
Domenica 19 ottobre, alle Logge Lotti, letture e testimonianze per il quarantunesimo anniversario della scomparsa dello scrittore sanminiatese
Domenica 19 ottobre 2025 alle Logge Lotti di San Miniato, organizzata da Associazione 'Moti Carbonari', Orcio d’Oro, Fondazione Casa Lotti, Biblioteca Comunale e Rivista Erba d’Arno, si è tenuta un'iniziativa in ricordo di Dante Giampieri.
Durante l’iniziativa è stato letto un intervento dedicato allo scrittore in occasione del quarantunesimo anniversario della sua scomparsa.
'Erba d’Arno e Dante Giampieri, uno scrittore ritrovato' - Intervento di Aldemaro Toni
Cari amici, ringrazio Anna Braschi e gli organizzatori di questo doveroso ricordo di Dante Giampieri nel quarantesimo della sua scomparsa avvenuta il 12 ottobre 1985.
Già a due anni dalla sua morte il Comune di San Miniato e la rivista Erba d’Arno sentirono il bisogno di fissare in uno dei quaderni della rivista testimonianze e testi pubblicando anche una preziosa biografia che ripercorresse momenti salienti della vita e della vicenda culturale di un poeta, Dante Giampieri, da sempre definito schivo, ma quanto mai apprezzato dalla cerchia letteraria fiorentina che faceva capo alle mitiche “Giubbe Rosse”. Là, il giovane Dante poeta e scrittore che qui ricordiamo ebbe contatti con personaggi ben noti e affermati: Mario Luzi, Carlo Betocchi, Ottone Rosai, Antonio Delfini e tanti altri di cui divenne amico, compreso Carlo Emilio Gadda che, se non vado errato, venne a trovarlo nell’immediato dopoguerra a San Miniato.
San Miniato era ed è la sua terra, presente immancabilmente nelle sue poesie e racconti, sia come sfondo delle sue originali e talvolta bizzarre storie, sia nell’intimo sentire, dove umili piante o giovani esistenze trovano poetica collocazione nei suoi asciutti, mai patetici versi. Fu per noi dell’Erba una rivelazione il “Piccolo canzoniere” che, con prefazione di Luigi Baldacci, propose come suo primo intervento e che fu pubblicato nel n.3 della rivista.
Una rivista, la nostra, che era da poco nata, fondata da un gruppo che già aveva avuto un’esperienza culturale nella seconda metà degli anni Sessanta. Sto parlando de “Il poggio”, così si chiamava, che fra tanto altro (la storia, le mostre d’arte ecc.) si era più volte accostato al mondo del teatro e della letteratura. E già allora un autore dimenticato – parlo del fiorentino-fucecchiese Giangiacomo Micheletti, morto a soli 23 anni nel 1945 - era stato riproposto al pubblico e all’attenzione della critica.
Quel gruppo si era sciolto poco dopo il ’68, ma alcuni di loro, nella primavera del 1980, con anni terribili ormai alle spalle, gli ideologici e sanguinosi anni Settanta, avvertirono il bisogno di dar vita a una rinnovata “ragione delle lettere”. Aiutarono molto la nascente iniziativa le amicizie fiorentine dell’indimenticabile Piero Malvolti che consentirono di veder pubblicati, insieme a racconti di memoria, poesie e saggi di redattori e collaboratori, importanti scritti di Luzi, Betocchi, Fabiani, Parronchi, e nel prosieguo dei numeri: Cancogni e Cassola.
Ma Erba d’Arno anche si caratterizzò col ridare voce a scrittori dimenticati, oltre Giangiacomo Micheletti e Dante Giampieri (di cui, a partire dal 1981 furono pubblicati con continuità scritti e poesie), altri come il fucecchiese e ormai livornese Brunello Mannini (che era stato negli anni Quaranta della cerchia di Micheletti e del pittore Dedalo Montali) e il sanminiatese Alessio Alessi. Quest’ultimo, insieme a Marinella Marianelli e Luigi Ferri, giovane amico di Dante fin da quando, con una cultura universitaria fascista ancora imperante, facevano i primi passi nel mondo dell’arte e della letteratura.
Marinella e Alessio avevano il loro amico Dante nel cuore e aiutarono, dopo la sua morte, a ricostruire le fasi della sua vita per dare completezza alla pubblicazione di quel “Per Dante Giampieri” curato e edito da Erba d’Arno che fu presentato alla presenza di un folto pubblico e di tanti amici venuti da fuori a San Miniato nel 1987.
Una biografia, mi ricordo, frutto di tanti incontri nell’accogliente casa di Piero Malvolti e nella mia, con Alessio Alessi, l’amico di sempre, che ripercorreva i loro anni giovanili. Nell’insieme, una ricostruzione che si avvalse anche di un’intervista rilasciata dallo stesso Dante a Roberto Cerri, dalla quale vengono fuori anche aspetti dell’impegno civile del Nostro.
A tal proposito nel quaderno dell’ ’87 si legge:
Nell’imminenza delle elezioni politiche del 1953 anche Giampieri aderisce al nucleo di Unità Popolare, cui danno vita a San Miniato gli ex azionisti ed alcuni repubblicani storici ostili alla “legge truffa”. Nel ’48 aveva già fatto qualche comizio nelle frazioni del sanminiatese. Dal ’53 comincia ad assumere impegni amministrativi, che lo porteranno dopo il ’56 ad essere prima assessore, infine (ma per poco) vicesindaco eletto nelle liste del PSI.
E giustamente si aggiunge:
Ma Giampieri, nonostante questo suo civile dovere di partecipazione politica, non aveva dimenticato (e non dimenticherà mai) la poesia e la letteratura.
Fonte: Ufficio stampa
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