Referendum su lavoro e cittadinanza, i commenti. Cgil: "Base da cui ripartire"

(foto gonews.it)

Giani: "Toscana con l'affluenza più alta d'Italia. Cittadinanza attiva e consapevole". Dal centrodestra: "Referendum bocciato. Toscana contendibile"


A seggi scrutinati, è tempo di commenti sulle affluenze e i risultati dei referendum che hanno chiamato cittadine e cittadini a votare, domenica 8 e lunedì 9 giugno, per i cinque su lavoro e cittadinanza. Qui i dati per la Toscana, prima regione in Italia per affluenza.

"La Toscana con l'affluenza più alta d'Italia!" scrive il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani tramite social. "Con un'affluenza media del 39,09% ai referendum, in alcune realtà come Sesto Fiorentino (orgoglio per la mia città di residenza) Radicondoli, Pontassieve e Monterotondo Marittimo si è superato il quorum. Un segnale forte, che parla di cittadinanza attiva e consapevole".

Cgil Toscana: "Rammarico ma segnale politico forte"

"C’è grande rammarico per il mancato raggiungimento del quorum, ma dai referendum di oggi esce comunque un segnale politico forte" dichiara Rossano Rossi segretario generale Cgil Toscana. "I temi che abbiamo posto - il lavoro, i diritti, l’accesso alla cittadinanza - restano centrali nella nostra attività. Hanno trovato sostegno in uno schieramento sociale ampio, che ha saputo allargare l’attenzione e costruire nuove convergenze. Milioni di persone votando hanno espresso il bisogno di più diritti su lavoro e cittadinanza, nonostante le mille difficoltà di questa campagna, silenziata dai grandi media mentre le forze politiche di maggioranza invitavano all’astensionismo. In Toscana il voto conferma quanto sia stata importante l’attività sul campo svolta in queste settimane e il lavoro collegiale con i vari compagni di viaggio e la rete della Via Maestra. È stata una campagna molto bella, una grande attivazione di energie, una mobilitazione capillare che ha coinvolto territori, persone, realtà associative e sociali. È stata anche una risposta, pur se parziale, alla crisi democratica. A tutte e tutti coloro che si sono spesi in questa campagna va il nostro grazie. Il percorso non finisce qui, c’è una grande base da cui ripartire. Il lavoro resta una priorità e continueremo a batterci perché sia al centro delle scelte del Paese".

"Il voto di oggi ci lascia con l'amaro in bocca per il mancato raggiungimento del quorum, anche se il dato di Firenze, prima provincia in Italia per affluenza (oltre 100.000 sì sul singolo quesito espressi solo nel comune di Firenze), riflette la presenza di un tessuto socio-politico fatto di persone, reti, associazioni e realtà che hanno dimostrato di esserci e di saper vivacizzare la partecipazione democratica del nostro territorio" afferma Bernardo Marasco segretario generale Cgil Firenze. "Un tessuto che sarà in grado di rispondere alle prossime sfide che sono ancora davanti a noi. Questa campagna referendaria, ignorata dai grandi media, picconata dagli inviti all’astensionismo dei partiti della maggioranza di governo, al di là dell’esito formale è stata una grandissima esperienza per ognuno di noi ed è servita a riportare al centro dell’agenda pubblica temi fondamentali come il lavoro, i diritti, l’accesso pieno alla cittadinanza. In ogni caso, è emersa dai numeri dei votanti una grande fame di diritti. Il nostro territorio sarà l'avanguardia di questa battaglia per la valorizzazione del lavoro e il sostegno alle condizioni sociali delle persone. Ringrazio di cuore tutti quanti si sono mobilitate con impegno in questa campagna elettorale. Si è riaccesa una discussione che continueremo ad alimentare con forza e determinazione, da qui ripartiamo. La crisi della democrazia si combatte praticandola. Le nostre battaglie per il lavoro e per la giustizia sociale non si fermano oggi".

I commenti

"Auspicavamo ad un risultato più consistente, ma i 15 milioni di cittadine e cittadini che si sono recati alle urne sono un risultato importante di fronte ad un governo che ha fatto di tutto per boicottare l’adesione al referendum e che ha silenziato ogni forma di informazione, soprattutto nei canali pubblici" dichiara in una nota il segretario del Pd Toscana Emiliano Fossi. "Siamo comunque soddisfatti del fatto che in Toscana abbiano votato tantissime persone, sfiorando del 40% l’affluenza, portando la nostra regione ad essere una di quelle dove c’è stata più partecipazione. Questo dato riconosce il lavoro fatto sul territorio dal Pd Toscana con la CGIL e le altre forze politiche che si sono mobilitate in maniera capillare per informare le elettrici e gli elettori. Ne usciamo convinti della responsabilità e dell’impegno che dovremo avere per portare avanti le giuste battaglie specialmente in vista delle prossime elezioni regionali".

