Boni e Pedrini sul palco del Metastasio: "Sradichiamo le forme di patriarcato quotidiano"


Un viaggio immaginario nella mente del carnefice, che uccide e opprime in tanti modi, non solo con un’arma. È il reading contro la violenza di genere che l’attore e regista Alessio Boni e il musicista Omar Pedrini, insieme al chitarrista Marco Montanari, hanno portato in scena nella serata di ieri, lunedì 24 novembre, al teatro Metastasio di Prato, nell’ambito della quarta edizione della rassegna promossa dalla Regione “La Toscana delle donne”. “Uomini si diventa. Nella mente di un femminicida” - questo il titolo del reading - attraverso otto monologhi in cui a parlare sono uomini che mettono in atto diverse forme di violenza, da quella psicologica a quella fisica passando per quella economica, ha proposto una riflessione profonda sul tema del patriarcato e della cultura del possesso, proprio alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

“Se vogliamo davvero spingere nella direzione di un cambiamento culturale è fondamentale cercare di capire le radici profonde di quest’odio, che vede vittime un numero enorme di donne – ha spiegato Cristina Manetti, assessora alle Pari opportunità e ideatrice de La Toscana delle donne –. Questo reading, con l’interpretazione straordinaria di Alessio Boni, è un pugno nello stomaco, ma aprendo una finestra nella mente degli uomini maltrattanti ci aiuta in questo senso, anche a capire quali sono i segnali d’allarme a cui prestare attenzione. È importante inoltre che questo messaggio di sensibilizzazione venga da un gruppo di artisti uomini, perché quella contro la violenza di genere non è una battaglia delle donne per le donne ma una lotta che ci deve vedere tutti uniti. E anche disposti a mettersi in discussione e a cambiare paradigma, prendendo coscienza di quanto siano profondi i nostri pregiudizi e stereotipi che ci arrivano dal passato e di cui tutti, a volte inconsapevolmente, siamo vittime”.

Ideato e prodotto dal Teatro Carcano, il testo è scritto da otto autori, volutamente uomini: Massimo Carlotto, Andrea Colamedici, Pino Corrias, Edoardo Erba, Maurizio De Giovanni, Marcello Fois, Daniele Mencarelli, Francesco Pacifico.

“Le donne combattono da decenni questa battaglia, ma le cose possono davvero cambiare solo se scendiamo in campo al loro fianco anche noi uomini – ha sottolineato Alessio Boni –. Di fronte ai “mostri” che commettono un femminicidio siamo tutti capaci di dire “Ma io non sarò mai così”, però ci sono anche delle forme di patriarcato quotidiano che riguardano tutti noi uomini, che siamo abituati da millenni a vedere la donna come un essere fragile, che sono radicate in noi. È un retaggio molto potente, di cui non è sempre facile rendersi conto e che ancora non abbiamo eliminato, anche perché è difficile scendere dal “piedistallo” di privilegi che l’uomo ha sempre avuto. Ma dobbiamo farlo. Noi, con questo progetto, ci mettiamo un po’ la faccia: ci mettiamo la voce, la nostra professione, la nostra volontà”.

“Con Alessio Boni riflettevamo durante una tournée su come io e lui fossimo figli del patriarcato – ha raccontato Omar Pedrini –. Sia io che lui abbiamo avuto dei padri patriarchi, anche se all’epoca non ci si faceva caso, era quasi la normalità in Italia. Partendo da questa riflessione e anche dall’assuefazione che purtroppo ormai abbiamo nel sentire notizie sulla violenza di genere, ci siamo chiesti cosa potessimo fare come artisti. Così, grazie agli autori del reading, ci siamo trovati in mano questo materiale “urticante”: otto racconti brevi, alcuni devastanti altri apparentemente meno forti ma che nascondono il nemico più insidioso che è quello della violenza psicologica. Io parlo anche di me in questo spettacolo, per quello mi si accappona la pelle: ogni uomo dovrebbe avere la sensibilità di capire c’è qualcosa di ognuno di noi in tutti questi racconti”.

Fonte: Regione Toscana

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