Stop alle fonti fossili: Legambiente in presidio davanti ai cancelli del Deposito ENI di Calenzano

Appuntamento sabato 14 giugno alle ore 10 davanti al deposito ENI di Calenzano (Via Erbosa) per una mobilitazione popolare per chiedere lo stop delle fonti fossili, cariche di pericoli per l'ambiente e per lavoratori e lavoratrici. Legambiente torna sul luogo della tragedia sul lavoro del 9 dicembre scorso, che ha causato 5 morti e 26 feriti, come l’icona di quel passato insostenibile che è necessario mettersi definitivamente alle spalle. Le fonti fossili hanno segnato un’epoca di crescita ma anche di enormi contraddizioni, coi suoi carichi di iniquità, sia sul piano ambientale ed energetico che dei diritti del lavoro. È necessario espellere dalla Piana le fonti fossili come elemento di rischio per la vita dei suoi abitanti e rivendicare con forza la necessità di riconvertire l’area ad hub delle rinnovabili, come ha proposto il Sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani.

L'appuntamento toscano è parte della giornata di mobilitazione nazionale “Stop Fossili, Start Rinnovabili” organizzata da Legambiente per chiedere lo stop delle infrastrutture fossili e l'accelerazione della transizione verso le energie rinnovabili. Nonostante la crisi climatica ed energetica, i costi esorbitanti della bolletta energetica causati dalla dipendenza dall’estero e la necessità di rispettare gli obiettivi europei di azzeramento delle emissioni nette, l’esecutivo continua a legittimare nuovi progetti di sfruttamento di fonti energetiche inquinanti, oltre a delineare un surreale scenario di ritorno del nucleare in Italia.

A confermarlo la mappa “Italia Fossile” di Legambiente realizzata sulla base dei dati del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. Ad aprile 2025 sono ben 192 progetti legati alle fonti fossili in attesa di valutazione (22 in più rispetto all’ultima mappatura effettuata a fine 2023), tra cui 83 procedure su centrali a gas, 16 per nuovi rigassificatori, 1.323 chilometri di nuovi gasdotti, due nuovi impianti di stoccaggio in attesa di Valutazione d’Impatto Ambientale, 23 progetti relativi a permessi di ricerca e concessioni per la coltivazione di idrocarburi. A questi si aggiungono 35 nuove richieste per lo svolgimento di attività connesse allo sfruttamento degli idrocarburi.

Contro queste politiche di sostegno alle fonti fossili si inserisce la mobilitazione nazionale “Stop Fossili, Start Rinnovabili”, lanciata in occasione del recente Youth Climate Meeting di Paestum (SA), l'annuale raduno nazionale delle e degli under 35 di Legambiente, con oltre 300 partecipanti, e pronta a tornare in piazza sabato 14 giugno, alla vigilia della Giornata mondiale del Vento, con iniziative in luoghi simbolo della Penisola, tutti segnati dalla presenza di anacronistiche infrastrutture della filiera delle fossili. Tra questi, il deposito Eni di Calenzano (FI), le aree dell’Appennino attraversate dal mega gasdotto SNAM e la centrale a carbone Enel di Brindisi. Sarà un momento di rilancio dell’attivismo climatico, che si inserisce nel più ampio quadro della campagna #ChangeClimateChange: una piattaforma con cui Legambiente propone, in una chiave di cambiamento, la costruzione di proposte e mobilitazioni per ricordare al governo italiano che il nostro Pianeta è in pericolo e che bisogna agire in fretta. Ad alcune delle iniziative parteciperà anche la Rete “Per il Clima, Fuori dal Fossile”, rafforzando il fronte comune contro le fonti fossili.

“La nostra mobilitazione nazionale, con l’esposizione di pale eoliche e pannelli fotovoltaici nei luoghi simbolo dell’Italia fossile – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente – vuole evidenziare la contraddittoria politica del Paese che, tra le iniziative su gas e nucleare del Governo nazionale e gli ostracismi trasversali delle Regioni allo sviluppo delle rinnovabili, continua a rallentare l’adozione su larga scala degli impianti di produzione di energia da fonti pulite, ostacolando una vera transizione ecologica. Chiediamo un’accelerazione repentina sulle energie green, sugli accumuli e sulle reti, la rimozione delle barriere autorizzative da parte del Ministero della Cultura e delle Regioni e un impegno concreto negli investimenti necessari. Dopo la recente sentenza del TAR Lazio sul ricorso di ANEV, che ha censurato parti importanti di due decreti del Governo Meloni, il Ministro Pichetto Fratin modifichi presto il decreto sulle aree idonee, che ha lasciato troppa discrezionalità alle Regioni, e lo stesso dovrebbe fare il Ministro Lollobrigida sul DL agricoltura, che vieta in modo indiscriminato il fotovoltaico a terra, come evidenziato dal TAR Lazio”.

Non solo mobilitazione e azioni simboliche. Per contribuire alla causa di “Stop Fossili, Start Rinnovabili” è possibile sottoscrivere una petizione pubblica per una inversione di rotta immediata.

Fonte: Legambiente - Ufficio Stampa

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