"Avrei voluto un altro risultato, indubbiamente. Ci avevo sperato e ho contribuito, per come potevo, a favorire la partecipazione a questo referendum e a spiegare la ragioni dei 5 SI. È una scelta che rivendico con orgoglio, e voglio ringraziare la Segretaria nazionale Elly Schlein per aver schierato con convinzione il nostro Partito su questa posizione in cui mi sono riconosciuta fin da subito, completamente". Così in una nota l'assessora regionale di Regione Toscana Alessandra Nardini ."È stata una scelta a mio avviso giustissima quella di essere al fianco dei promotori dei quesiti referendari in queste settimane di campagna elettorale. Lo voglio sottolineare anche rispetto alle ingenerose dichiarazioni di alcune e alcuni esponenti nazionali del nostro Partito che evidentemente rimpiangono una stagione ormai archiviata, di mancato ascolto e contrapposizione con le organizzazioni sindacali, e faticano ancora a riconoscere come tali gli errori commessi. Alla destra che esulta voglio far notare che ha votato il 30% delle elettrici e degli elettori, persone che meritano rispetto e che hanno scelto di recarsi alle urne nonostante il loro vergognoso boicottaggio portato avanti anche grazie a TeleMeloni dove l'appuntamento referendario è stato silenziato il più possibile. Alle urne sono andati in oltre 14 milioni, più di quelli che hanno votato alle politiche le forze che sostengono il Governo, servirebbe almeno un po' di onestà intellettuale per riconoscerlo o quantomeno tacere. Meloni ha infatti poco da esultare, oltre al fatto che gioire perché le persone non vanno a votare è indegno per chi fa politica e soprattutto per chi rappresenta le istituzioni. L'esito della partecipazione a questo referendum sta dentro a una crisi più generale di partecipazione al voto, che abbiamo visto anche alle politiche, alle europee e alle amministrative, un segnale negativo che non possiamo ignorare e che dovrebbe preoccupare tutte le forze democratiche. Sapevamo dall'inizio che era una battaglia difficile, eravamo ben consapevoli della disaffezione al voto appunto, ma le battaglie giuste si fanno comunque e si fanno a testa alta. Il PD deve continuare a schierarsi dalla parte del lavoro stabile, sicuro, tutelato, dignitoso ed equamente retribuito: lo abbiamo fatto e continueremo a farlo con la battaglia sul salario minimo, lo abbiamo fatto con questi quesiti referendari e continueremo a farlo con proposte che dovranno sanare quelle storture e correggere quegli errori. Perché le ragioni del sì restano tutte e dovranno far parte dell'agenda politica con cui le forze progressiste costruiranno un'alternativa per il Paese rispetto alla destra di Meloni, Salvini e Tajani. Vale anche per il quinto quesito, quello sulla cittadinanza, rispetto al quale la percentuale comunque non trascurabile dei no deve far riflettere anche a sinistra. Questo dato evidenzia a mio avviso che il lavoro politico e culturale da fare è profondo. Io resto convintamente a favore dello Ius Soli e non intendo rinnegare o tacere, in una logica di mero consenso elettorale, nessuna delle ragioni che mi hanno spinta a sostenere quel quesito. Infine, una nota di speranza, in questa breve riflessione a caldo, che non ha la pretesa di potersi definire analisi del voto: il fatto che la Toscana sia la regione dove si è registrata la partecipazione più alta è sicuramente un elemento di orgoglio. Dimostra la forza democratica delle nostre comunità e il radicamento profondo di una cultura di emancipazione e diritti. Da qui si riparte. Sempre dalla stessa parte".

