
Dopo il calo di ordini, la stagnazione dell’edilizia e anni di ricorso alla Cassa Integrazione, Termolan si vede costretta tagliare quasi un terzo del personale: "Il conto di questa crisi rischiano di pagarlo 18 famiglie"
18 licenziamenti su 59 dipendenti: questo è il drammatico bilancio che rischia di concretizzarsi nell'azienda Termolan di Empoli, con sede a Terrafino, specializzata nella produzione di isolanti per l'edilizia e nel packaging. Un duro colpo per le 18 famiglie coinvolte, che rischiano il licenziamento. La decisione, riferiscono i sindacati SLC e CGIL, arriva dopo anni di ricorso alla Cassa Integrazione Ordinaria, in un contesto segnato da bilanci in perdita e da un calo progressivo dei clienti, soprattutto nel settore packaging. Dopo un 2024 chiuso in negativo, le prospettive per il 2025 sembrano analoghe, con il risultato di un taglio netto di una buona parte dell’organico.
Una crisi, secondo i sindacati, prevedibile: il progressivo abbandono degli imballaggi in plastica e la stagnazione del settore edile - accentuata dopo il boom del Superbonus 110% - avevano già messo in guardia sull’urgenza di riconvertire la produzione. "Più volte negli ultimi anni abbiamo rappresentato questi rischi all’azienda, esprimendo preoccupazione per la mancanza di investimenti e formazione e manifestando dubbi sulla possibilità di una ripresa significativa dell’edilizia nel breve-medio periodo - sottolinea Giulia Magrini della Segreteria SLC Area Vasta -. Oggi il conto di questa crisi prevedibile rischiano di pagarlo 18 famiglie".
Nonostante il confronto con l’unità di crisi della Regione Toscana e le proposte dei sindacati per soluzioni alternative come la riqualificazione e il ricollocamento del personale, Termolan conferma la scelta del licenziamento collettivo. "Proseguiremo un confronto serrato con l’azienda per ridurre l’impatto della decisione e tutelare le lavoratrici e i lavoratori interessati", conclude Magrini.
Secondo CGIL, la vicenda Termolan è il segnale più evidente di una trasformazione industriale che rischia di colpire l’intero distretto empolese. "Di fronte alle trasformazioni dei mercati e al cambiamento produttivo legato alle nuove tecnologie, serve puntare con forza su innovazione, diversificazione e apertura a nuovi mercati - afferma Gianluca Lacoppola, coordinatore CGIL Empolese-Valdelsa -. Come CGIL siamo impegnati da sempre su questa strada, a tutela del lavoro e della qualità della sua condizione. Preoccupa invece quando gli utili si trasformano in dividendi per gli azionisti e non in investimenti produttivi. Anche su questo servirà rafforzare il confronto con le istituzioni pubbliche per discutere politiche industriali efficaci".
Notizie correlate
Tutte le notizie di Empoli
<< Indietro





