di pace in modo retorico e sovrabbondante e al contempo rinunciare a mostrare alla comunità in modo concreto che la pace e la cooperazione sono possibili, attraverso un esempio concreto, deprivato di ogni sovrastruttura politica o ideologica?

Infine – ma molti altri sarebbero i passaggi da dover citare – si esprime l’auspicio che la Mostra del Chianti continui ad essere un esempio di inclusività, cultura e pace.

Vede, Sig. Sindaco, se si vuole il dialogo e la pace, non si esclude una parte cedendo alle richieste dell’altra. Non è così che si raggiunge la pace; non è così che si difende la democrazia.

La S.V. sostiene che c’è il rischio di strumentalizzazione politica e che l’evento alla fine risulti divisivo invece che inclusivo. Le domandiamo, Sindaco, chi è la causa di questa potenziale divisività? I produttori ebrei che sarebbero venuti a parlare della loro esperienza agricola o chi minaccia di boicottare la manifestazione sulla base di argomentazioni che nulla rilevano nel contesto di cui trattasi?

Lei sostiene di volere che la manifestazione continui a essere inclusiva, ma anche qui si contraddice. È forse possibile ottenere inclusività escludendo a priori qualcuno o qualcosa?

Possibile, Sig. Sindaco, che non si accorga del terribile ossimoro logico che giace dietro la scelta del Comune?

Si Legge poi che "Vedere arrivare da fuori Montespertoli messaggi intrisi di odio mi ha fatto male", ma anche in questo caso, Le domandiamo, chi fomenta quest’odio?

Davvero ritiene una scelta saggia far scontare gli effetti di questo odio ai destinatari del medesimo escludendoli da una manifestazione? Non coglie la palese contraddizione insita in tutto ciò??

Purtroppo, Egr. Sindaco, le Sue argomentazioni non convincono per nulla e si rivelano contraddittorie e inaccettabili.

La verità è che l’annullamento della manifestazione ha significato solo e soltanto cedere al ricatto della propaganda che, del tutto indifferente alla verità e persino al destino del popolo palestinese, lo usa come pretesto per attaccare lo Stato di Israele e gli ebrei.

È dunque doveroso prendere le distanze e manifestare contrarietà alla scelta del Comune di Montespertoli perché non è ammissibile soggiacere alla violenza di chi pensa di imporre il proprio modo di vedere le cose a scapito della comunità tutta. E credo che la Comunità che Lei rappresenta dovrebbe far sentire forte la sua voce a favore della i democrazia e del rispetto, che non possono essere pretermessi da minoranze rumorose, che – secondo quanto riferisce Lei – nemmeno fanno parte del territorio di Montespertoli.

Ieri, Le avevamo scritto una accorata lettera mettendo in luce la necessità di celebrare la manifestazione, di anteporre le esigenze della Comunità da Lei guidata e i benefici di cui Lei stesso parla nel suo provvedimento, al ricatto morale di chi si ostina a voler piegare la verità a usi di parte.

Le avevamo chiesto coraggio, e purtroppo ci ha delusi.

 

Kishore Bombaci

Presidente Associazione Fiorentina Amici di Israele


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