“Il mancato raggiungimento del quorum è una ferita per tutti, non solo per le forze sindacali, politiche e civiche che hanno promosso i referendum. Ogni volta che la partecipazione è bassa si pone un problema democratico. Per questo il centrodestra fa malissimo a festeggiare, dimostrando scarso senso delle istituzioni: governare un Paese significa preoccuparsi della sua salute democratica”. A dirlo è Valentina Mercanti, consigliera regionale e presidente dell’Assemblea del Partito Democratico della Toscana, commentando i risultati dei cinque referendum dell’8 e 9 giugno. “A livello di partecipazione - dice Mercanti - spicca il risultato della Toscana: buonissima affluenza e nettissima prevalenza dei Sì. È la conferma di una cultura democratica viva, capace di mobilitarsi quando si parla di lavoro, diritti, dignità, e del grande impegno profuso dal Pd regionale: di tutte le sue anime, ci tengo a sottolinearlo. Di questo come toscani dobbiamo essere orgogliosi”. “Ma naturalmente c’è poco da cullarsi nella retorica della ‘Toscana isola felice’ - continua la presidente del Pd Toscana - perché la dinamica del voto nazionale conferma una preoccupante disaffezione alla partecipazione e perché i temi di fondo relativi al mondo del lavoro restano tutti sul tappeto”. “Non possiamo infatti dimenticare che esiste un’intera fascia del mondo del lavoro che resta esclusa da ogni tutela: partite Iva, lavoratori autonomi, professionisti che ogni giorno affrontano costi in crescita, zero garanzie, precarietà strutturale. Si tratta di tanti toscani che lavorano tanto, ma guadagnano sempre meno. Come Pd - dice Mercanti - dobbiamo ripartire da qui”. “Le donne e i giovani, in questo contesto, sono i più penalizzati. Hanno redditi più bassi, tutele più deboli, carriere più frammentate, per non parlare delle aspettative previdenziali. Se non rimettiamo al centro della nostra azione politica quotidiana questa ingiustizia - sottolinea la presidente del Pd Toscana - non c’è futuro possibile. Serve un nuovo patto sociale, che riconosca e protegga chi lavora fuori dai vecchi schemi”. “Trasformare questa consapevolezza in azione politica è il compito che abbiamo davanti. Non possiamo più rimandare. Il lavoro non può continuare a essere l’anello debole dell’Italia”, conclude Mercanti.

"La Sinistra aveva puntato sui referendum per dimostrare che il campo largo sarebbe stato vincente. Ebbene, affluenza decisamente sotto il quorum, anche nella sempre meno rossa Toscana" dice Luca Baroncini, Segretario regionale Lega Toscana, a commento dell’esito del referendum. "Eppure la mobilitazione da parte delle Sinistre era stata massima, sfruttando tutti i mezzi possibili a disposizione. Conclusione: gli italiani, in generale, sono sempre meno vicini a Pd e soci e pure i toscani gli seguono sempre meno. Un buon segnale. I dati parlano chiaro. Cittadinanza anticipata? Anch’essa bocciata. È chiaro a tutti che, semmai, occorra al più presto un Cpr anche nella nostra Regione per rimpatriare chi non rispetta le regole. Altro buon motivo per votare Lega alle prossime elezioni regionali".

Sempre dalla Lega, la capogruppo in Consiglio regionale Elena Meini commenta: "Nonostante i goffi e imbarazzanti tentativi di spingere i cittadini al voto con metodi ai limiti della propaganda, il referendum è stato sonoramente bocciato – anche in Toscana – e questo ci fa ben sperare per il futuro del nostro territorio. A Cascina abbiamo assistito a messaggi-alert da parte dell’amministrazione comunale per ‘spronare’ la partecipazione, con il sindaco che si giustifica parlando di precedenti in occasione di festività natalizie in altri comuni di centrodestra (un paragone ridicolo, francamente). Poi c’è stato il meteo del Lamma – ente partecipato dalla Regione – dove una ricercatrice, tra una previsione e l’altra, si è sentita in dovere di ricordare ai cittadini di andare a votare ‘perché lei lo farà’. Infine, a Firenze, la società Ultravox ha messo in piedi una sorta di "ricatto" creativo, promettendo biglietti omaggio per i concerti solo a chi avesse mostrato una scheda elettorale vidimata. Ma stiamo scherzando? Tutti questi stratagemmi di cattivo gusto si sono rivelati inutili – prosegue Meini – e il referendum non ha raggiunto il quorum neppure in Toscana, dove pure si contano ancora località con percentuali ‘bulgare’. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: i cittadini non si fanno più prendere in giro. Hanno ignorato i ‘messaggini cascinesi’, hanno scelto una giornata al mare con le loro famiglie e, se vogliono un biglietto per un concerto, sono pronti a pagarselo da soli, senza dover esibire il lasciapassare elettorale. Questi dati dimostrano chiaramente una cosa: la Toscana sta cambiando. I cittadini si stanno stancando di una Sinistra arrogante, che usa ogni mezzo per difendere un sistema ormai logoro ed autoreferenziale. E questo ci fortifica ancora di più come Lega e come Centrodestra unito: il cambiamento è possibile, anzi, è vicino. Non molliamo, anzi, rilanciamo con ancora più convinzione la nostra battaglia per una Toscana diversa, concreta e finalmente libera!".

