Favoriva due boss di Cosa Nostra: condanna e licenziamento per un bidello del Sassetti Peruzzi

Il Palazzo di Giustizia di Firenze (foto gonews.it)

Condannato a 3 anni di carcere per favoreggiamento con interdizione dai pubblici uffici. Il Tribunale ha confermato il licenziamento dal suo incarico scolastico a Firenze


Si prestava ad agevolare la comunicazione tra due boss mafiosi siciliani, utilizzando il proprio cellulare “pulito” per eludere le intercettazioni: condannato per favoreggiamento a 3 anni di reclusione, con pena accessoria di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, un 39enne di origine siciliana che lavorava come collaboratore scolastico presso l’istituto Sassetti Peruzzi di Firenze.

La notizia, riportata da Il Tirreno di Firenze, fa riferimento a fatti risalenti al periodo tra il 24 settembre e l’8 ottobre 2015, quando l’uomo – all’epoca residente a Petralia Sottana (Palermo) – avrebbe messo a disposizione il proprio telefono per facilitare i contatti tra due esponenti di spicco di Cosa Nostra, evitando così il rischio di intercettazioni da parte delle forze dell’ordine.

Trasferitosi in Toscana nel 2021, aveva ottenuto un impiego a tempo indeterminato nella scuola, convinto di essersi lasciato il passato alle spalle. Ma quella vicenda è riemersa portando alla sua condanna definitiva. Inutile il tentativo di impugnare il provvedimento disciplinare: il Tribunale di Firenze, nella sentenza firmata dalla giudice Silvia Fraccalvieri, ha respinto la richiesta di reintegro. La gravità del reato – ha stabilito il tribunale – "non consente la prosecuzione" del rapporto lavorativo, essendo incompatibile con un impiego pubblico, soprattutto in un contesto, come quello scolastico, che si fonda sulla promozione della legalità e sul contrasto alla criminalità organizzata.

Secondo quanto accertato nei tre gradi di giudizio penale, l’uomo aveva agevolato gli incontri riservati tra un capoclan reggente di una famiglia mafiosa e il reggente del mandamento di San Mauro Castelverde. Il collaboratore scolastico, oltre a "eludere le investigazioni dell’autorità", svolgeva il ruolo di "intermediario tra i due, sia veicolando messaggi criptici dall’uno all’altro, sia agendo al fine di consentire la realizzazione di incontri riservati tra i medesimi, sia ancora dando in uso la propria utenza telefonica al fine di intrattenere colloqui telefonici", si legge nella sentenza riportata da Il Tirreno.

Le intercettazioni ambientali, insieme alle sue dichiarazioni rese durante l’interrogatorio, hanno confermato che era pienamente consapevole dell’identità criminale dei soggetti coinvolti e dell’illiceità dei contatti

Dopo la conclusione del procedimento penale, anche la magistratura civile ha riconosciuto la legittimità del licenziamento, ritendendo che la sua reiterata e consapevole collaborazione con esponenti di spicco di un’organizzazione mafiosa fosse chiaramente incompatibile con il ruolo educativo di un dipendente scolastico, respingendo quindi la sua richiesta di reintegro.

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