
A Firenze si è accesa una polemica sulla permanenza di Marco Carrai alla guida della Fondazione Meyer, uno dei principali ospedali pediatrici italiani. Carrai, console onorario di Israele, è stato invitato dal Movimento 5 Stelle e da esponenti del fronte pro Palestina a dimettersi, ritenuto "inopportuno" in quanto rappresentante di uno Stato coinvolto in una guerra che ha causato migliaia di vittime civili, tra cui molti bambini.
A sostegno di Carrai, è stata diffusa una lettera firmata da 100 cittadini — tra cui accademici, giornalisti, politici — dal titolo: "Con Marco Carrai, no alla voglia di epurazione, dove arriva l’odio per Israele". Si denuncia un clima di discriminazione ideologica: "Sei amico degli ebrei, o ebreo, non puoi ambire ad incarichi di evidenza pubblica. Se non è la famigerata 'caccia', è qualcosa di molto simile." Tra i firmatari figurano Zeffiro Ciuffoletti, Susanna Nirenstein, Paola Concia, Claudio Velardi, Andrea Marcucci e altri. L'appello invita tutte le forze politiche regionali a respingere la "provocazione del M5s".
Anche l’Associazione Italia-Israele di Firenze ha scritto al presidente della Regione Eugenio Giani, esprimendo preoccupazione per "un clima di odio contro gli ebrei" e lodando Carrai come persona "mite e generosa" che ha portato risorse importanti al Meyer per "curare i bambini di ogni nazionalità".
Dal fronte opposto, si moltiplicano gli appelli per le dimissioni. In piazza del Duomo, davanti alla sede della Regione, è stato allestito un presidio permanente chiamato "Tenda per la Palestina". Durante l’iniziativa, è stato nuovamente chiesto che Carrai lasci la presidenza della Fondazione. Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, ha affermato: "Le scelte del presidente Giani rendono ancora più insostenibile la presenza del console d’Israele alla guida della Fondazione Meyer. Non è una questione personale." Simone Zetti dei Giovani Democratici ha aggiunto: "Accuse di antisemitismo che ci fanno sorridere, visto che si parla di una persona che non è neanche ebrea. Noi saremo sempre nelle piazze per chiedere la fine di questo genocidio."
Particolarmente significativo è l’intervento di Alessandro Tombelli, presidente di ANED Firenze (Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti), che ha dichiarato: "Carrai lasci il Meyer, incompatibile con la difesa dei diritti umani", sostenendo che chi guida un’istituzione dedicata alla cura dell’infanzia deve essere "credibile nel suo impegno per la pace, per i diritti umani, per la protezione di ogni vita vulnerabile". Tombelli osserva: "Non posso restare indifferente di fronte al fatto che Marco Carrai, in qualità di console onorario di Israele, rappresenti oggi uno Stato che [...] è responsabile della morte di migliaia di civili palestinesi, inclusi moltissimi bambini." E aggiunge: "La responsabilità simbolica pesa quanto quella diretta. [...] Non si mette in discussione la persona di Carrai, ma la sua funzione in questo contesto." Richiama infine la memoria storica: "Chi ha a cuore la storia della deportazione [...] sa che quando a morire sono i più deboli, il silenzio è sempre sinonimo di complicità. Firenze, città della memoria e della Resistenza, non può voltarsi dall’altra parte."
Nel Consiglio Regionale, l’M5S ha presentato un’interrogazione e una mozione contro Carrai. La capogruppo Irene Galletti ha detto: "Figura tra le più inopportune e imbarazzanti per la nostra regione. Gran parte della Toscana ci chiede di fare un atto di coraggio." Ha poi ribadito la proposta contenuta nella mozione: "La rottura di tutti i rapporti con il governo israeliano."
In risposta, l’assessore regionale Stefano Ciuoffo ha spiegato che la nomina del presidente della Fondazione Meyer è prerogativa del direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Meyer, non della Regione. Ha comunque garantito che "il tema potrebbe trovare una composizione", e ha difeso la posizione del presidente Giani e della giunta sulla questione Gaza: "Non si può mettere in dubbio la sensibilità istituzionale sul conflitto."
Dmitrij Palagi, consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune, ha ricordato che "esiste una filiera politica nelle nomine", e ha esteso il discorso ad altre cariche collegate, come la presidenza di Toscana Aeroporti, qualora si volesse davvero interrompere ogni relazione con lo Stato di Israele.
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