Comuni montani, Giani: "Cambiare nuova legge che penalizza l'Appennino"

Penalizzato l’Appennino e compromesso il riconoscimento di forme di tutela di territori che, in Toscana, affrontano già molte difficoltà. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, nella Giornata internazionale della montagna, lancia l’allarme sui criteri introdotti dalla legge di revisione della classificazione montana, ovvero il testo (legge 131/2025 ) che introduce parametri ‘rigidi’ (altitudine e pendenza) per classificare i Comuni ‘montani’.

Una decisione che penalizza particolarmente i comuni della fascia appenninica, fondamentali per la coesione territoriale e lo sviluppo sostenibile della Toscana. “Dei 149 comuni toscani che oggi sono classificati come montani e gli oltre 500mila cittadini che li abitano, oltre la metà rischiano di rimanere fuori dalle misure di valorizzazione e tutela” afferma il presidente in conferenza stampa in palazzo Strozzi Sacrati.

Al centro la ricaduta della legge nazionale in Toscana dove, come ricorda il presidente, sono previste nel Bilancio regionale in approvazione misure di valorizzazione della montagna grazie alla legge regionale sulla Toscana Diffusa (l.r.11/2025): “Dieci milioni di capitale sociale per progetti di riqualificazione urbana o di riqualificazione servizi o opere; e un milione di parte corrente per incentivi agli esercizi nei borghi e in conto affitto per le giovani coppie”.

“Il provvedimento attuativo che il Governo presenterà alla prossima Conferenza Unificata Stato Regioni rischia di creare montagne di serie A e di serie B”, continua Giani. La Regione per parte sua ha già dimostrato il suo impegno concreto: “Abbiamo investito importanti risorse regionali per opporci alla chiusura di piccoli plessi scolastici, per sopperito al ridimensionamento di presidi sanitari e per rafforzare i trasporti pubblici locali, così da invertire lo spopolamento e mitigare la vulnerabilità idrogeologica”.

Marina Lauri, responsabile politiche della montagna di Anci Toscana, ringrazia la Regione per il riconoscimento al settore, cita l’impegno di Anci - la presidente Susanna Cenni e la Consulta della Montagna coordinata da Luca Marmo stanno coinvolgendo Comuni e parlamentari toscani per attivare una mobilitazione a tutti i livelli - e argomenta: “Il nuovo sistema di classificazione potrebbe avere un impatto dirompente per l’assegnazione delle risorse della nuova legge sulla montagna, che al momento sono scarse, con 200milioni all’anno a livello nazionale per il triennio 2025-2027, e su molti altri importanti dispositivi di sostegno, come le risorse della Toscana Diffusa e la Strategia nazionale delle aree interne (Snai). È necessario introdurre nuovi criteri come la distanza dai servizi, la solidità economica, il rischio idrogeologico, altrimenti la metà dei Comuni montani nella nostra regione è a rischio”.

D’altra parte la Costituzione italiana, agli articoli 9, 44 e 119, dedica specifica attenzione alla montagna, imponendo allo Stato precisi doveri: sostegno allo sviluppo e alla valorizzazione, tutela del suo paesaggio e del patrimonio storico-artistico, riequilibrio dei costi della montanità, garantendo parità di servizi alle comunità appenniniche già fragili. La partita, chiosa Giani, va oltre la Toscana: “Ormai si parla di Italia Diffusa”.

Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa

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