Da nazionale a cittadino: Teatro della Toscana verso il declassamento

(foto Filippo Manzini)

Doccia fredda per i teatri fiorentini Pergola e Rifredi e il Teatro Era di Pontedera. Tre membri della Commissione consultiva per il teatro del Mic si sono dimessi in polemica con la scelta


Si accende la polemica attorno al declassamento della Fondazione Teatro della Toscana, che comprende i teatri fiorentini Pergola e Rifredi e il Teatro Era di Pontedera e vede Stefano Massini alla direzione artistica.

Tre membri della Commissione consultiva per il teatro del Ministero della Cultura — Alberto Cassani, Carmelo Grassi e Angelo Pastore — hanno infatti rassegnato il proprio incarico in segno di protesta contro la decisione della maggioranza della Commissione di togliere alla Fondazione il riconoscimento di teatro nazionale e il conseguente passaggio a teatro della città.

Una scelta, spiegano i dimissionari in una lettera indirizzata al ministro della Cultura, che li trova “assolutamente contrari” e rende “impossibile la prosecuzione del lavoro”. Una frattura istituzionale che ha immediatamente acceso il dibattito politico.

“Preoccupante e inaccettabile”. Così la sindaca di Firenze Sara Funaro definisce la notizia del possibile declassamento della Fondazione Teatro della Toscana, riportata dalla stampa e al centro di un caso che ha già provocato le dimissioni di tre membri su sette della Commissione consultiva per il teatro del MiC.

“Chiedo spiegazioni immediate al ministro Giuli e al sottosegretario Mazzi – ha dichiarato Funaro – perché si tratta di un atto gravissimo, ripeto, inaccettabile”.

Durissima la reazione del Partito Democratico: “Siamo davanti a un uso delle istituzioni completamente fuori dalle regole e da ogni logica. Il declassamento della Pergola rappresenta un fatto di una gravità senza precedenti, con il sapore della rappresaglia politica”, denunciano i deputati Pd in Commissione Cultura, Manzi, Orfini, Berruto e Iacono. “Mai prima d’ora — aggiungono — una fondazione teatrale nazionale è stata declassata per motivi che nulla hanno a che fare con la qualità artistica. È un colpo basso che trasforma la cultura in campo di battaglia ideologica.”

I parlamentari dem annunciano inoltre un’interrogazione urgente alla Camera e chiedono al ministro Gennaro Sangiuliano di chiarire se intenda “subordinare la cultura alla fedeltà politica”, un’ipotesi definita come “un tradimento della funzione pubblica”.

Anche Matteo Renzi, senatore di Italia Viva, non usa mezzi termini: “Declassare la Pergola per ragioni ideologiche è uno schiaffo a Firenze e alla cultura. Il ministro dell’ignoranza Giuli si dovrebbe vergognare”, scrive in una nota, rincarando la dose contro l’attuale gestione del ministero.

Dall’altra parte, arriva la replica netta del centrodestra. Il senatore di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi, capogruppo in commissione Cultura al Senato, ribalta l'accusa e punta il dito contro il Comune di Firenze: “Il Teatro La Pergola è vittima delle scelte irresponsabili del sindaco Sara Funaro. Le incongruenze di bilancio e una programmazione discutibile rendono inevitabile il declassamento. Il rispetto dei soldi pubblici viene prima di tutto.”

Marcheschi invita inoltre la prima cittadina a “chiarire se intenda continuare a subordinare la cultura alla fedeltà politica” e a “chiedere scusa ai cittadini e agli amanti del teatro”.

Giani: "Fortissima preoccupazione, no impostazioni da MinCulPop"

“Esprimo una fortissima preoccupazione in merito alla nota resa pubblica da autorevoli componenti della Commissione teatro del MIC, i quali, nel rassegnare le proprie dimissioni, hanno denunciato una logica di strumentalizzazione partitica nei confronti di Firenze e della Toscana, che starebbe influenzando la valutazione della qualità artistica del Teatro della Toscana”.

