
Desideriamo esprimere, a nome di Fratelli d’Italia, il nostro più profondo apprezzamento per l’operazione condotta nei boschi delle Cerbaie dai Carabinieri della Compagnia di Empoli, con il supporto delle unità cinofile e dei reparti speciali dell’Arma. L’attività di controllo straordinario del territorio, culminata lo scorso 27 maggio con l’arresto di un giovane straniero in possesso di sostanze stupefacenti (48 grammi di cocaina confezionate singolarmente e 13 grammi di hashish), armi da taglio (un machete) e denaro contante, testimonia l’impegno silenzioso ma instancabile delle nostre forze dell’ordine nel presidiare le aree più esposte al degrado e al crimine organizzato.
In un contesto difficile come quello delle Cerbaie, dove da anni si combatte una vera e propria battaglia contro lo spaccio nei boschi, il valore del lavoro quotidiano degli uomini e delle donne in divisa non può essere dato per scontato. È grazie a loro se tanti cittadini, specialmente nelle frazioni più colpite, continuano a credere nello Stato e nella possibilità di un futuro di sicurezza e legalità.
Tuttavia, è proprio in nome di questa fiducia che ci sentiamo in dovere di esprimere una riflessione, che vuole essere costruttiva e rispettosa dell’autonomia della magistratura, ma che non può tacere un’incongruenza evidente.
Il provvedimento adottato dal giudice per le indagini preliminari, che ha disposto il divieto di dimora nel comune di Fucecchio per un soggetto risultato, secondo le fonti stampa, irregolare sul territorio nazionale, lascia spazio a un interrogativo di fondo: quale reale efficacia può avere una misura del genere nei confronti di chi, già oggi, non risulta tracciabile e regolarmente residente in Italia?
La misura della custodia cautelare in carcere, in casi simili, non dovrebbe essere considerata una scelta punitiva, ma uno strumento di tutela della collettività, della certezza del diritto e del principio – che non può essere eluso – secondo cui chi delinque in Italia deve essere sottoposto alle regole dello Stato e alla responsabilità delle proprie azioni: naturalmente, ferme restando le regole e i principi che devono valere per tutti.
In assenza di provvedimenti coerenti con la gravità dei reati e la condizione giuridica dei responsabili, si rischia di vanificare il lavoro delle forze dell’ordine e, cosa ancor più grave, di alimentare un senso di frustrazione e impotenza nella comunità.
Lo Stato deve essere presente non solo nel contrasto operativo alla criminalità, ma anche nella risposta giudiziaria: ferma, proporzionata e capace di garantire sicurezza reale.
Continueremo, come Fratelli d’Italia, a sostenere ogni iniziativa che vada in questa direzione, ribadendo che legalità e sicurezza non sono slogan da campagna elettorale, ma principi fondanti del nostro impegno politico quotidiano.
Danilo Di Stefano
Responsabile Dipartimento Sicurezza e Legalità – Fratelli d’Italia Provinciale Firenze
Fabio Calugi
Coordinatore comunale Fratelli d’Italia – Fucecchio
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