
"Abbiamo solo difeso alcune clienti e ci hanno aggredito. Situazione difficile, non si risolve così il problema, ma con prevenzione da parte forze dell'ordine"
Ieri 14 maggio, la polizia di stato ha notificato un'ordinanza di chiusura ai sensi dell'art. 100 del TULP firmata dal questore di Firenze Fausto Lamparelli di 10 giorni un locale notturno in via Ricasoli in zona stazione, già noto per diversi fatti di cronaca negli anni scorsi quando aveva altro nome e un'altra gestione.
Il provvedimento, elaborato dalla Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Firenze, è stato emesso a seguito di alcuni controlli eseguiti da personale del Commissariato di Empoli unitamente a personale del Reparto Prevenzione Crimine Toscana, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale con l'ausilio di unità cinofile antidroga.
In una nota della Questura si legge che "è stata accertata la presenza copiosa di avventori gravati da precedenti per reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti. In più, in uno di tali controlli, l'unità cinofila ha rinvenuto all'interno dei bagni del locale sostanza stupefacente del tipo hashish poi sequestrata a carico di ignoti.
A ciò si aggiunge che nella notte tra il 9 ed il 10 maggio 2025, due pattuglie dell’Arma dei Carabinieri, con l’ausilio di personale della Polizia di Stato del Commissariato, sono intervenute per la segnalazione di una rissa dinanzi al locale. Sulla base di quanto emerso, per l'Autorità provinciale di Pubblica Sicurezza, il pubblico esercizio in questione creerebbe una situazione di particolare criticità per l'ordine e la sicurezza pubblica".
Il pub è stato rilevato da circa un mese dai nuovi proprietari, rispettivamente di 30 e 25 anni, che ritengono ingiusta la motivazione che ha portato alla chiusura del locale: alle spalle ci sono episodi di violenza, minaccia e un contesto di microcriminalità che rende complicato il loro lavoro. Per questo hanno reso pubblico, attraverso i propri canali social e con una lettera dei propri legali indirizzata alel autorità, il proprio disappunto chiedendo il ritiro della misura.
La rissa: "Importunavano ragazze, poi ci hanno aggredito con bottiglie"
A provocare il decreto di sospensione attività sarebbe stato quanto avvenuto venerdì 9 maggio, tra la mezzanotte e l'una. Secondo il racconto del proprietario due ragazze sarebbero state importunante in maniera insistente da due persone.
Allarmato dai presenti il proprietario sarebbe intervenuto per allontanare i due ragazzi dal locale. "I due ragazzi hanno reagito - spiega - hanno tentato di colpirmi e successivamente sono andati nella piazza della stazione, lì hanno preso delle bottiglie di vetro per tirarle a me e ai miei amici. La cosa è sfociata in una 'rissa'. Abbiamo poi aspettato l'arrivo delle forze del ordine". Sarebbe questo l'episodio di 'rissa' attenzionato dalle autorità. I proprietari, però, lamentano di aver difeso i propri clienti e sé stessi.
Un contesto complicato
Dietro questo episodio ci sarebbe un contesto complicato, con soggetti pericolosi che da anni ruotano intorno al locale. Il pub, che si trova nei pressi della stazione ferroviaria, un'area già di per se complicata come dimostrano le ordinanze emesse dal Comune di Empoli per la sicurezza cittadina, è da tempo attenzionato dalle autorità per i vari fatti di cronaca accaduti nel tempo: solo per fare alcuni esempi più eclatanti, nel 2023 si ebbe prima un cliente che entrò nel locale brandendo una mazza da baseball, e poi una violenta rissa tra decine di giovani in strada durante, peraltro, un'allerta meteo in cui si consigliava di non uscire.
Nonostante questo quadro non certo allettante per fare impresa, i due giovani proprietari, che hanno acquistato il locale da poco più di un mese, si sono sforzati per riqualificare il locale e scacciare la brutta nomea che negli anni il pub aveva acquisito, così come allontanare le persone indesiderate: "Entrando abbiamo cercato di fare il meglio possibile, abbiamo allontanato quasi 30 persone perché erano delle 'teste calde' e non erano gradite. Cerchiamo di fare il meglio possibile". Una scelta che comporta non poche difficoltà, a partire dalla reazione delle persone allontanate che avrebbero a più riprese minacciato e importunato i proprietari.
Nonostante gli sforzi, da quanto appreso, il pub resta secondo le autorità un 'abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose' con la circolazione di sostanze stupefacenti, come si legge nella nota della Questura. Sarebbe questo contesto, al di là dello specifico episodio grave di rissa che si aggiunge ad altri fatti attenzionati nelle vicinanze del pub, ad aver fatto scattare l'art.100 del TULP per sospendere l'attività.
Lo sfogo: "Noi senza colpe, non si risolve così' problema sicurezza"
I proprietari, a fornte di quetsa situazione, ritengono quindi ingiusto il provvedimento di sospensione, arrivata per la "la presunta presenza nel locale di persone attenzionate dalla polizia". I proprietari, attraverso i propri legali, hanno reso pubblica sui profili social una comunicazione poi inviata anche alle autorità e all'Amministrazione comunale in cui prendendo le distanze da "persone terze che nessun rapporto avevano con l'abituale clientela dell'esercizio", chiedono di rivedere la decisione.
"Siamo tutti consapevoli delle difficoltà e dell'impegno profuso dalle forze dell'ordine della nostra città per contrastare il fenomeno della delinquenza, - si legge nella comunicazione - siamo però costretti a constatare che il provvedimento di sospensione oggi notificato non risolve il problema né garantisce i cittadini empolesi, potendo peraltro tali soggetti agire negli esercizi vicini e nel resto della città. Non è spostando il problema che si risolve, ma con un lavoro di prevenzione delle forze dell'ordine ed attenzione alla comunità, comunità rappresentata anche dagli imprenditori ed esercenti locali che con impegno e sacrificio ha preso in gestione da poco l'attività ed ora, con questo provvedimento, viene messa già in seria difficoltà senza averne colpa alcuna".
"Sempre nel rispetto delle scelte della Pubblica Autorità, auspichiamo, e siamo speranzosi di venire ascoltati, che la situazione possa essere oggetto di una seria analisi e di un intervento effettivo, e non di un semplice palliativo come il provvedimento notificato", conclude la nota.
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