Cosi il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a proposito di quanto emerso a proposito di un declassamento del Teatro della Toscana.

“Quanto emerge da questa vicenda – prosegue Giani - appare gravissimo: le dimissioni di tre figure di riconosciuto prestigio sembrano infatti conseguenza di giudizi di parte, ispirati da logiche politiche piuttosto che da una valutazione oggettiva e trasparente dei programmi culturali. Pur essendo un’istituzione a presidenza del sindaco di Firenze, il Teatro della Toscana rappresenta un riferimento culturale diffuso, con una programmazione che si articola non solo nel capoluogo, alla Pergola e a Rifredi, ma anche a Pontedera, con il Teatro Era. La Regione Toscana, socia fondatrice, sostiene con convinzione questa realtà, contribuendo annualmente con due milioni di euro”.

“Non possiamo accettare – conclude il presidente della Toscana -  che un’istituzione così importante venga così demonizzata. Riteniamo quindi fondamentale dissipare ogni dubbio circa l’impostazione ideologica, quasi da “MinCulPop”, che sembra emergere dai fatti riportati dalle agenzie stampa in queste ore”.

Mazzeo: "Declassamento fatto grave e senza precedenti"

"Quanto sta accadendo in queste ore è grave e senza precedenti nella storia recente del teatro italiano. Il possibile declassamento della Fondazione Teatro della Toscana da parte del Ministero della Cultura non appare come una scelta tecnica, né come il frutto di una valutazione imparziale o di merito. Al contrario, si configura come una vera e propria rappresaglia politica, volta a colpire un’istituzione culturale d’eccellenza per le sue scelte autonome e di alto profilo come la direzione artistica affidata a Stefano Massini”.

Lo dichiara il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, dopo aver appreso le decisioni del ministro della cultura Giuli circa un possibile declassamento della Fondazione Teatro della Toscana.

“Non possiamo accettare che vengano penalizzati la qualità, la libertà e la passione di chi ogni giorno lavora per promuovere cultura con serietà, competenza e visione – aggiunge Mazzeo. - La Regione Toscana sarà sempre al fianco di chi difende l’autonomia della cultura, dell’arte che non si piega, dei luoghi in cui si esercita e si coltiva il pensiero critico, pilastro fondamentale della nostra democrazia”.

“Lo voglio dire con la massima chiarezza: nessuna fedeltà politica potrà mai valere più della libertà culturale. E questa libertà, noi la difenderemo con determinazione, in ogni sede e con ogni strumento a nostra disposizione”, conclude il presidente Mazzeo.

Gianassi (Pd): “In corso un vergognoso attacco a Firenze, reagiremo”

"Apprendiamo l'incredibile notizia delle dimissioni di tre componenti su sette della Commissione ministeriale" dichiara il deputato dem Federico Gianassi. "Come loro stessi hanno dichiarato si tratta di un atto di protesta contro la scelta della maggioranza della Commissione di declassare la Fondazione Teatro Nazionale della Toscana fondata su motivazioni pretestuose. Il Comune di Firenze aveva dato il via alla nuova era della Fondazione individuando Stefano Massini, figura di grande e indiscutibile valore, alla guida del Teatro della Pergola. Cosa sta succedendo ora? È in atto una ritorsione politica rispetto alle libere e autonome scelte fatte dai soci fondatori della Fondazione solo perché il ministero della Cultura ne pretendeva altre. Il ministro Giuli ed il sottosegretario Mazzi smentiscano pubblicamente questo scempio. Come gruppo Pd presentiamo un'interrogazione parlamentare, perché la cultura è e deve rimanere libera. Come fiorentino dico che non accetteremo questo affronto alla Città di Firenze".

Giachi e Vannucci (Pd): "Scelta grave e scellerata della destra"

“Il declassamento della Fondazione del Teatro della Toscana è una scelta scellerata e di una gravità inaudita nei confronti di un’istituzione che ha segnato la storia culturale della nostra regione e non solo".

