
Il caso riguarda una coppia di Lucca. I commenti dalla Toscana, assessora Spinelli: "Sentenza di civiltà. Nessuna famiglia può essere discriminata"
È incostituzionale il divieto per la madre intenzionale di riconoscere come proprio il figlio nato in Italia da procreazione medicalmente assistita (Pma) legittimamente praticata all'estero. A stabilirlo è la sentenza numero 68/2025 della Corte Costituzionale depositata oggi, che ha ritenuto fondate le relative questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Lucca. La dichiarazione di illegittimità costituzionale, come stabilito dalla Consulta, si fonda su due rilievi: la responsabilità che deriva dall'impegno comune che una coppia si assume nel momento in cui decide di ricorrere alla Pma per generare un figlio, impegno al quale una volta assunto nessuno dei due genitori può sottrarsi, e la centralità dell'interesse del minore affinché l'insieme dei diritti che vanta nei confronti dei genitori valga, sia nei confronti della madre biologica che della madre intenzionale.
"Si tratta di una sentenza storica, ottenuta dopo anni di battaglie giudiziarie in tutta Italia e volte a superare l'indirizzo della Cassazione" commenta il presidente di Rete Lenford, avvocatura per i diritti LGBTI+ che ha assistito la coppia delle mamme di Lucca dinanzi al Tribunale di Lucca e poi davanti alla Corte costituzionale. "Dal 2020, infatti, la Corte di cassazione ha sempre individuato nell’adozione l’unico strumento a disposizione della madre intenzionale per tutelare i propri figli e le proprie figlie, ma non ci siamo mai arresi e abbiamo continuato a denunciare in ogni sede i gravissimi limiti della c.d. stepchild adoption. Dopo un lunghissimo percorso giudiziario, che ha attraversato tantissimi tribunali italiani, è intervenuta la Corte costituzionale, con una decisione efficace per tutte le famiglie italiane con due mamme". Dall'avvocatura viene aggiunto "possiamo affermare, con immensa soddisfazione, che finalmente i bambini non possono più subire gli effetti di posizione politiche ideologiche e discriminatorie".
I commenti dalla politica. Funaro: "Passo importante per i diritti"
"Questa sentenza segna un passo importante nel percorso per i diritti" ha dichiarato la sindaca di Firenze Sara Funaro. "Firenze ha sempre portato avanti battaglie di civiltà che poi sono diventate realtà, lo abbiamo fatto su questo tema, così come sul registro delle unioni civili, sullo ius scholae. Siamo orgogliosi di essere una città apripista sul fronte dei diritti. La nostra società molto spesso è più avanti delle norme esistenti, non attente ai cambiamenti in essere. Questa sentenza interpreta le esigenze reali e concrete della comunità e mette al centro la tutela dei diritti dei nostri bambini, che sono il nostro futuro".
Per l'assessora all'anagrafe del Comune di Firenze Laura Sparavigna "questa sentenza è un passo fondamentale nel riconoscimento dei diritti delle famiglie arcobaleno", "conferma come le battaglie portate avanti in questi anni anche dal Comune di Firenze, che abbiamo perpetuato negli uffici anagrafici e dello Stato Civile, siano in linea con i principi della nostra Costituzione - ha proseguito l'assessora Sparavigna - fin dal suo insediamento, la destra al Governo ha messo alla gogna e negato diritti fondamentali a tante coppie. Ma alla fine questo accanimento ideologico è stato dichiarato incostituzionale e l'oscurantismo della destra al governo è stato cancellato da una sentenza storica. Una sentenza illuminante per il percorso che il legislatore ore deve percorrere, perché il nostro Paese abbia finalmente un quadro egualitario completo sui diritti civili. I figli non si dividono in categorie. Non si giudicano in base a come sono stati concepiti o da chi sono cresciuti".
"Oggi vincono i diritti, a partire dai diritti della bambine e dei bambini – dichiara l’assessora alle Pari opportunità e ai Diritti Benedetta Albanese in merito alla decisione della Consulta per cui è incostituzionale il divieto di riconoscimento del figlio per la madre intenzionale nelle coppie omogenitoriali – Da molto tempo le associazioni del nostro territorio portano avanti assieme a noi questa battaglia di civiltà, finalmente il valore e le ragioni di questo impegno hanno il giusto riconoscimento. Ricordiamo che finora i diritti affermati oggi dalla Corte Costituzionale erano garantiti soltanto da amministratori coraggiosi come la nostra Sindaca Sara Funaro e il Sindaco precedente Dario Nardella, che hanno a cuore l’uguaglianza di tutti i nostri cittadini e la tutela dei diritti per tutte e tutti. Diciamo da anni che chi ha osteggiato il riconoscimento di questi figli ha negato i diritti di tante persone e di tante famiglie, adesso finalmente questa pronuncia della Consulta stabilisce che la loro posizione era incostituzionale".
