Toscana delle donne, Dante, moda e condizione femminile in scena con 'PortAPPorta'

Una sceneggiatura che nasce dalla collaborazione tra la nota stilista Regina Schrecker e Alessandro La Noce e trae provocatorio spunto dal titolo di un popolare talk show televisivo formato rotocalco particolarmente accogliente, familiare e benevolo con i suoi ospiti.

Da qui nasce PortAPPorta, inserito nel programma delle iniziative della rassegna La Toscana delle donne, manifestazione ideata dall’assessora alla Cultura della Regione Toscana Cristina Manetti e presentato ieri assieme a Regina Schrecker, stilista e fashion designer dei costumi di scena e Alessandro La Noce, autore e regista dello spettacolo, poi rappresentato nella sua interezza dalla sua compagnia teatrale nella sala Esposizioni di Palazzo Strozzi Sacrati.

Una pièce teatrale dove toni, canoni e registro del collaudato e convenzionale ”salotto” televisivo si evolvono in una forma parodistica completamente originale, pensata per essere rappresentata nei piccoli teatri e negli istituti scolastici. Le tre voci protagoniste che La Noce colloca sul palcoscenico si muovono nell’atmosfera di un immaginario studio televisivo che si si connette con l’aldilà tramite una APP digitale, trasportando le tre Gran Dame in una dimensione attuale in un esercizio di pensiero critico sui grandi temi della Divina Commedia ed in una riflessione sulla condizione femminile.

“Il 25 novembre - spiega Cristina Manetti – è la giornata dedicata al contrasto alla violenza di genere ma, come diciamo da anni, non vogliamo ogni anno celebrarla facendo il terribile rendiconto di tutte le donne vittime di femminicidi e di violenze. È bene che oggi questo percorso sia affrontato in maniera diversa, promuovendo attivamente tutte le politiche che stanno al fianco delle donne, le sostengono nell'imprenditoria, all'interno della sanità di genere, nel contesto dell'arte e della cultura e contribuiscono al cambio di mentalità e paradigma sociale che oggi è fortemente necessario”.

“Questa – aggiunge Manetti – è una battaglia che vogliamo fare insieme, uomini e donne. Di essenziale c’è la voglia di crescere e aiutare le donne ad autodeterminarsi, essere indipendenti e consapevoli perché questa è l'unica arma davvero che abbiamo per migliorare davvero la nostra società e questo spettacolo è un modo tangibile di creare partecipazione e coinvolgimento, restituendo al palcoscenico il suo ruolo di spazio vivo di confronto culturale e civile”

Dalla creatività dei costumi scena, ideati da Regina Schrecker e già esposti negli spazi di palazzo Strozzi Sacrati, nasce un ideale legame con la stagione della Firenze degli anni ottanta del secolo scorso, dove la storia del costume e delle espressioni artistiche e culturali di un periodo indimenticabile rivivono oggi in un nuovo progetto che ne ripropone in chiave femminile l’inventiva e la voglia di andare oltre il già visto e l’ordinario, inventando linguaggi e contenuti nuovi.

È il contributo di una toscanità speciale di una designer che dai costumi del Maggio Musicale Fiorentino alla Warhol’s Factory ha ereditato, come in diversa maniera hanno fatto prima di lei, fra le altre, Edie Sedgwick e Christa Päffgen, alias Nico per chi si è appassionato di cose di rock, la forza di una capacità espressiva capace di spingersi oltre tutti i generi.

Schrecker veste Beatrice, Pia de’ Tolomei e Francesca da Rimini, modulando le sue scelte stilistiche in funzione del diverso ruolo e delle differenti storie delle tre donne nella narrazione poetica dantesca, proiettandole nella società contemporanea e su argomenti di stringente attualità: si parla di condizionamenti, violenze, diritti negati.

“La pièce teatrale – ricorda Regina Schrecker - si collega idealmente con l'installazione dei costumi di scena che ho fatto qui a palazzo Strozzi Sacrati nel 2021 e oggi si unisce al racconto di come le donne hanno sofferto e vissuto nel medioevo e di come, in fondo, sia cambiata poco oggi la loro condizione”.

“L'idea di questo spettacolo – aggiunge il regista Alessandro La Noce – nasce proprio dopo aver visto la mostra degli abiti di Regina Schrecker che è stata fatta in questo palazzo nel marzo 2021 e dall'idea di dar vita a questi vestiti, dare corpo e farli vivere come figure ancora attuali. La pièce è stata anche rappresentata in molte scuole italiane ed abbiamo cercato di animare un teatro civile e pedagogico, che vuole far riflettere con la forza di un progetto multimediale che usa la scena, musiche originali, dialoghi creati per creare interazione con il pubblico e coinvolgere tutti sul tema della condizione femminile”.

Fonte: Regione Toscana

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