
L'annuncio del mensile di satira livornese: non sarà in edicola da novembre. Mario Cardinali: "Dopo 65 anni di Vernacoliere, alla soglia dei novant'anni, mi sento un po' stanchino", e lascia aperta la porta a chi vorrà proseguire. "Vediamo se dopo aver ripreso fiato ce la faremo una volta ancora"
"Dopo il numero di novembre Il Vernacoliere sospende le pubblicazioni". A darne notizia, sulla propria pagina facebook, è lo stesso mensile satirico, tramite un comunicato della Mario Cardinali Editore Srl. "Nell'annunciare una pausa di riorganizzazione del Vernacoliere" prosegue il post, lo storico direttore e fondatore Mario Cardinali "ha rivolto ai collaboratori questo saluto che è insieme un augurio di poter continuare a vivere in libera dissacrante irriverenza".
Centinaia i commenti degli affezionati sotto al post, con decine di ricordi legati alla rivista "in vernacolo livornese e in italiano", fondata nel 1961 come settimanale, poi diventata mensile dal 1982. Tanti i racconti, da chi per la prima volta ha visto una delle iconiche locandine non perdendo più da quel momento le uscite in edicola a chi ringrazia, "sono cresciuta con te e con le risate". "Finisce un'epoca" scrivono in diversi, "speriamo in un ritorno".
Il post prosegue con una lunga lettera di Cardinali ai collaboratori, ma anche ai lettori e alle lettrici, dove con la sospensione comunica il proprio ritiro dopo oltre mezzo secolo dietro al Vernacoliere. "O cari anzi carissimi collaboratori, o sparpagliata truppa d’eccelse firme del vignettare in satira mordace e d’altrettanto saettare in invettive scritte, o ultimi giapponesi d’una resistenza che ora la chiaman resilienza e ‘un ci si capisce più nulla nemmen lì, ascoltate! No, non è Trump che vi parla, e neanche la Meloni. Son io, il Vernacoliere! Che nuntia vobis dolorem magnum, anzi magnissimo. Dopo il numero di novembre Il Vernacoliere sospende le pubblicazioni".
Poi l'annuncio, che entra nel merito anche della crisi che vive l'editoria, e che lascia aperto uno spiraglio per qualcuno che raccolga il testimone. "Nessuno è eterno. Neanche Mario Cardinali. Che dopo sessantacinque anni di Vernacoliere, arrivato alla soglia dei novant’anni (ci manca ormai un mucchiettino di mesi, grinzosi anche quelli), si sente francamente un po’ stanchino. Oddìo, stanchino… ciondola! Sì, il cervello è sempre vispo, ancora ce la fa a creare le sue famose locandine, respira anche. Ma sottosotto ciondola, e anche un po’ soprasopra. Ragion per cui, prima di cominciare a perdere i pezzi verso la cascata finale, vi annuncio (passaggio alla prima persona, fateci caso) che dopo il numero di novembre il Vernacoliere sospende le pubblicazioni. In attesa – com’è d’uso attendere – di tempi migliori. Che sarebbe a dire o vediamo un po’ se dopo di me ci potrà essere qualcosa oltre il diluvio. Di menti valide ce n’è ancora parecchie nel gruppone che con me ha portato il nostro giornalaccio al record della durata satirica non solo in Italia ma qualcuno dice anche in Europa".
Poi prosegue, "vi aggiungo un altro buon motivo, per la fermata del Vernacoliere: c’è anche la crisi sempre più profonda della carta, a dettar la nuova legge dell’editoria. Quella dei giornali, soprattutto. Che quasi più nessuno legge, surclassati come sono dai social, coi telefonini a dettar legge ovunque, nuovi totem dell’indottrinamento in massa. E la pubblicità a pagare il tutto, ché tanto poi a pagare veramente è il solito Pantalone quando compra. E anche per il Vernacoliere i costi ormai son arrivati a superar gl’incassi. Con le edicole che continuano a chiudere a migliaia in tutt’Italia, e quelle che ancora resistono si son ridotte a rivendite di gadget e giocattolini vari, e pare le vogliano perfino adibire a uffici postali e ricevitorie d’ogni tipo, un po’ come le tabaccherie. Non esclusa l’idea di piazzarci un confessionale, a confessar la colpa di voler leggere ancora". Cardinali ricorda poi che il Vernacoliere "si è sempre piccato di voler seguitare a campare di sole vendite, senza finanziamenti o sovvenzioni o inserzioni pubblicitarie d’alcun tipo, può continuare a resistere senza uno stop per un respiro nuovo".
E conclude: "Coraggio, amici e collaboratori cari. Vediamo se dopo aver ripreso fiato ce la faremo una volta ancora. E per intanto pigliatevi, oltre all’abbraccio affettuoso, anche il mio sentitissimo grazie per quanto finora avete fatto, nel contribuire a tenere alto il prestigio d’una storica bandiera d’irriverenza satirica. Con uno speciale ricordo per chi nel nostro gruppo non c’è più, mio fratello Umberto in particolare, per oltre trent’anni cuore e colonna della diffusione d’un foglio di libero pensiero".
Giani: "Vernacoliere pezzo fondamentale della cultura toscana"
A margine di un'iniziativa a Firenze, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha commentato la notizia dicendo che telefonerà a Cardinali "per capire se, nell'ambito delle rispettive competenze, possiamo fare qualcosa per sostenerlo". Per Giani il Vernacoliere "è un pezzo fondamentale della cultura toscana", che "dà un senso di identità livornese, ma poi tutta toscana" parlando delle battute e dell'ironia "per cui siamo in qualche modo caratterizzati in tutto il mondo".
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