
Tra gli aderenti Eugenio Giani, il PD e il M5S, Sinistra Italiana, i Verdi, il PCI e il Prc, l'Anpi e Cospe
Stiamo assistendo a una pericolosissima escalation militare che minaccia la stabilità del Medio Oriente e la pace globale. Gli attacchi degli Stati Uniti contro siti nucleari iraniani rappresentano una gravissima violazione del diritto internazionale e una provocazione che rischia di innescare un conflitto su larga scala.
Quello che sta accadendo non può lasciarci indifferenti. Gli Stati Uniti, con il pieno sostegno di Israele, hanno colpito obiettivi strategici in Iran sostenendo, senza prove verificate dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, l’esistenza di programmi nucleari militari in fase avanzata. Sembra di assistere a un tragico déjà-vu: la stessa manipolazione che, nel 2003, fu usata per giustificare l’invasione dell’Iraq con la scusa delle “armi di distruzione di massa”, mai esistite. Anche allora si distrusse un Paese intero, causando milioni di vittime innocenti.
Oggi, ancora una volta, l’uso della forza si impone sulla via della diplomazia. E mentre le bombe cadono, il rischio di un’estensione del conflitto cresce: l’Iran minaccia ritorsioni, lo Stretto di Hormuz – snodo cruciale per l’economia globale – è a rischio blocco, e lo spettro di una guerra che coinvolga potenze atomiche diventa sempre più concreto.
Nel frattempo, a Gaza, si consuma una tragedia senza precedenti. Assistiamo a un massacro a cielo aperto, a una violenza sistematica contro una popolazione inerme: civili uccisi, bambini affamati, ospedali distrutti. È un genocidio. Ed è una vergogna per la coscienza del mondo.
Di fronte a questo e a tutti i teatri di guerra presenti nel mondo, non possiamo tacere. Non possiamo accettare che il diritto internazionale venga calpestato. Non possiamo accettare che il popolo palestinese venga annientato nel silenzio e che la guerra diventi, di nuovo, uno strumento “normale” di gestione dei conflitti. Non possiamo accettare che l’Italia, e con essa l’Unione Europea, restino impassibili o accettino alle logiche di riarmo della NATO. Il nostro Paese non può permettere che i suoi cieli e le sue basi militari vengano usati per operazioni che minacciano la pace.
Chiediamo al Governo italiano di dire no a ogni forma di complicità. Chiediamo che venga negato il transito ai bombardieri USA diretti verso il Medio Oriente e che si fermi immediatamente qualsiasi forma di supporto militare. Serve coraggio politico, serve un’inversione di rotta, serve una diplomazia credibile e autonoma capace di lavorare per il cessate il fuoco e la riconciliazione.
Non possiamo restare spettatori. È tempo di mobilitarsi, di alzare la voce, di scendere in piazza. Facciamo appello a tutte le donne e gli uomini di buona volontà che credono nella pace, nella giustizia e nella convivenza tra i popoli. Serve un ritorno alla ragione, prima che sia troppo tardi.
L’Italia ripudia la guerra. Lo dice la nostra Costituzione, lo dice la storia del nostro popolo, lo dice il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori. La Toscana, terra di resistenza e accoglienza, non può diventare snodo per il traffico di armi e di morte. La Toscana deve essere, oggi più che mai, terra di pace, dialogo e giustizia.
Lottiamo insieme per un mondo multipolare, fondato sulla coesistenza pacifica, sulla solidarietà e sul rispetto reciproco. Fermiamo la guerra, fermiamo la follia.
Per queste ragioni, all’interno del percorso di mobilitazione nazionale per lo stop alle guerre, la Cgil Toscana lancia una fiaccolata la sera di martedì 1° luglio a Firenze, in zona centro, con un percorso che sarà comunicato successivamente.
Facciamo appello a tutte le realtà pacifiste a raccogliere il nostro invito per costruire insieme un grande momento di partecipazione. Non rassegniamoci alla ineluttabilità delle guerre, costruiamo insieme un mondo di pace.
Firmato: Cgil Toscana
Prime adesioni all’iniziativa (elenco in aggiornamento):
Eugenio Giani, Pd Toscana, Movimento 5 Stelle Toscana, Sinistra Italiana Toscana, Verdi Toscana, Prc Toscana, Anpi Toscana, Cospe, Pci Toscana
Fonte: Cgil Toscana Firenze - Ufficio stampa
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