È quanto dichiarano Cristina Giachi, consigliera regionale Pd e presidente della commissione cultura, e Andrea Vannucci, vicecapogruppo Pd in Consiglio regionale, in merito al declassamento della Fondazione del Teatro della Toscana.

"L’implosione della commissione ministeriale è il segnale più evidente dell’inconsistenza e della natura pretestuosa di questa decisione. Siamo di fronte a una ritorsione politica che mina l’autonomia del teatro e dei soci della Fondazione. La destra al governo dimostra, ancora una volta, non solo di non saper valorizzare istituzioni culturali di rilievo, come il Teatro della Pergola, ma anche di non tollerare le realtà che non sono diretta espressione della propria parte politica. La vicenda recente che ha visto l’avvicendamento della direzione del teatro e le prese di posizione della politica confessa un retroscena della decisione di oggi che la colloca su un piano che nulla ha a che fare con la cultura e con la tutela del teatro più antico d’Italia. Come può aspirare a incarnare una nuova ‘egemonia culturale’, ammesso che abbia senso ragionare così oggi, chi non riesce nemmeno a trattare col dovuto rispetto le istituzioni più antiche del Paese?".

Fossi (Pd): “Ennesimo atto autoritario di questo governo che vuole imbavagliare la cultura”

“Questo governo politicizza e ideologizza tutto, rendendo tutto partitico, non hanno il senso della decenza e superano ogni istituzione culturale, democratica, libera per piegare il tutto al loro volere e ai loro diktat autoritari e ignoranti. La notizia appresa per mezzo stampa del declassamento del Teatro della Toscana e delle dimissioni di tre componenti su sette della Commissione ministeriale -  dimissioni date perché hanno ritenuto pretestuose le motivazioni della maggioranza - è un atto gravissimo non solo contro Firenze e la Toscana ma contro tutto il mondo della cultura che il governo vuole imbavagliare e controllare” dichiara il segretario del Pd Toscana Emiliano Fossi.

Nardella (Pd): “Decisione scandalosa del ministro Giuli"

"Il declassamento del Teatro della Toscana è la decisione più stupida e scandalosa che il ministro Giuli possa prendere".

Lo dichiara l’europarlamentare Pd Dario Nardella.

"Il ministro non si nasconda dietro la Commissione ministeriale, perché tutti sanno che la Commissione non proporrebbe mai una cosa del genere senza il suo avallo. Le dimissioni dei tre membri sono la dimostrazione che si è passato il segno in una gestione della cultura dal sapore neofascista. Possibile che questo Ministro sia così accecato dalla politica al punto di avallare una scelta così vergognosa solo perché alla guida del Teatro non ci sono le persone che vuole lui? Ha paura di chi la pensa diversamente? Ha paura di intellettuali e artisti come Massini? Ha paura di sindaci come Funaro? Giuli fermi questa sciagura se non vuole passare alla storia come il ministro che ha distrutto le istituzioni culturali di prestigio storico come lo è il Teatro della Pergola".

Schlein (PD): "Declassamento teatro della Toscana è sfregio"

"Il declassamento del Teatro della Toscana è uno sfregio al patrimonio culturale italiano che non possiamo accettare. Domani seguirò da Roma la conferenza stampa che il Direttore Massini ha voluto comunque fare per presentare la stagione 2025/2026 e invito tutti quelli che hanno a cuore il teatro e la cultura a farlo. Sono vicina alla sindaca di Firenze Funaro e la sosterrò in questa sua sacrosanta battaglia per evitare il declassamento. Perché la cultura per noi deve essere libera e l'idea che ormai la destra l'ha resa solamente una corsa alle poltrone da spartire la contrasteremo con ogni forza. L'arroganza del governo arriva a travolgere persino gli organismi tecnici per 'punire' chi non si allinea. Le dimissioni di tre su sette dei componenti della commissione consultiva per il teatro del Mic sono il segno di una situazione gravissima. Se non si eseguono i diktat del ministro, se non si accettano le indebite ingerenze, si viene colpiti", così la segretaria del Pd Elly Schlein

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