
Dopo una lunga assemblea è stata decisa occupazione: i rappresentanti erano contrari, ma hanno raccolto la richiesta degli studenti. Ecco i motivi dell'occupazione
Dopo la tanto discussa occupazione del Liceo Virgilio di Empoli, anche il liceo Pontormo da oggi è stato occupato dagli studenti.
Questa mattina si è tenuta una lunga assemblea dalle 8 alle 12.30 con i Rappresentanti di classe e di Istituto al seguito del quale un gruppo di ragazzi hanno deciso di occupare la struttura. L'istituto è composto da tre plessi (in via Rafafello Sanzio, via Bonistallo e via Rosselli) con oltre 1600 studenti.
Le motivazioni sono state rese note in un 'manifesto' consegnato alla dirigenza scolastica e si dividono di fatto in due questioni: i problemi strutturali dei plessi e la richiesta di un'ora di dibattito sui temi di attualità in classe scelti insieme agli studenti.
"Strutture fatiscenti, chiediamo attenzione"
I ragazzi chiedono soprattutto di "ricevere l'attenzione dalla Metrocittà" in merito a grossi "problemi strutturali, soprattutto della sede di via Fratelli Rosselli, lamentando di decine di richieste finite nel cassetto: "Siamo stanchi dopo anni di richieste, anni di moduli firmati e compilati di non ricevere attenzione dalla Città metropolitana - spiega una delle rappresentanti degli studenti e della consulta provinciale - La sede di via Rosselli è assolutamente abbandonata, la struttura è fatiscente, esce acqua marrone e stagnante dai lavandini, i bagni sono praticamente inesistenti e vengono chiusi in continuazione. La scala antincendio non può essere fatta perché risulta come violazione di suolo pubblico, ma ora come ora loro non hanno una scala antincendio, quindi la situazione è questa e noi chiediamo attenzione a Città metropolitana". Nella sede di via Sanzio invece "il problema sono i riscaldamenti, perché appunto il tubo esce e rientra dall'Istituto. Poi piove nelle aule e abbiamo un problema di muffa sui muri. Noi non vogliamo assolutamente andare contro la scuola o contro la dirigente. La nostra è assolutamente un'occupazione pacifica, la nostra è un'occupazione per chiedere attenzione che non ci è mai stata data".
Le problematiche strutturali sono state elencate nel dettaglio in un 'manifesto' che è stato consegnato nelle scorse ore alla dirigenza scolastica che aveva chiesto al contrario di stipulare una lista delle priorità: "La piccola manutenzione è in capo alla scuola, ma è l'Ente proprietario, la Città Metropolitana, a dover intervenire sui problemi strutturali più grandi. Abbiamo chiesto di fare una lista, stabilire le priorità degli interventi, e decidere insieme cosa fare: questo sarebbe stato un confronto costruttivo, invece occupare non è la strada per raggiungere certi obiettivi".
"Una scuola neutrale, non a-politica: parliamo di attualità"
I ragazzi, però, chiedono anche, come è stato per il Virgilio di Empoli, di "riportare l'attualità all'interno della scuola". Così la rappresentante di istituto che si fa portatrice di "richieste pratiche" alla scuola: "I programmi di educazione civica non sono aggiornati, non danno veramente le informazioni di cui lo studente ha bisogno e quindi siamo usciti con delle proposte pratiche: prima tra tutti un'ora di dibattito obbligatoria che verrà proposta al Collegio docenti. Chiediamo l'approvazione di quest'area di dibattito obbligatoria mensile durante l'orario scolastico; la seconda è decidere queste 10 ore di educazione civica siano scelte insieme ai ragazzi, noi chiediamo ci sia più coinvolgimento e ascolto degli studenti"
Una richiesta di esserci, quindi, di invitare la scuola a costruire cittadini: "Noi vogliamo riportare al centro quella che è l'opinione del ragazzo - spiega - perché dei banchi di scuola non si parla più di attualità? Ecco, questa colpa viene spesso affibbiata ai ragazzi. E invece noi con questa occupazione vogliamo riportare quello che è il diritto di manifestare e di esprimere la propria opinione in maniera pacifica. Lo studente non è solo studente quando fa le sue ore e torna a casa a studiare, siamo contro questa disumanizzazione dello studente che ormai è diventato solo libri, progetti e ore da fare; non c'è più lo studente come cittadino che deve crescere e formarsi". Accostandosi ad un tema che è stato al centro del dibattito nelle ultime settimane (vedi qui l'approfondimento) sul ruolo della scuola, per la rappresentante la scuola "dovrebbe essere neutrale ma non a-politica. Quindi sì alla scuola neutrale ma non alla scuola a-politica".
