
La Guardia di Finanza di Prato, sotto la direzione dell’European Public Prosecutor’s Office (EPPO) di Bologna, ha sequestrato oltre 2,3 milioni di metri di tessuto nell’ambito di un’ampia indagine sul contrabbando nel distretto tessile pratese. L’operazione ha coinvolto un’azienda gestita da un imprenditore di origine cinese, accusata di importare merce dalla Cina eludendo i dazi doganali e l’IVA.
Le indagini, basate su approfondite attività di intelligence e analisi dei flussi commerciali, hanno permesso di ricostruire complesse triangolazioni internazionali con società polacche e tedesche fittizie. I carichi di tessuti, provenienti direttamente dalla Cina, venivano trasportati fino ai magazzini del Macrolotto di Prato con documenti di trasporto falsi, per poi essere scaricati e accompagnati da fatture simulate atte a giustificare la merce.
Il sistema avrebbe consentito all’impresa di evadere circa 1,3 milioni di euro di tributi. Nel corso delle perquisizioni, le Fiamme Gialle hanno sequestrato 21 mila rotoli di tessuto, oltre a documentazione contabile e dispositivi informatici.
L’amministratore di fatto dell’azienda è indagato per contrabbando aggravato, trasferimento fraudolento di valori e dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti. La responsabilità degli indagati sarà accertata nelle successive fasi del procedimento, nel rispetto della presunzione di innocenza.
La Guardia di Finanza sottolinea come l’operazione, condotta insieme alla Procura Europea, rappresenti un passo importante per contrastare le frodi doganali, tutelare la leale concorrenza e impedire l’immissione sul mercato di merci di dubbia provenienza
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