'L’assaggiatrice di Hitler' in scena al Teatro delle Arti a Lastra a Signa

Il Teatro popolare d’arte e il Teatro delle Arti di Lastra a Signa presentano L’assaggiatrice di Hitler, intensa trasposizione teatrale tratta dal romanzo Le assaggiatrici di Rosella Postorino, vincitore del Premio Campiello 2018 e del Prix Jean-Monnet 2019.

Diretto da Sandro Mabellini, con la collaborazione drammaturgica di Gianfranco Pedullà, lo spettacolo indaga la possibilità – dolorosamente umana – di scivolare nella colpa senza averlo scelto, di colludere con il Male per puro istinto di sopravvivenza.

La storia si ispira alla vicenda reale di Margot Wölk, una delle dieci donne costrette ad assaggiare i pasti di Hitler per sventare eventuali avvelenamenti. Attraverso la figura di Rosa Sauer, giovane berlinese rifugiatasi in Prussia orientale durante la guerra, L’assaggiatrice di Hitler racconta l’assurdo paradosso di chi deve “assaggiare il mondo per vivere, ma rischiando ogni giorno di morire”.

Tra le assaggiatrici, amicizie e rivalità si mescolano fino all’arrivo di un nuovo comandante, Albert Ziegler, la cui presenza genera terrore ma anche un’inaspettata, fragile complicità con Rosa – un barlume di umanità nella disumanizzazione imposta dal regime nazista.

Due sole interpreti – Silvia Gallerano e Alessia Giangiuliani – incarnano tutti i personaggi, dando vita a un’esperienza teatrale di grande forza visiva e poetica, accompagnata dalla fisarmonica e dalla voce di Marlene Fuochi e dalle musiche originali di Francesco Giorgi.

Come scrive il regista Mabellini, lo spettacolo è “un film senza cinema”: un racconto costruito con la potenza della parola, della luce, del corpo e del suono, dove il pubblico è chiamato a colmare con la propria immaginazione ciò che non viene mostrato.

 

Alla regia troviamo Sandro Mabellini, artista che si muove tra Italia e Belgio e che ha fatto della ricerca sui linguaggi contemporanei la sua cifra distintiva. Formatosi alla Scuola di Teatro di Bologna e perfezionatosi con maestri come Luca Ronconi, Romeo Castellucci e Ariane Mnouchkine, Mabellini porta in scena un teatro che unisce rigore drammaturgico e visione cinematografica. Nel corso della sua carriera ha diretto interpreti come Valentina Lodovini, Francesco Scianna e Chiara Caselli, affrontando autori come Wajdi Mouawad, Jon Fosse e Fabrice Melquiot.

Sul palco, Silvia Gallerano e Alessia Giangiuliani danno vita a un duetto di rara intensità. La prima, nota al pubblico internazionale per La merda di Cristian Ceresoli – spettacolo che le è valso il prestigioso The Stage Award for Acting Excellence all’Edinburgh Fringe Festival – è una delle voci più potenti e riconosciute del teatro contemporaneo europeo. Accanto a lei, Alessia Giangiuliani, attrice formatasi alla Scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi, ha lavorato con registi di primo piano come Carmelo Rifici, Leo Muscato e Gigi Proietti, distinguendosi per una presenza scenica densa e sfumata, capace di passare dalla durezza alla fragilità con naturalezza.

La componente musicale dello spettacolo è affidata alla fisarmonica e alla voce di Marlene Fuochi, che accompagna la narrazione con un suono vivo e pulsante, mentre le musiche originali di Francesco Giorgi – violinista, compositore e direttore artistico di Montespertoli Musica – intrecciano memoria, tensione e intimità.
Le scene firmate da Giovanna Mastantuoni e i costumi di Veronica Di Pietrantonio completano l’impianto visivo, contribuendo a creare quell’atmosfera sospesa che caratterizza la regia di Mabellini: un teatro essenziale, evocativo, in cui il silenzio e la luce diventano parte integrante del racconto.

Fonte: Teatro Popolare d'Arte Lastra a Signa - Ufficio stampa

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