Assenza collettiva dopo la manifestazione Pro-pal, "modificare il regolamento"
A seguito della manifestazione pro-Pal dello scorso 25 settembre, i ragazzi denunciano anche l'assegnazione da regolamento di "un'assenza di massa". Il tema è stato anche al centro di una interrogazione in consiglio comunale su presunte 'pressioni' sugli studenti per non aderire alla manifestazione nazionale, ma in realtà si sarebbe solo applicato il regolamento di istituto che adesso i ragazzi vogliono cambiare: "Noi non vogliamo andare contro i professori che ci hanno messo assenza di massa, ma denunciare questo problema e cambiare la norma. Infatti l'articolo 7 del nostro regolamento d'Istituto nel comma tre afferma che le manifestazioni possono essere autorizzate, e quindi senza assenza di massa, solo da parte di organizzazioni studentesche. Ma questa 'organizzazione studentesca' non si è mai capito che cosa vuole dire e quando siamo andati a chiedere chi fossero si è fatto il nome di due organizzazioni studentesche non reperibili".
Dalla scuola: "Preoccupazione"
Dalla scuola si ribadisce che "come è stato chiarito anche in riunioni ufficiali che l'occupazione non è legale", e esprime alcune preoccupazioni sulla capacità di gestire un istituto come quello empolese: "I licei fiorentini e pisani sono stati vandalizzati da persone esterne; gli studenti non sono riusciti ad impedirne l'ingresso. L'occupazione rischia di degenerare, perché la scuole resta in mano a ragazzi minorenni e maggiorenni che non hanno idea di cosa sia gestire più di 1500mq con 16 ingressi"
I rappresentanti contrari all'occupazione, ma maggioranza ha detto Sì
Interessanti sono le modalità con cui si è arrivati all'occupazione con una forte presa di responsabilità dei rappresentanti di istituto. Come è stato infatti confermato sia dalla scuola che dagli studenti i rappresentanti di istituto, della consulta provinciale e del parlamento regionale, si erano schierati contro l'occupazione.
Dalla scuola si parla di "un controsenso": "Da mesi si parla di una possibile occupazione in solidarietà alla Palestina, ma gli studenti hanno sempre ritenuto non fosse il caso. Oggi ci è stato comunicato che si voleva occupare. I rappresentanti, cioè coloro che erano stati eletti dagli studenti, erano contrari: hanno sposato le motivazioni, ma non il mezzo. Ma un gruppo di studenti, non è ben chiaro a quale titolo, hanno scelto di procedere in quella direzione".
La circostanza è confermata dalla stessa rappresentante: "Io e la mia lista abbiamo sempre promosso forme alternative, secondo noi quella dell'occupazione non era la strada più corretta", ammette, ma "quando abbiamo visto che la maggioranza degli studenti aveva voglia prendersi la responsabilità e di organizzare un'occupazione che non fosse una settimana per fare casino, ma una settimana per autogestirsi e per far vedere che noi siamo in grado di portare tutti questi cambiamenti che vogliamo attuare, abbiamo deciso da rappresentanti di rappresentare gli studenti e portare avanti questa occupazione. La prima cosa che deve fare il rappresentante è sempre e comunque proteggere le idee dei propri studenti e mediare con le istituzioni. Ed è proprio questo che quello che noi vorremmo fare in questa settimana".
Da quanto appreso, infatti, la maggioranza dei ragazzi avrebbe espresso la volontà di forzare la situazione bloccata da tempo e occupare l'istituto trovando dalla parte dei propri rappresentanti, nonostante fossero contrari, un forte senso di responsabilità del proprio ruolo, caricandosi sulle spalle le richieste della comunità studentesca.
"Ribadisco semplicemente il fatto che questa occupazione è stata prettamente voluta dagli dagli studenti - conclude la rappresentante - ed è una cosa secondo me da sottolineare perché è una dimostrazione che gli studenti sono oltre che la parte viva della scuola. Sono la parte un po' costituente che quindi, quando non si sentono rappresentati, secondo me hanno il diritto di manifestare la propria opinione".
I ragazzi stanno in queste ore organizzando una serie di eventi e approfondimenti su vari temi, con incontri, workshop e ospiti dall'esterno.
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