Marito e moglie morti nell'alluvione a Lamporecchio. La figlia: "Non mi arrenderò finché non avrò giustizia"

Via Greppiano, Lamporecchio 3 novembre 2023 (foto gonews.it)

La lettera a due anni da quella tragica notte. A maggio 2026 il processo


"Perseguirò qualsiasi strada possibile per dare giustizia ai miei genitori e non mi arrenderò finché non l'avrò ottenuta". Così in una lettera la figlia di Antonio Madonia e Teresa Perone, marito e moglie di 70 e 65 anni di Lamporecchio scomparsi tragicamente durante l'alluvione del novembre 2023. Nella sera del 2 novembre, mentre stavano percorrendo un piccolo ponte, la loro auto fu travolta e trascinata nel Fosso di Greppiano. Furono ritrovati il giorno successivo senza vita tra Lamporecchio e Vinci.

Le parole, indirizzate alle testate giornalistiche tra le quali gonews.it, arrivano il giorno dopo la notizia dell'inizio del processo, il 22 maggio 2026. Questo dopo che ieri, come riportato dai quotidiani questa mattina, il giudice per le udienze preliminari ha rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio colposo l'ex sindaco di Lamporecchio Alessio Torrigiani, l'ex vicesindaco Daniele Tronci e l'allora dirigente dei lavori pubblici del Comune di Lamporecchio Simone Innocenti, responsabile della protezione civile. Secondo la procura di Pistoia la strada in cui avvenne l'incidente avrebbe dovuto essere chiusa in via precauzionale, in seguito alle allerte meteo diffuse da Regione e provincia. Da qui l'accusa "di responsabilità omissiva".

La lettera: "Basta un temporale a farci rivivere l'orrore"

"Dopo due anni trascorsi a leggere ed ascoltare le opinioni altrui, ritengo sia arrivato il momento di esprimere pubblicamente il mio pensiero" scrive Isabella Madonia.

"Da allora, non passa giorno che io ed i miei familiari non pensiamo con estrema angoscia a loro ed agli eventi che ce li hanno strappati via. Basta un temporale, una qualsiasi allerta meteo, per farci rivivere immediatamente l'orrore di quei momenti inenarrabili.

Sempre da allora, sto aspettando che la giustizia faccia il suo corso in quanto non è possibile perdere la vita in quel modo così atroce mentre si sta raggiungendo la propria casa. Dopo un anno e mezzo di indagini e tre udienze preliminari, dove è parso vi fossero perplessità sull’esito delle prime, finalmente a maggio partirà il processo".

Poi la figlia aggiunge: "Mi sarei aspettata che, oltre alle responsabilità individuate in ambito di protezione civile, fossero state perseguite anche quelle relative alla gestione del ponte. Spero che chi di dovere ne prenda atto. Perseguirò qualsiasi strada possibile per dare giustizia ai miei genitori e non mi arrenderò finché non l'avrò ottenuta".

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