Spinelli: "Sentenza di civiltà, stop a discriminazione famiglie"
"La Corte costituzionale ha detto qualcosa di semplice e giusto: se due donne decidono di avere un figlio insieme, il bambino ha il diritto di essere riconosciuto da entrambe come genitori. I bambini vanno tutelati, non 'messi in attesa'. E nessuna famiglia può essere discriminata". A dirlo è Serena Spinelli, assessora al Welfare della Regione Toscana, a proposito della sentenza della Consulta definita "di civiltà, che mette al centro chi conta davvero: i più piccoli. E riconosce finalmente il ruolo di chi ama, cresce e si prende cura. Perché è giusto stare dalla parte delle famiglie: di tutte le famiglie".
Vannucci e Giachi (Pd): "Una lezione di civiltà"
"Dalla Consulta arriva oggi una lezione di civiltà che a Firenze e in Toscana accogliamo con speranza e orgoglio. È una pagina di giustizia che restituisce dignità a tante bambine e bambini finora trattati come figli di serie B, e un passo avanti decisivo per tutte le coppie di due mamme che hanno scelto, o sceglieranno, di avere un figlio con la procreazione medicalmente assistita. Ancora una volta, la Corte colma un vuoto grave lasciato dalla politica: un vuoto che il Governo Meloni ha riempito non con risposte, ma con provvedimenti che limitano i diritti fondamentali di cittadine e cittadini del futuro. A Firenze abbiamo portato avanti una battaglia di civiltà per i diritti delle famiglie arcobaleno e oggi ne viene riconosciuta la piena legittimità costituzionale. Dalla Toscana continueremo a far sentire la nostra voce, perché il riconoscimento dei diritti non può dipendere dalla sensibilità dei singoli Comuni, ma deve diventare una certezza per tutte e tutti, ovunque. La destra è fuori dal tempo. Ora il Governo faccia un passo indietro e il Parlamento approvi finalmente una legge che riconosca pienamente le famiglie omogenitoriali e garantisca gli stessi diritti a tutte le figlie e a tutti i figli, senza più discriminazioni". È quanto dichiarano Andrea Vannucci, vicepresidente del gruppo Pd in Consiglio regionale, e Cristina Giachi, consigliera regionale Pd e presidente della commissione cultura, in merito alla sentenza della Consulta.
Sindaco Pierucci: "Camaiore ha sempre avuto ragione"
"Camaiore ha vinto! Ha vinto una battaglia di umanità, di morale, di istituzione. Da anni a Camaiore stiamo riconoscendo i bambini nati in Italia e figli di due madri: un atto sacrosanto e doveroso, perché siamo certi che una civiltà, per essere tale, deve avere istituzioni che non discriminino nessun cittadino, qualunque sia la sua scelta di vita. Nel 2024 la questione era stata rinviata alla Corte Costituzionale, soprattutto dopo che, nel 2023, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca - che ringrazio per l'impegno profuso su questa pratica - aveva presentato una richiesta di rettifica dell'atto di nascita di un minore emesso dal Comune di Camaiore. Adesso la Corte Costituzionale si è espressa, e ha dato ragione a Camaiore, determinando l'esistenza di una lesione dei diritti costituzionalmente garantiti, in fatto, soprattutto, di discriminazione e tutela. E ha definito "incostituzionale" opporvisi. Insomma, deve vigere uguaglianza. E noi questo lo professiamo da sempre, anche con gli atti che adesso vengono riconosciuti e ci danno ragione. Questa è una sentenza storica, che cambia la vita di tante madri e afferma un principio di civiltà giuridica nell'interesse di tutti i bambini. Siamo fieri che il nostro Comune sia stato il primo in Italia a capire che la giustizia e l'umanità stanno da questa parte, dando concretamente tutela con i riconoscimenti all'anagrafe". Così in una nota il sindaco di Camaiore Marcello Pierucci.
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