
Nel respiro lento delle colline samminiatesi, dove il passato non scolora ma continua a dare forma ai giorni, la firma della lettera d’intenti con la Regione Toscana per il brand “Tartufo delle Colline Samminiatesi” ha avuto il tono di un rito antico.
Non c’erano formalità di facciata, ma la serietà di chi sa che ogni gesto pesa: trenta Comuni schierati, Cerreto Guidi presente con la fermezza della sua Sindaca, Simona Rossetti, a ricordare che l’identità non è un’eredità immobile, è un compito.
Quel mattino ha parlato chiaro: il tartufo non è solo un prodotto, è una promessa di continuità, una mano tesa dai padri ai figli.
Una promessa scritta, sì, ma soprattutto assunta.
Poi è venuto il pomeriggio, e con esso un altro capitolo della stessa storia. Il convegno, nato inizialmente per celebrare gli spumanti, ha aperto le sue porte anche a un tema che appartiene alla memoria più antica della nostra terra: l’Oliva Mignola Cerretana e il suo incontro con il pane di grani antichi.
Ciò che doveva essere un dialogo sul perlage e sulle bollicine ha accolto, senza forzature, la profondità dell’olio: una presenza che non chiede spazio, ma lo conquista per essenza.
Due simboli, diversi e complementari, si sono ritrovati nella stessa cornice: lo spumante che rappresenta lo slancio, l’innovazione, la voglia di misurarsi con il futuro; l’olio e il pane, che riportano alla terra, alla lentezza che costruisce, alla verità che resiste.
A guidare questa riflessione è stato il Vicesindaco Massimo Irrati, con la parola franca di chi non teme di dire le cose come stanno. Ha ricordato che la qualità non nasce per caso, e che l’identità, se non la si coltiva con costanza, evapora come un profumo disperso nel vento.
L’iniziativa, firmata da Bollicine Toscana, dall’Associazione Sciabolatori sul Collo e dall’Associazione Nazionale Città dei Presepi, ha mostrato che saper integrare tradizione e innovazione è la chiave per far emergere ciò che nel nostro territorio ha ancora un’anima autentica.
Così, dal mattino alla sera, si è composta una narrazione unica: una storia di radici che non cedono e di visioni che non temono di avanzare. Una storia che incoraggia, perché insegna che il futuro trova davvero casa solo là dove, senza timore e senza sconti, si custodisce ciò che si è sempre stati e si ha il coraggio di andare oltre.
Andrea Lavecchia
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