Leggerissimo: "Vogliamo tutto" di Nanni Balestrini

"Vogliamo tutto" di Nanni Balestrini è un caposaldo della letteratura sociale e industriale in Italia. È uscito nel 1971 e da qualche anno lo ha ripubblicato DeriveApprodi, peraltro con una copertina molto bella. A distanza di più di cinquant'anni è più che mai un romanzo moderno, contemporaneo, una chiave per capire il lavoro e le lotte per il lavoro: si dirà che dopo mezzo secolo le cose sono cambiate ma forse a essere modificato è il contorno, non il succo del discorso di Balestrini.

Nel romanzo un giovane campano va a vivere al Nord, prima a Milano per lavorare all'Alemagna, poi a Torino per la Fiat. Il protagonista si ritiene un qualunquista e se all'inizio ci appare quasi come un simpatico fannullone, col passare delle pagine diventa il fulcro delle lotte operaie all'interno della Fiat. La vicenda segue un crescendo lungo tutto l'autunno caldo del 1969 e vediamo il protagonista cambiare, farsi più attento e meno ingenuo, fino a arrivare a chiedere l'abolizione del lavoro perché "il lavoro fa schifo".

Quella di Balestrini è una lingua ammaliante, anche in questo caso resa dalla quasi totale assenza di punteggiatura. Il protagonista parla in prima persona e la scrittura ricalca le forme più quotidiane del parlato, con costruzioni che rimandano alla struttura del dialetto. È un romanzo piccolo ma fortissimo, vivido come un documentario e invecchiato meravigliosamente: c'è un prima e c'è un dopo la lettura di "Vogliamo tutto".

Titolo: Vogliamo tutto
Autore: Nanni Balestrini
Casa editrice: DeriveApprodi
Anno di pubblicazione: 1971 (2013 con DeriveApprodi) 
Pagine: 192 
Prezzo di copertina: 13 euro


 

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