Occupazione al Fermi-Da Vinci di Empoli. Gli studenti: "Chiediamo ascolto, dialogo e cambiamento"

Problemi strutturali e non solo: gli studenti chiedono di affrontare temi di attualità, avere spazi comuni per studiare e socializzare e ottenere un confronto con la dirigenza scolastica


Bagni inagibili e senza serrature, problemi strutturali, riscaldamenti non funzionanti e una forte richiesta di dialogo. Sono queste alcune delle motivazioni che hanno portato gli studenti dell'Istituto Fermi - Da Vinci a occupare oggi, 24 novembre, l’istituto tecnico in via Bonistallo e l’istituto professionale in via Fabiani.

A dare il via all'occupazione è stato un comunicato scritto dagli stessi studenti, nel quale vengono enunciate le loro richieste. In primis, quella di "essere ascoltati", perché - come si legge - i problemi presentati non sono "dettagli o capricci", ma riguardano il diritto a vivere la scuola come "luogo sicuro, libero e capace di ascoltare":

Dialogo, ascolto, cambiamento: sono questi i tre punti su cui si basano le richieste degli studenti. Si va dai bagni inagibili, senza carta igienica o serrature e in alcuni casi persino sprovvisti di porta, all’assenza di riscaldamento nella sede di via Bonistallo, alle infiltrazioni di acqua piovana raccolta provvisoriamente in cestini per evitare ristagni sul pavimento. Tra le richieste figurano anche nuove macchinette per il caffè e spazi comuni aperti al confronto, alle attività, ai progetti o semplicemente allo studio e alla socializzazione.

Nel comunicato gli studenti chiedono esplicitamente anche di poter trattare temi di attualità: una necessità diffusa tra i ragazzi, non come "propaganda politica, ma come esercizio del diritto e dovere di cittadini consapevoli".

Com'è organizzata l'occupazione

Nei cinque giorni di occupazione la scuola verrà presidiata da gruppi di studenti che, a turno, resteranno anche durante la notte. Alcune aree dell’istituto rimarranno chiuse: i laboratori, gli uffici, la palestra e 'il triangolo', una delle sezioni del plesso. Oggetti di valore come macchine da scrivere esposte negli stand e i computer rimangono sotto chiave.

"Terremo aperte le uscite di sicurezza e, per motivi organizzativi, lasceremo accessibile la rotonda per mantenere sotto controllo la situazione - spiegano gli studenti -. La palestra resterà chiusa, ma sarà utilizzabile dalle associazioni sportive che la frequentano".

I problemi strutturali: bagni, riscaldamenti, infiltrazioni

"A livello strutturale ci sono evidenti problemi che si trascinano da anni e che i rappresentanti cercano di portare all’attenzione senza però essere ascoltati - raccontano alcuni studenti del Fermi -. Sono questioni che persistono: i riscaldamenti non funzionano in alcune classi e questo ci preoccupa, dato che l’inverno è alle porte. E poi i bagni, che sembrano provenire dal Medioevo, senza carta igienica o senza serrature".

Il problema dei riscaldamenti riguarda anche il plesso di via Fabiani, ma - come riferiscono gli studenti - "le aule sono più piccole e si scaldano più velocemente".

"Dal tetto ci sono infiltrazioni - spiega un altro gruppo di studenti -. L’acqua si accumula sul pavimento, con il rischio di scivolare. Per questo abbiamo messo dei cestini a raccoglierla. Nel plesso di via Fabiani la situazione è persino peggiore: quando piove, anche poco, la palestra si allaga con facilità".

"C’è una parete in un’aula che sta cedendo - aggiunge un altro studente -. Una volta un collaboratore scolastico è venuto con un martello per rimuovere le parti di muro che si stavano staccando".

Tra i problemi segnalati c’è anche il cantiere sulla facciata principale della scuola in via Bonistallo, attivo da almeno quattro anni. "Il cantiere va avanti da quando mi sono iscritta - racconta una studentessa -. I rumori dei macchinari disturbano le lezioni e rendono difficile seguire".

