
Nel 2025 è scattato un allarme alimentare al giorno. Prosegue la raccolta firme nei mercati contadini per l’etichetta d’origine ed il principio di reciprocità per tutelare consumatori e agricoltori. Prossimo appuntamento al mercato di Porta San Frediano a Firenze
Dal burro di arachidi indiano all’aflatossina al pollo polacco con la salmonella, dalle ostriche francesi al norovirus alle arance egiziane con residui di Chlorpropham, un pesticida vietato nella Ue dal 2020: sono alcuni degli alimenti contaminati e pericolosi che finiscono sulle nostre tavola abitualmente provenienti dall’estero bloccati – per fortuna – alle nostre frontiere. Cibi importati, anonimi e nocivi a causa della presenza di alte concertazioni di residui chimici, batteri e pesticidi vietati in Europa. Un rischio purtroppo ricorrente: quasi ogni giorno un alimento che proviene dall’estero, oggetto dei controlli di routine, non dovrebbe finire sulle nostre tavole. A denunciarlo è Coldiretti Toscana sulla base di dati Rasff che sta rilanciando, in tutti i mercati contadini presenti in regione e nelle iniziative istituzionali, la raccolta firme per l’etichetta d’origine ed il principio di reciprocità per tutelare consumatori e agricoltori. Il prossimo appuntamento sarà domani, mercoledì 11 giugno (dalle 8.30 alle 15.30) al nuovo mercato di Porta San Frediano a Firenze dove è presente un info point dedicato alle battaglia di Coldiretti a tutela della salute dei consumatori.
“I nostri mercati, il nostro progetto di Campagna Amica, non sono solo luoghi dove fare la spesa direttamente dai produttori: sono momenti di incontro con i cittadini di informazione, sensibilizzazione, condivisione ed educazione alimentare molto importanti. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Quello che chiediamo, a gran voce, con la nostra petizione, è trasparenza attraverso l’obbligo di indicare l’origine in etichetta su tutti gli alimenti in commercio e l’abolizione del codice doganale che consente ad un alimento straniero di ottenere la cittadinanza italiana con una semplice lavorazione nel nostro paese. E’ inaccettabile”.
Molti dei prodotti sotto la lente di ingrandimento sono presenti sulle nostre tavole ogni giorno. L’elenco dei prodotti più pericolosi – rileva Coldiretti Toscana – vede la presenza di aflatossine nel burro d’arachidi indiano, nei pistacchi turchi, americani e iraniani, oltre che nei fichi secchi anch’essi provenienti dalla Turchia, che guida la classifica dei Paesi con il maggior numero di cibi bloccati alla frontiera, davanti a Polonia e Spagna. Nel riso pakistano sono stati trovati residui oltre i limiti di un altro pesticida proibito nell’Unione Europea, il Clorpyrifos, presente anche nel pepe peruviano assieme ad altre sostanze, mentre il tonno spagnolo presenta elevate tracce di mercurio. Ma non mancano neppure – continua Coldiretti Toscana – i cibi contaminati da batteri e virus, dal pollo polacco con la salmonella alle ostriche francesi e olandesi al norovirus.
Non è un caso se i cibi e le bevande straniere sono otto volte più pericolosi di quelli Made in Italy con il numero di prodotti agroalimentari provenienti dall’estero con residui chimici irregolari che è stato pari al 5,6% rispetto ad appena lo 0,7% di quelli di provenienza nazionale, secondo l’ultimo rapporto Efsa. Da qui la richiesta di Coldiretti di applicare il principio di reciprocità rispetto alle importazioni di prodotti agroalimentari da quei Paesi dove non vigono le stesse regole in materia di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e rispetto dei diritti dei lavoratori.
Ma è altrettanto importante garantire anche la piena trasparenza – rilancia Coldiretti Toscana - su quanto si mette nel piatto, attraverso l’obbligo di indicare l’origine in etichetta su tutti gli alimenti in commercio. Coldiretti ha lanciato in Europa una proposta di legge di iniziativa popolare con l’obiettivo di raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori. La misura renderebbe obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutti i prodotti alimentari venduti nell’Unione Europea. Solo così sarà possibile porre fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori permesso dall’attuale norma del codice doganale sull’origine dei cibi che consente l’italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime, come avviene nel caso anche dei semilavorati cinesi.
È possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e in tutte le sedi territoriali ma anche sul web. Basta collegarsi al sito https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home
Per informazioni www.toscana.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook @coldiretti.oscana, Instagram @Coldiretti_Toscana, Twitter @coldirettitosca, canale ufficiale YouTube “Coldiretti Toscana” e canale Telegram “coldirettitoscana”
Fonte: Relazioni Esterne Coldiretti Toscana
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