"Nonostante che le abbiano provate tutte, dall'appello al voto in pieno silenzio elettorale all'utilizzo improprio dell'alert system in alcuni Comuni, alla mobilitazione di tutto il mondo variegato della sinistra, i registri elettronici di classe, anche in Toscana il campo larghissimo, ben più largo della coalizione che appoggia Eugenio Giani, non arriva neppure al 40% , e resta bene al disotto del quorum" dichiara Diego Petrucci, consigliere regionale e vicecoordinatore regionale di Fratelli d’Italia. "E questo nonostante la discesa in gioco di un campo larghissimo con 5Stelle e sinistra in prima linea con CGIL e associazioni varie della galassia dell’ultra sinistra mobilitate per portare i cittadini al voto. I dati del referendum, su cui Giani & Co si sono spesi senza tregua, sono il miglior sondaggio del clima regionale: la Toscana è contendibile. I toscani non credono più a questa sinistra che ha voluto spaccare i sindacati sul tema del lavoro e non è riuscita nell’intento di far quantomeno sussultare per un secondo il Governo Meloni - conclude - . Adesso è il momento di correre a più non posso fino alla data del voto ma bisogna sciogliere quanto prima la riserva sul nostro candidato Alessandro Tomasi".

«Il risultato dei referendum sul lavoro e sulla cittadinanza rappresenta, a caldo, una sonora bocciatura della strategia politica e comunicativa messa in campo dalla sinistra italiana, sindacale e partitica – dichiara Isacco Cantini, coordinatore di Fratelli d’Italia Empoli –. Ancora una volta, emerge in modo inequivocabile quanto la sinistra sia distante anni luce dai problemi reali delle persone. Il flop di questa consultazione popolare segna il fallimento di una narrazione ideologica, infarcita di slogan e priva di soluzioni credibili per il Paese». «I dati parlano chiaro – prosegue Cantini –: la partecipazione al voto è stata, nel complesso della media nazionale, drammaticamente bassa, segno evidente che i cittadini non si sono riconosciuti in quesiti costruiti più per alimentare la contrapposizione politica che per affrontare concretamente le questioni sociali. Sempre più italiani, anche tra i moderati e i delusi, guardano oggi con interesse e fiducia alle politiche responsabili e pragmatiche portate avanti dal Governo Meloni». «La prima vera sconfitta – osserva ancora Cantini – non è tanto della CGIL, che almeno ha mantenuto una certa coerenza interna, quanto del Partito Democratico, incapace di proporre una linea chiara e credibile. È lo stesso PD che ha approvato il Jobs Act che oggi tenta goffamente di riposizionarsi a sinistra, rincorrendo i toni più radicali nella speranza di rianimare un consenso in caduta libera. Ma gli italiani non dimenticano e non si lasciano più ingannare: chiedono serietà e concretezza, non slogan né scorciatoie». «Emblematico – aggiunge Cantini – anche il risultato del referendum sulla cittadinanza, che ha visto prevalere il no a una proposta che mirava a scardinare i principi dell’identità nazionale. I promotori volevano trasformare la cittadinanza in un automatismo, svuotandola del suo valore civico e culturale. Gli italiani hanno invece riaffermato con forza che l’integrazione è un percorso che richiede impegno, condivisione di valori, conoscenza della lingua e rispetto delle regole. La cittadinanza non è un diritto astratto, ma una conquista da costruire insieme». «Questa tornata referendaria – conclude Cantini – dimostra che il popolo italiano ha maturato una consapevolezza nuova: non si lascia più strumentalizzare da chi usa i grandi temi per fare battaglie ideologiche fuori dal tempo. I cittadini chiedono serietà, sicurezza, lavoro vero, identità, stabilità. Fratelli d’Italia continuerà a lavorare per un’Italia fondata sul merito, sulla legalità e sul rispetto delle regole. Le urne hanno parlato con chiarezza: la sinistra è fuori sintonia con il Paese reale, e noi siamo pronti a rappresentarlo, anche a Empoli. Anche nella rossa Toscana i dati non sono così soddisfacenti, solo il 39% ha votato Ed a Empoli il 45% circa, segno come detto prima di uno scollamento tra gente e ideologia di Sinistra. Dopo questa prima lettura a caldo del voto, attendiamo adesso i dati definitivi e analitici dai territori per approfondire ulteriormente la riflessione. A tutti gli italiani che hanno scelto di recarsi alle urne, va, comunque, la nostra più profonda considerazione e il nostro rispetto, meritando, anch’essi, attenzione, ascolto e risposte concrete attraverso interventi legislativi che devono necessariamente passare dal vaglio parlamentare».

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