
Firenze potrebbe dire addio al servizio di monopattini elettrici in sharing, con una decisione che diverrebbe definitiva il 1° aprile 2026 e che verrebbe compensata da un aumento del numero di biciclette condivise.
Legambiente, contraria a questa scelta, chiede all’Amministrazione comunale di non rimuovere il servizio e regolamentare invece al meglio la funzionalità.
“L’eliminazione dei monopattini elettrici in sharing a Firenze sarebbe un grave errore e un passo indietro – dichiara Roberto Scacchi, Responsabile Nazionale Mobilità Legambiente– nel percorso positivo verso la mobilità sostenibile che la città ha intrapreso negli ultimi anni, investendo su tramvie, ciclabilità, elettrificazione, incentivi e Scudo Verde.”
“Togliere oggi una delle opzioni di spostamento più adatte all’intermodalità per cittadini, cittadine e turisti significa anche ridurre il potenziale bacino di utenza e l’attrattività del trasporto pubblico, con il rischio di un aumento dell’uso di auto e moto”- dichiara Marco Duranti, Presidente di Legambiente Firenze - “Il target dell’ utenza dei monopattini, infatti, non è del tutto sovrapponibile a quello delle e-bike ed è improbabile che si trasferisca completamente da una modalità all’altra.”
Per quanto riguarda l’occupazione impropria dello spazio pubblico (marciapiedi, aree pedonali ecc.), Legambiente ricorda che il tema riguarda in modo analogo i servizi di bike sharing e che può essere affrontato efficacemente con sanzioni adeguate e strumenti tecnologici - postazioni di sosta dedicate come peraltro già presenti con le rastrelliere dedicate proprio ai monopattini, sistemi di blocco del servizio in caso di uso improprio - il tutto va inoltre rapportato alle circa 200.000 autovetture in circolazione e alla quantità non paragonabile di irregolarità legate alla sosta e alla guida dei veicoli privati.
Parliamo di un mezzo perfettamente rispondente alle esigenze trasportistiche a livello urbano, così come confermato ancora una volta dagli ultimi rilevamenti ISFORT, che ci ricordano come uno spostamento ogni tre, in città, non superi i 2 km di percorrenza e come le auto restino ferme per il 95% del tempo. I dati forniti dai gestori, inoltre, parlano chiaro: i monopattini non sono più un mezzo per i turisti, ma un vettore massicciamente utilizzato da residenti, studenti e pendolari, considerando che circa il 50% dei noleggi è effettuato proprio dai chi vive e frequenta regolarmente Firenze.
Quanto alla sicurezza, altro tema centrale, i dati mostrano che l’incidentalità dei monopattini in sharing è tra 0,4 e 0,6 incidenti ogni 100.000 km (fonte: 9° Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility), con veicoli che sono rigorosamente controllati e limitati ai 20 km/h.
“Di fronte ad alcune difficoltà riscontrate nell’applicazione delle norme del settore – afferma Lorenzo Cecchi, Responsabile Mobilità di Legambiente Toscana – chiediamo che, invece di rinunciare al servizio, l’Amministrazione costruisca un modello virtuoso di regolamentazione e gestione, attraverso un bando pubblico capace di indirizzare al meglio il sistema dei monopattini condivisi. Serve pianificare le modalità di sosta e noleggio, definire il numero complessivo dei mezzi, l’estensione dell’area di servizio e favorire una crescita dell’utilizzo, anche tramite eventuali agevolazioni per gli abbonati al TPL cittadino, come già sperimentato per il bike sharing nell’ambito del Bonus TPL”.
L’associazione ricorda, ad esempio, i buoni risultati ottenuti a Roma, dove – dopo il bando e l’affidamento del servizio – il numero di mezzi è diminuito, l’area coperta è aumentata in modo consistente e il totale dei noleggi è cresciuto in maniera significativa, soprattutto per l’uso dell’ultimo chilometro nei tragitti casa-lavoro.
Fonte: Legambiente Toscana
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