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Foto di Gonews.it

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La richiesta di dialogo con il Dirigente scolastico: "Vogliamo essere ascoltati"

Secondo quanto riferito dai ragazzi, il dirigente scolastico non avrebbe supportato l’occupazione e si sarebbe opposto fermamente alla realizzazione. Gli studenti avrebbero tentato in precedenza di avviare un dialogo con il preside, ma senza successo: "Abbiamo provato insieme ai rappresentanti di istituto di fare un'assemblea straordinaria per avere un colloquio faccia a faccia tra studenti delle varie classi e il preside. Ma non ci è stata permessa".

Come di consueto l'occupazione è stata segnalate alle Forze dell'Ordine che in mattinata si sono recate sul posto per registrare i nominativi di alcuni rappresentanti impegnati nella gestione dell’occupazione.

Le iniziative in programma

L'occupazione, che dovrebbe concludersi entro venerdì - "ma solo se si troverà un punto di incontro con il Dirigente scolastico" - sarà anche l’occasione per confrontarsi con associazioni, redazioni e istituzioni. "Abbiamo in programma di invitare alcune associazioni, tra cui CSA Intifada, incontrare la redazione di Scomodo e vorremmo invitare anche il sindaco e altri rappresentanti del Comune per un dialogo".

Di seguito il comunicato degli studenti

"Buongiorno a tutte e tutti, parliamo come studentessa/uno studente che vive ogni giorno questa scuola, che la attraversa, la respira, e che vede molto chiaramente ciò che funziona… e ciò che non funziona più.

Siamo qui in assemblea straordinaria perché i problemi che vogliamo portare all’attenzione della Dirigenza non sono dettagli, non sono capricci: riguardano il nostro diritto a vivere la scuola come un luogo sicuro, libero e capace di ascoltare.

Noi studenti abbiamo bisogno di spazi reali, fisici, dove poterci incontrare, confrontare, discutere, costruire idee.

Una scuola che non offre spazi di dialogo diventa una scuola che spegne le persone. Chiediamo più aree comuni utilizzabili, non solo corridoi in cui si passa, ma spazi in cui si cresce. Chiediamo aule aperte al confronto, zone studio condivise, luoghi dove gli studenti possano organizzare attività, progetti, momenti di vita scolastica che vadano oltre le lezioni.

Perché la scuola non è solo un posto dove si imparano nozioni: è un posto dove si forma una comunità. E senza spazi, una comunità non può esistere. Noi non vogliamo rimanere in silenzio di fronte a ciò che accade nel mondo.

Quando parliamo di Palestina e di qualsiasi altra zona del mondo colpita da guerra, violenza e ingiustizia, non stiamo facendo propaganda politica: stiamo esercitando il diritto e il dovere di essere cittadini consapevoli.

Vogliamo che la scuola riconosca questo bisogno. Che ci dia spazi di confronto, momenti di approfondimento, occasioni per capire davvero non per restare intrappolati in una “pace finta”, fatta di silenzi e di frasi non dette. La pace vera non nasce dal tappare la bocca a chi fa domande, ma dal costruire dialogo, confronto, comprensione.

Infine, vogliamo parlare della situazione strutturale dell’istituto.
-bagni inagibili: senza serrature, né l'occorrente necessario
-arrivati a fine novembre la situazione climatica all’interno della scuola é degenerante a causa dei
riscaldamenti non funzionanti
-dopo anni di richieste non ci sono ancora le macchinette dove prendere un semplice caffè
-e tanti altri problemi strutturali

Tutto questo incide sulla qualità della nostra istruzione e sulla nostra sicurezza.

Chiediamo interventi concreti, pianificati e comunicati chiaramente. Chiediamo che il benessere degli studenti e del personale non venga trattato come un dettaglio tecnico, ma come una priorità assoluta. Perché se noi dobbiamo studiare bene, la scuola deve metterci nelle condizioni di farlo bene.

Siamo qui oggi non per protestare contro la scuola, ma per prendercene cura. Siamo qui perché crediamo che questa istituzione possa e debba essere migliore. E siamo qui per dire che gli studenti non sono un pubblico silenzioso: sono una voce, una forza, una componente viva della scuola.

Chiediamo ascolto. Chiediamo dialogo. Chiediamo cambiamento. E lo chiediamo insieme, uniti, con rispetto ma con determinazione".

Niccolò Banchi

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