Una mozione per chiedere l’immediata rimozione dei manifesti contro la pillola abortiva RU684, affissi a Firenze e in altre città italiane. E’ quella presentata ieri, lunedì 14 dicembre in consiglio regionale da Donatella Spadi e Elena Rosignoli, consigliere del Partito democratico.
Il manifesto. Un’immagine di una donna apparentemente morta a terra con una mela morsicata accanto, presumibilmente un frutto avvelenato a simboleggiare la pillola RU 486, accompagnata dal testo "Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva Ru486, mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo”.
“La Toscana – afferma Donatella Spadi, medico e membro della commissione sanità - è stata la prima Regione ad adottare l'aborto farmacologico con la Ru486. Fummo i primi a partire acquistando la Ru486 all'estero, ritenendola più sicura dell'aborto chirurgico. Poi nel 2014 il Consiglio sanitario regionale adottò un parere, dichiarando non necessario il ricovero ospedaliero. A giugno 2020 una nuova evoluzione con la possibilità di attuare l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica anche nei poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati e funzionalmente collegati agli ospedali. Anche in questo caso siamo stati la prima Regione”.
“Si tratta - dice Elena Rosignoli - di un attacco inaccettabile, vergognoso e oscurantista nei confronti dei diritti delle donne. Una affissione meschina, che racconta falsità e non è certo dalla parte delle donne, come recita il richiamo con l'hashtag. Questa è violenza e disinformazione è voler spaventare e riportarci al medioevo.” Dichiara la consigliera Rosignoli che precisa: “La Ru486 è stata inclusa dall’OMS nella lista delle medicine essenziali, è evidente che si tratta di una campagna antiabortista, omofoba e misogina per distruggere l’auto determinazione della donna”.
“L’interruzione volontaria della gravidanza, legale in Italia in base alla legge 194/78 – affermano le consigliere del Pd Spadi e Rosignoli - una legge fortemente voluta dalle donne e confermata da un referendum popolare per mettere fine alle tragiche conseguenze degli aborti clandestini. Quello che consentirebbe di ridurne ulteriormente il numero è una diffusione capillare dell’educazione alla sessualità e degli anticoncezionali sicuri a costi accettabili per tutte le donne e le ragazze. La RU486 somministrata senza ospedalizzazione, come da “Linee guida del Ministero della Salute”, permette di rendere accessibile l’interruzione di gravidanza in sicurezza a tutte le donne, in particolare a coloro che vivono in regioni con un alto tasso di obiezioni di coscienza, che ancora non sono state risolte con l’assunzione di medici ginecologi non obiettori per garantire la piena applicazione della legge 194.
“Nessuna donna – affermano Spadi e Rosignoli - affronta l’interruzione di gravidanza come una passeggiata, nemmeno quando prende la RU486. Ma tutte le donne pretendono che la loro libertà di scelta e il diritto di decidere del proprio corpo siano pienamente rispettati. Riteniamo pertanto che non si possano accettare simili offese. Noi ci batteremo sempre affinché i diritti e le libertà delle donne e degli uomini non vengano messi in discussione e siamo ferme nel ribadire l'autodeterminazione delle donne sempre e comunque. Chiediamo quindi l’immediata rimozione di questi manifesti, che ledono i diritti e attaccano la libertà delle donne, un’ennesima violenza che non siamo disposte a tollerare”.
Fonte: Ufficio stampa
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