
Il Comitato segnala anche l’avvio di un nuovo procedimento per l’installazione di un’antenna al Pozzale
Il Comitato Stop5G Empoli-Valdelsa continua a seguire con attenzione l’evoluzione del tema "più avanzato e controverso del nostro tempo: la proliferazione delle antenne, l’aumento dell’inquinamento elettromagnetico e, più in generale, l’invadenza delle tecnologie wireless nel tessuto urbano e sociale, a livello globale", così in una nota.
Il tema dello Stop5G è tornato al centro dell’attenzione dopo la conferenza stampa dell’Amministrazione Comunale sul monitoraggio elettromagnetico; l’avvio di un nuovo procedimento per l’installazione di un’antenna al Pozzale, presso il campo sportivo, già prevista dal Piano antenne approvato e da noi contestato lo scorso luglio.
Il monitoraggio: "Dubbi sulle modalità di rilevazioni, rendere pubblici i dati"
Sul fronte del monitoraggio, accogliamo positivamente il fatto che, secondo le rilevazioni di Polab, i livelli di inquinamento risultano inferiori ai limiti di legge oggi vigenti. Tuttavia, come abbiamo sempre sostenuto, non riteniamo tali limiti adeguatamente cautelativi.
Chiediamo che vengano presi a riferimento i valori di attenzione di 6 V/m calcolati su una media di 6 minuti, cioè quelli previsti prima del Decreto Monti 2012 e delle successive modifiche normative, introdotte non sulla base di studi medico-scientifici indipendenti, ma per soddisfare interessi industriali e lobbistici delle compagnie telefoniche.
Su questo punto, la comunicazione del Comune è, ancora una volta, incompleta ed elusiva e in contraddizione con delibera 69/2024 approvata in consiglio comunale dall’attuale maggioranza.
Ribadiamo che la nostra richiesta è chiara:
il monitoraggio delle onde elettromagnetiche deve essere svolto da ARPAT, ente pubblico competente in materia ambientale, con mezzi e metodologie adeguate alla complessità crescente delle nuove tecnologie.
Con l’avvento del 5G, infatti, le misurazioni diventano estremamente più complesse e richiedono strumentazioni e protocolli specifici, ancora oggi non del tutto adeguati a caratterizzare questa tecnologia in modo completo e attendibile.
Inoltre, come cittadini, chiediamo trasparenza e accessibilità totale dei dati: tutte le misurazioni effettuate o dichiarate come tali, devono essere puntualmente pubblicate sulle piattaforme ufficiali di ARPAT, in modo verificabile e permanente.
Ad oggi, di molte delle misure che l’Amministrazione sostiene siano state eseguite non vi è alcuna evidenza pubblica, e questo mina la fiducia nel processo di controllo e nella comunicazione istituzionale.
Da tempo chiediamo chiarezza su quali metodiche vengano utilizzate per misurare lo specifico inquinamento elettromagnetico generato dal 5G, radicalmente diverso da quello prodotto dalle generazioni 2G, 3G e 4G.
In termini semplici: le reti precedenti generavano una “nuvola” di elettrosmog che si disperdeva progressivamente con la distanza dalle antenne, in modo simile a quanto accade con i router wi-fi o i cellulari, sotto la responsabilità diretta dell’utente.
Il 5G, invece, funziona tramite fasci direzionali in continuo movimento, una vera e propria rete di raggi che, come la luce o l’infrarosso, non attraversano i materiali opachi ma risultano molto più intensi e concentrati, e lo saranno ancor di più con le prossime generazioni tecnologiche.
Per questi motivi chiediamo un incontro diretto con l’Amministrazione Comunale, per chiarire a voce questi punti tecnici e politici.
Non chiediamo rassicurazioni! Le misurazioni siamo perfettamente in grado di farle da soli, anche a beneficio della cittadinanza ma chiediamo che la normativa torni finalmente entro i binari del principio di precauzione.
La nuova antenna a Pozzale
Per quanto riguarda la nuova antenna del Pozzale, nei prossimi giorni informeremo i residenti nel raggio di 200-300 metri sull’impatto estetico, paesaggistico e sanitario dell’impianto, alla luce degli studi scientifici che raccomandano maggiore cautela.
Richiameremo l’attenzione anche sulle installazioni multiple già presenti in via Dainelli, via Val Pusteria e Casenuove, per mostrare concretamente come il paesaggio urbano e visivo continuerà a degradarsi: lo sappiamo bene, “antenna chiama antenna”, e l’aspetto estetico peggiora con il tempo, come dimostra l’impianto in piazza della Vittoria, dietro la chiesa della Madonna del Pozzo.
La comunicazione dell’Amministrazione insiste, in modo che riteniamo superato, nel presentare il Piano antenne come strumento per “evitare il disordine” e “minimizzare l’esposizione”.
Noi sosteniamo, come ribadito nelle nostre osservazioni al Regolamento antenne, che solo un regolamento fondato su veri principi di precauzione può tutelare salute e ambiente.
Il Piano, al contrario, è oggi uno strumento che pone il Comune in opposizione ai cittadini più esposti alle nuove installazioni e a fianco delle compagnie telefoniche.
Di privati disposti a firmare contratti per ospitare nuove antenne sul proprio terreno ormai non ce ne sono più, almeno ad Empoli, questo darebbe al Comune una leva ulteriore per opporsi, che però non sta utilizzando. Riteniamo che sia un grave errore politico e amministrativo.
Fonte: Stop5G Empoli-Valdelsa
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