Scommesse nel calcio, ai domiciliari i 'gestori'. Lo stato delle indagini e le testimonianze di Fagioli e Ricci

Si allarga lo scandalo delle scommesse clandestine che coinvolge il calcio italiano. La Guardia di Finanza di Milano ha eseguito arresti domiciliari per cinque persone, presunti gestori delle piattaforme illegali su cui avrebbero puntato una dozzina di calciatori, tra cui Nicolò Fagioli, ex Juventus all'epoca dei fatti e attualmente centrocampista della Fiorentina, e Samuele Ricci, originario di Pontedera, attualmente di proprietà del Torino ma nell'Empoli all'epoca dei fatti.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Milano, ha svelato un sistema strutturato e capillare che operava con piattaforme non autorizzate e conti correnti intestati a terzi. Al centro delle operazioni di riciclaggio, anche una gioielleria che avrebbe finto vendite di orologi e preziosi per ripulire denaro proveniente dalle giocate mettendo a disposizione i conti correnti.

L’ordinanza sottolinea come l’attività illecita del gruppo non si sia mai realmente interrotta, neppure dopo le prime perquisizioni condotte nel settembre 2023. I proventi, finora quantificati in oltre 1,5 milioni di euro, venivano fatti transitare attraverso finte vendite di beni di lusso. Sono stati sequestrati conti correnti, immobili e oltre 240mila euro in contanti.

Fagioli, già squalificato dalla giustizia sportiva e ora in percorso terapeutico per la ludopatia, ha raccontato ai magistrati di aver accumulato debiti fino a 500mila euro e di aver chiesto aiuto a diversi compagni di squadra per coprirli. Tra questi, anche l’attaccante Dusan Vlahovic, che gli avrebbe versato 100mila euro. Il centrocampista della Juventus ha ammesso di aver passato il contatto di uno dei gestori ad altri colleghi calciatori, ma ha negato qualsiasi guadagno personale se non un 'credito' aggiuntivo sul sito.

Fagioli ha anche riferito di aver chiesto denaro ad altri calciatori, promettendo loro una restituzione maggiorata. Racconta che il metodo consisteva nel far fare bonifici alla gioielleria, dicendo che ne avrebbero guadagnato una parte che lui stesso avrebbe poi coperto.

Un nuovo elemento emerso dall’inchiesta è un messaggio vocale trascritto e acquisito dalla Guardia di Finanza, risalente al maggio 2023, in cui il gestore delle scommesse avrebbe intimato a Fagioli di pagare: "Non ce n'è orologi oggi! Non lo vedi che ti stiamo balzando come una pallina da una parte all'altra? Eh... non ce n'è orologi... pagare... pagare. Ma pagare vuol dire pagare: cioè più dell'importo dell'orologio e allora forse forse forse poi se ne può parlare". Secondo la gip, il messaggio smentisce quanto sostenuto dal gestore negli interrogatori, ovvero che il rifiuto di vendere ulteriori orologi fosse legato alla richiesta di pagamento frazionato da parte di Fagioli. In realtà, emergeva probabilmente una pressione sempre più forte sul calciatore perché saldasse i debiti in contanti.

Fagioli è già stato sanzionato con la squalifica sul fronte sportivo ed è tornato a giocare, ha intrapreso un lungo percorso di cure per la ludopatia e potrà uscire dall'inchiesta milanese pagando una oblazione.

Il caso tocca da vicino anche Samuele Ricci, centrocampista del Torino, il cui nome compare tra i giocatori che avrebbero scommesso utilizzando le piattaforme illegali. In un’intercettazione già agli atti, Ricci avrebbe parlato apertamente delle sue giocate, confessando di aver iniziato a giocare dopo essersi fatto male e di aver perso fino a 3mila euro al giorno, facendosi ricaricare da alcuni compagni.

Il sistema, secondo quanto ricostruito dalla giudice per le indagini preliminari  si basava sul passaparola tra i calciatori. Giovani, ricchi e vulnerabili, venivano inseriti nel circuito tramite contatti diretti e, talvolta, sotto pressione. In alcuni casi, come quello di Bellanova, emergono anche episodi di presunte minacce.

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